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Amsterdam, i cercatori del Secolo d'oro

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Amsterdam, i cercatori del Secolo d'oro

Una sala del Rijksmuseum, che conserva la più famosa collezione di pittura del Secolo d'oro (foto Enrico De Santis)
Una sala del Rijksmuseum, che conserva la più famosa collezione di pittura del Secolo d'oro (foto Enrico De Santis)

Rembrandt o Van Gogh? Seguire le orme dei due maestri della pittura fiamminga significa immergersi in un'Amsterdam magica. Si può cominciare dalla Casa di Rembrandt, che il pittore comprò nel 1639, e il cui arredamento è una riproduzione fedele di quanto è emerso dai disegni e dall'inventario del 1656, quando il genio finì in bancarotta.

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Nella casa ci sono anche varie incisioni originali, ma è nel Rijksmuseum che si trovano le sue opere più importanti, tra cui La sposa ebrea e La ronda di notte, uno dei capolavori della pittura mondiale che ha subito più attentati. L'opera fu dipinta al primo piano dell'edificio che oggi accoglie l'Hotel NH Doelen, il più antico di Amsterdam, e che ai tempi di Rembrandt era la sede della Compagnia degli Archibugieri, i protagonisti del quadro. Ogni personaggio pagò, per essere ritratto nel grande quadro, 100 fiorini: una somma stratosferica per l'epoca. Dirigendosi verso il centro, la statua di Rembrandt osserva con occhi benevoli i nottambuli che si aggirano per l'omonima piazza che il pittore presiede dal 1668, oggi piena di ristoranti, caffè e locali musicali. La full immersion nell'universo Rembrandt si può concludere con una passeggiata alla Oude Kerk (la Chiesa Vecchia). Del 1250, impreziosita da uno splendido organo di Christian Müller, è l'ultima dimora di Saskia Van Uylenburgh, moglie dell'artista, morta nel 1642. Non resta invece traccia della casa in Rozengracht 184, dove il maestro, perseguitato dai creditori, trascorse i suoi ultimi anni di vita in compagnia di Hendrickje Stoffels e del figlio Tito.

A un paio di isolati, al limite del quartiere a luci rosse, si trova il Museo Amstelkring, il più antico della città insieme al Rijksmuseum, che nasconde la chiesa cattolica clandestina di Ons' Lieve Heer op Solder (Nostro Signore nell'Attico). Questo edificio religioso, che funzionò per oltre due secoli a partire dalla repressione calvinista del 1578, conserva ancora il pulpito di mogano estraibile e piegabile, e un'importante collezione di oggetti religiosi che dal 2012 saranno esposti in un nuovo edificio adiacente.

Per avere una visione a 360 gradi della capitale olandese durante Il Secolo d'oro (XVII) è consigliabile visitare il Grachtenhuis Museum, centro multimediale inaugurato lo scorso aprile dove, grazie a realtà virtuale e tecnologie di ultima generazione,viene spiegato come, con uno straordinario esercizio di ingegneria civile, gli olandesi siano riusciti a trasformare un terreno paludoso nella Venezia del Nord. Il Museo, ubicato nell'edificio di Philip Vingboons, l'architetto di moda nel Seicento, fu anche la dimora del banchiere Jan Willink, tra i fondatori di New York.

Chi preferisce un approccio tradizionale, dovrà spingersi fino a Haarlem (25 km da Amsterdam), al Frans Hals Museum, che si autoproclama senza mezzi termini "Il Museo del Secolo d'oro" e che possiede la principale collezione di questo straordinario ritrattista. Ma oltre alle opere di Hals, il museo conserva un'esaustiva selezione di artisti fiamminghi del '600, una gran varietà di mobili antichi, gioielli, ceramiche e, come curiosità, la replica esatta di una casa delle bambole e di una farmacia del Settecento.

Anche la filiale olandese dell'Hermitage, inaugurata a luglio 2009 in un maestoso edificio sulla riva dell'Amstel, espone una collezione all'altezza della casa madre (in più c'è il Ristorante Neva per un'ottima nouvelle cuisine russa). Vita e arte di Vincent Van Gogh sono infine concentrati nell'omonimo museo progettato da Gerrit Rietveld e ampliato nel 1999 dal giapponese Kisho Kurokawa. Storie, leggende, aneddoti e segreti dell'incompreso autore de I girasoli, che si tagliò l'orecchio in un attacco psicotico e finì suicidandosi, affiorano dalle più di 200 pitture e 500 disegni in mostra, e dalle 700 lettere del carteggio con il fratello minore Theo, che restò sempre al suo fianco.

22 luglio 2011

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