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Madrid, la capitale è tutta nuova

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City Break

Madrid, la capitale è tutta nuova

Madrid Rio, il ponte disegnato da Daniel Canogar vicino al Matadero (foto Enrico De Santis)
Madrid Rio, il ponte disegnato da Daniel Canogar vicino al Matadero (foto Enrico De Santis)

La metamorfosi di Madrid comincia sulle rive del Manzanarre, a sud della città, tra i viali, i ponti avveniristici, le fontane, le chiuse e i giardini di ciliegi di Madrid Río, l'eccentrico progetto di parco urbano che dovrebbe essere terminato entro un anno. Costruito sopra la M-30, l'anello di tangenziali stretto intorno al cuore della capitale, e che qui regala un attimo di tregua lasciandosi inghiottire per qualche chilometro sottoterra, il parco è un inno alla rivincita della natura: 110 mila metri quadri un tempo occupati dalle autostrade, ora palcoscenico d'elezione per una sfilata di pini e pioppi, di fitti cespugli di erbe aromatiche come lavanda, rosmarino e santolina, di alberi da frutto e arbusti. E, tra le piante, i sentieri in terra battuta, le piste ciclabili, i parchi giochi per bambini realizzati in materiali naturali come legno e corda, i vecchi ponti d'asfalto sopra il fiume sono diventati nastri alberati, passerelle di legno e passaggi pedonali coperti con volte rivestite di mosaici come se fossero di una chiesa.

«La grande scommessa di Madrid Río è stata costruire sopra i tunnel dell'autostrada», racconta Ginés Garrido, uno degli architetti che ha firmato il progetto. «Era come disegnare un giardino pensile sospeso sopra un pezzo di città che nel frattempo continuava a funzionare». Un'impresa possibile solo grazie all'impiego di materiali ultraleggeri come il polistirolo, e a soluzioni architettoniche innovative. «Per tutto il resto, invece», aggiunge il collega Fernando Porras, «abbiamo voluto rispettare la nostra tradizione costruttiva: nel parco abbonda infatti il granito grigio, la pietra di cui è fatta buona parte di Madrid, mentre l'avenida Portugal, una delle grandi arterie che attraversa il parco, è lastricata con gli stessi motivi geometrici del Rossio di Lisbona. Le piante sono quelle che crescono in genere in zone umide, e per vasche e fontane abbiamo utilizzato l'acqua del fiume restaurando le vecchie chiuse».

LA SFIDA A BARCELLONA
E se a sud la capitale spagnola ha riscoperto il suo fiume, a nord ne ha ridisegnato lo skyline. In fondo al paseo de la Castellana è nato, un paio di anni fa, il nuovo centro finanziario madrileno, le Cuatro Torres: grattacieli di cristallo con giardini nascosti nelle cupole, che si arrampicano fino a 250 metri, firmati dal gotha dell'architettura internazionale (Norman Foster, Cesar Pelli, Rubio & Álvarez-Sala), e che ospitano banche, alberghi a cinque stelle, immobiliari. Sempre a nord c'è un edificio che, con la sua facciata a rettangoli colorati, sembra un quadro di Mondrian: è il Mirador, ultima sperimentazione in fatto di residenze nella capitale e nuova icona cittadina.

Poco lontano, nel quartiere di Carabanchel, si mettono in mostra anche i primi esperimenti di ecoedilizia: la Casa di Bamboo di Foreign Office Architects e la passeggiata coperta dell'Ecoboulevard di Vallecas. «A Madrid gli edifici degni di nota non sono molti», dice Ginés Garrido, «il tono architettonico è dimesso, poco appariscente, e per secoli la città ha sofferto di una specie di complesso di inferiorità nei confronti di Barcellona, più elegante e maestosa. Invece, in questi ultimi anni, anche grazie alle nuove infrastrutture come il Terminal 4 dell'aeroporto Barajas e la capillare rete metropolitana, Madrid ha recuperato il suo orgoglio ed è tornata a essere il cuore della Spagna, il luogo dove tutto è ancora possibile. E dove tutto è da fare».

IL NUOVO CHE FA CENTRO
Se fino a qualche anno fa le periferie erano lo scenario privilegiato della metamorfosi di Madrid, ora l'attenzione è ritornata al centro città. «La fascia intorno all'M-3 (la Metropolitana 3) è cambiata moltissimo», dice l'architetto Juan Herreros, autore del restyling che sta interessando alcune sale del Museo Reina Sofía. «Negli Anni 90 sono nati i grandi quartieri popolari e delle vere e proprie città satelliti come la Città Telefónica e il nuovo centro finanziario. Ma, esaurito tutto lo spazio edificabile, oggi si torna a guardare il cuore della città: si restaurano palazzi storici e conventi, si recuperano piazze e mercati come plaza Tirso de Molina e il Mercado de San Miguel, si ingrandiscono i musei esistenti e si trasformano in luoghi d'arte ex edifici industriali».

AL MATTATOIO DELLA CULTURA
Uno di questi è il Matadero, nuovo cantiere dell'arte contemporanea ricavato dall'antico mattatoio municipale degli inizi del Novecento: una cittadella di quasi 150mila metri quadri che ospiterà gallerie, archivi, teatri, sale di proiezione, atelier e laboratori, e dove si produrrà ogni tipo di forma d'arte, dalla letteratura al cinema, dal teatro al design, dalle arti visuali alla musica. Parola di Pablo Berástegui, coordinatore del progetto: «Abbiamo immaginato il Matadero come un gigantesco punto d'incontro, una piazza multimediale dove si studia, si produce e si diffonde l'arte contemporanea.
È una specie di laboratorio permanente, gestito da istituzioni pubbliche e private, in cui artisti e gente comune possono confrontarsi. Ed è uno spazio in continua trasformazione: mentre si lavora al recupero di nuovi edifici dell'ex mattatoio, quelli restaurati sono già funzionanti».

Al momento ci sono infatti il teatro Naves del Español, un caffè, la Central de Diseño, l'Archivio de Creadores de Madrid, i laboratori Intermediæ e Abierto x Obras, ricavato dalla sala frigorifero. E il prossimo anno apriranno uno spazio riservato al cinema con sale di proiezione e cineteca, un'area dedicata alla letteratura e una alle arti visuali. Ma gli spazi duttili e polifunzionali che testimoniano il nuovo corso dell'amministrazione cittadina e l'investimento per la cultura del futuro non finiscono qui. Sempre a sud della città, La Casa Encendida accoglie ed espone opere di artisti emergenti, mette in scena performance di cinema, musica e teatro.

Tra le casseforti della tradizione spicca invece la Caixa Forum Madrid, un centro culturale che ospita esposizioni temporanee, festival musicali e di poesia, concerti, ricavato da una centrale elettrica di fine Ottocento riportata a nuovo splendore dagli architetti svizzeri Herzog & de Meuron.
Fa parte della struttura anche il magnifico giardino verticale progettato dal botanico francese Patrick Blanc: una parete vegetale alta ventiquattro metri e composta da quindici mila piante che attira, come una calamita, i madrileni e i turisti, intorno a una piazza che profuma di nuovo.

LE ANIME DEI BARRIOS
Il proliferare dei luoghi dedicati alla cultura ha messo in moto un meccanismo virtuoso di rinascita nei vari quartieri della città. Negli ultimi anni infatti, sono molti i giovani che si sono trasferiti qui dall'America Latina e da tutta Europa. Invadendo barrios come Lavapies, Chueca, Huertas e Latina. Perché, qualcuno dice, i quartieri di Madrid sono come le età della vita: a vent'anni puoi vivere a Chueca, alle spalle dell'università, dove tutto è a misura dei giovani, dai negozi alla vita notturna, agli affitti bassi, a quarant'anni magari ti trasferisci a Chamberí, verde, tranquillo, elegante, o, se hai aspirazioni borghesi, magari al paseo del Prado.

Anche per questo, a Madrid, in pochi isolati, si passa dalle eleganti vetrine di calle Serrano, la Montenapoleone locale, a quelle delle macellerie trasformate in showroom o dei boudoir riconvertiti in atelier di Triball, l'ex quartiere a luci rosse della capitale, e oggi nuova mecca dei creativi e dei giovani stilisti. «Adoro zone come Bellas Vistas a Tetuán», dice la cantante e modella Bimba Bosé, nipote di Miguel. «Un posto dove puoi trovare edifici industriali della prima metà del Novecento accanto a case elaganti costruite ai tempi della Guerra d'Africa. Si capisce così che Madrid è una città aperta, piena di contrasti, dove si vive senza preoccuparsi troppo del futuro».

Tante anime che si confondono e che profumano di churros (tipici bastoncini di pastella fritta) e mojitos. Che sono insieme discrete ed esuberanti, proprio come la musica che più di ogni altra la rappresenta, il Chotis (danza tipica delle verbenas, le feste madrilene) di Agustín Lara. Un messicano innamorato di una città che sentiva sua. Pur non avendola mai vista.

Una Serata Madrileña con cocktail e degustazione di prodotti tipici si terrà venerdì 1 ottobre alle 18,30 Sede Gruppo 24 Ore, Via Monte Rosa 91, Milano.
Durante la serata verrà presentato il numero de I Viaggi del Sole Madrid. Per iscrizioni: direzione.comunicazione@ilsole24ore.com.

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi
Tutti gli altri itinerari di Madrid li trovate sul numero de "I Viaggi del Sole" in edicola

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