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Madrid, il ritmo slow della nuova movida

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City Break

Madrid, il ritmo slow della nuova movida

Una bellerina di fronte al The Penthouse di plaza Santa Ana (foto Enrico de Santis)
Una bellerina di fronte al The Penthouse di plaza Santa Ana (foto Enrico de Santis)

«È tutta colpa dell'Europa». Borbottano i madrileni più appassionati di vita notturna di fronte al lento ma inesorabile cambiamento degli usi e costumi della capitale. Una Madrid dove gli orari si stanno adeguando ai bioritmi dei comuni mortali. Dove tutto avviene ogni anno un po' prima e con qualche decibel di meno.

E le Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, che Pedro Almodóvar ritrasse con affetto e ironia nel film omonimo? Dove sono i protagonisti dell'edonismo Anni 80? Scomparsi. Ma solo apparentemente. A detta degli esperti, la notte di Madrid continua a essere una delle più animate d'Europa. Certo, c'è da un paio d'anni la legge antitabacco, ma in realtà sono davvero rari i locali notturni in cui non si può fumare.

E la campagna Silencio por favor contro l'inquinamento acustico notturno in centro? Praticamente fallita. Sembra di vedere meno gente in giro, ma intanto – forse come ribellione all'europeizzazione incalzante – tornano di gran moda le tabernas castizas, locali centenari che, tra arredi originali, offrono menu ai sapori di un tempo e classici chatos, il bicchiere di vino, bianco o tinto, con cui inizia la serata.

TABERNA CASTIZAS, LA NOTTE SI ANIMA
All'ora dell'aperitivo è una scommessa con il destino trovare posto, per esempio, a La Ardosa, che a fine Ottocento fu la prima bodega a servire birra d'importazione e da allora non ha cambiato neanche uno sgabello. Il suo proprietario, Don Ángel, un compendio di storia orale, racconta di quando a Madrid si beveva vino envuelto (bianco con un spruzzo di rosso) o una copita, un mezzo bicchiere. Un'altra istituzione è Casa Labra, dove il 2 maggio 1879 Pablo Iglesias fondò nella clandestinità il Partido Socialista Obrero Español. La sua architettura, l'arredamento rigorosamente d'epoca, la curiosa facciata curva e il bancone di zinco sono suggestivi, ma la coda, che spesso arriva sul marciapiede, si deve alle universalmente famose tapas di baccalà.

Bodegas Alfaro, anche se spesso è molto pieno, è il bar ideale e imprescindibile per iniziare la serata con un aperitivo a ritmo di jazz o di flamenco, così come l'intramontabile Bar Museo Chicote, disegnato nel 1931 da Luis Gutiérrez Soto, eroe del razionalismo spagnolo. Qui ci sono ancora le poltrone in cuoio e i mobili di legno di quando lo frequentavano Orson Welles, Ernest Hemingway e Ava Gardner con il suo amante spagnolo, il torero Luis Miguel Dominguín. Ora è facile imbattersi in attori come Eduardo Noriega, Javier Bardem e la sposina Penélope Cruz, la coppia del momento.

Pochi sanno che un passaggio segreto sotterraneo, dove si racconta succedesse di tutto e di più, collega ancora il Chicote al Bar Cock, una cockteleria originale del 1921 che funziona sia per l'aperitivo che per l'ultimo drink. Qui fa il dj Diego, il personaggio interpretato da Tamar Novas ne Gli abbracci spezzati di Almodóvar, ed è nel Chicote che si svolge una scena chiave dello stesso film: quella in cui Judit – l'attrice Blanca Portillo – racconta la sua verità a colpi di gin-tonic.

Nonostante il ritorno in auge dei locali storici, anche quelli minimalisti e avanguardisti continuano ad avere schiere di fan. È il caso di Gastromaquia, ristorante che combina nouvelle cuisine e porzioni tradizionali (e non quelle omeopatiche che allontanano molti veri madrileni dalla nouvelle cuisine), o del Gaudeamus Café, un attico bohémien firmato da José Ignacio Linazasoro, con vista sui tetti di Lavapiés, il quartiere oggi più di moda.

Merita una visita anche il Lounge dell'Hotel de las Letras, in piena Gran Vía. L'interno, intimo e oscuro, è firmato dall'architetto Virginia Figueras, ed è un mix tra gli elementi originali del 1917 e il design contemporaneo. Sul tetto c'è una terrazza-solarium d'ispirazione parigina, dove sorseggiare champagne rosé sulle sdraio firmate Philippe Starck, guardando il tramonto sui tetti di Madrid.

DI TACCO E DI PUNTA
Prosegue intanto la grande trasformazione del flamenco a opera di ballerini come Israel Galván e cantaores come Arcángel, Estrella Morente e Miguel Poveda, gente che era ancora in fasce quando trionfavano Paco de Lucía e Camarrón de la Isla. È grazie a loro che il più spagnolo dei balli ha riconquistato la capitale, donando ai tipici tablaos – i templi del flamenco più cena – una seconda giovinezza. Il palco più ambito è ancora il Cardamomo, anche se la sua presenza in tutte le guide lo ha reso perfino troppo famoso tra i turisti internazionali. Un po' meno conosciuto, e altrettanto autentico, La Soleá offre due spazi diversi e dà la possibilità ai suoi clienti di godersi quindici minuti di fama, diventando cantaores per una notte.
Ma non tutto è flamenco ciò che suona a Madrid.

Se il Café Central si conferma tempio del jazz per eccellenza, ottime jam session – anche di blues – si ascoltano anche nelle sale di El Junco, una rilassante location pensata dall'architetto Carlos Floriano, con banconi su diversi livelli e una sala più piccola per chi vuole la musica solo come sottofondo. Per diversificare l'offerta, il Tempo propone invece al piano superiore una zona lounge dove chiacchierare senza dover alzare la voce e all'inferiore musica funky con spettacoli dal vivo.

NUEVA MOVIDA
Chi rimpiange gli Anni 80 può tuffarsi nelle atmosfere rétro di O'Clock, un pub inglese dove la colonna sonora ripropone grandi classici degli ultimi vent'anni e perfino il barman è vecchio stile.
I nostalgici degli anni d'oro non possono perdersi neanche la caffetteria Wooster, dove inizia uno dei migliori film di Almodóvar, Labirinto di passioni. Né la gita in taxi sulla circonvallazione M30, nel quartiere della Concepción, a fianco della grande moschea, per vedere l'orribile condominio colorato dell'architetto franchista José Banús, set di Che ho fatto io per meritare questo?. Il primo, vero manifesto della movida.

Per chiudere la notte si può scegliere tra un'alternativa soft e una scatenata. La prima è The Penthouse, attico chic dell'hotel ME, con gli intimi cubicoli dell'architetto britannico Keith Hobbs abbelliti dai tessuti di Gastón y Daniela. Da qui la vista notturna è spettacolare. Per la seconda dirigetevi alla Sala Barracudas, con un ricco calendario di concerti rock, punk, reggae e ska. Qui i musicisti emergenti presentano spesso le proprie novità. E se invece volete allontanarvi dal centro, la meta è il Buddha del Mar – già discoteca Oh! Madrid. Simil-tempio buddista di 2000 metri quadri, offre una terrazza frondosa con arredi balinesi, un ristorante asiatico, un'eccentrica discoteca, piena di divinità indiane. E, per finire, uno spettacolare chill-out con letti completi di baldacchino.


Una Serata Madrileña con cocktail e degustazione di prodotti tipici si terrà venerdì 1 ottobre alle 18,30 Sede Gruppo 24 Ore, Via Monte Rosa 91, Milano.
Durante la serata verrà presentato il numero de I Viaggi del Sole Madrid.
Per iscrizioni: direzione.comunicazione@ilsole24ore.com.


Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi
Tutti gli altri itinerari di Madrid li trovate sul numero de "I Viaggi del Sole" in edicola

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