Se si potesse raccontare un luogo attraverso un odore, Bruxelles avrebbe certamente quello dolce di cioccolato e gaufre. Il primo, arrivato in Belgio nel ‘600, è diventato un simbolo cittadino grazie all'invenzione della pralina, creata esattamente un secolo fa nel laboratorio di un farmacista. La seconda, una zuccherosa cialda a quadretti nata nella vicina Liegi, invade con la sua fragranza ogni angolo della città fra pasticcerie e chioschi ambulanti che ne diffondono l'aroma.
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MAÎTRE CHOCOLATIER FRA OPERE D'ARTE E BARDOT
Troppo spesso associata alle amare notizie che arrivano dai palazzi del potere europeo, Bruxelles ha in realtà dolci sorprese da offrire ai suoi visitatori. La prima tappa di questo viaggio della gola ha inizio nel pieno centro storico, sotto le arcate della neoclassica Galerie de la Reine dove un giorno di cento anni fa il farmacista Jean Neuhaus sperimentò una nuova ricetta. Guscio di cioccolato e ripieno di rum: l'esperimento di Jean si rivelò ben presto una formula di successo in grado di far bene al corpo e allo spirito. Nacque così la prima pralina, "1913", che si può tutt'ora gustare nell'ex farmacia convertita in cioccolateria Neuhaus. Mobili e scaffali d'epoca ricordano l'originaria destinazione del negozio che oggi offre decine di ripieni. Ma se Jean lavorava alle sue praline, la moglie Louise si prodigava a confezionarle in maniera ottimale creando la ballotine, uno "scrigno" rettangolare in cartoncino oggi diffuso in tutte le pasticcerie. Da provare sono le "Caprice" praline dalla voluttuosa forma allungata e dal ripieno in vaniglia e nocciola che ricordano le labbra o i seni (a seconda della fantasia) di Brigitte Bardot: fu proprio pensando a lei che vennero plasmate da Jean, nel 1958, dopo la visione del film "Piace a troppi".
Pochi metri di distanza sotto le volte della gallerie e per la gioia degli occhi e del palato ecco Corné Port Royale, l'elegante pralineria in stile Art Nouveau che accoglie i clienti sotto un coloratissimo soffitto in vetro lavorato, fra specchi e cornici dalle decorazioni primo Novecento. Le praline da provare sono quelle con la frutta secca che guarnisce bocconcini al cioccolato di ogni forma. E per un tocco di eleganza senza tempo non si può uscire dal negozio senza aver acquistato una ballotine in latta con rilievi floreali e figure femminili tipicamente liberty.
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Basta seguire il flusso di gente e ci si ritrova inevitabilmente nella spettacolare Grand Place, cuore pulsante della città e Patrimonio dell'Umanità Unesco. Quella che Jean Cocteau definì «il più bel teatro del mondo» è la piazza da cui parte il chilometro zero di Bruxelles (ubicato nel cortile interno del Municipio), dove girare su se stessi col naso all'insù per spaziare dallo stile gotico del Municipio, al barocco delle case delle Corporazioni, fino agli edifici Neoclassici. E la piazza appare ancora più bella dalle vetrine della Maison des Maîtres Chocolatiers, un indirizzo dove il cioccolato si sposa all'arte grazie alle creazioni artigianali dei dieci maestri cioccolatai più famosi del Belgio. Ci sono sculture contemporanee, boccali di birra, bucce di banana e ogni genere di composizioni più o meno bizzarre, rigorosamente lavorate con il cacao.
Spostandosi nella triangolare Place du Grand Sablon, fra edifici che variano dal ‘500 all'800 e mercatini di antiquariato, si scoprono altri due luoghi di culto per i chocolate addict. L'uno, Pierre Marcolini, è considerato il gioielliere delle mini-praline, esposte come vere e proprie pietre preziose, mentre l'altro, Wittamer, è uno dei fornitori ufficiali della casa reale e seduce con i suoi colori pastello e ripieni fruttati.
E fra una pralina e l'altra non si può dire di no alla bevanda nazionale che accompagna ogni pietanza e conta centinaia di varietà. La birra, orgoglio belga è anche un ottimo abbinamento con il cioccolato (e talvolta entra nei ripieni delle praline) che può persino bere un bambino. Quella rossa alla ciliegia, infatti, ha una gradazione alcolica di 4 gradi ed è ideale a tutte le età.
ESPERIENZE AL CACAO
Se pensavate di conoscere tutto sul cibo degli dei, forse sapevate già che il cioccolato nero si conserva per un anno, mentre quello al latte e quello bianco per soli sei mesi? E magari eravate già al corrente che la fama dei maestri cioccolatai belgi deriva da una materia prima purissima che utilizza burro di cacao al 100%? O ancora potreste amabilmente dissertare sulla giusta temperatura del cioccolato nella realizzazione delle praline? In caso contrario, proprio dietro la Grand Place si trova il Museo del Cacao e del Cioccolato che soddisfa ogni genere di curiosità in materia e propone dimostrazioni quotidiane sulla lavorazione artigianale.
Un bicchierino di latte caldo con le spezie. È questo il modo migliore per iniziare la degustazione di cioccolato che proponeZaabär, un indirizzo imperdibile per chi ama accostamenti insoliti. Fra i pezzi migliori c'è la sublime tavoletta di bianco al curry, quella al latte aromatizzato al fior di sale e quella al pepe rosa. E per mettere "le mani in pasta" non c'è niente di meglio che partecipare ai corsi, ogni mercoledì o sabato, imparando tutti i segreti del maîtres chocolatiers. Molto innovativa è anche la produzione di Laurent Gerbaud, secondo cui 100 grammi di cioccolato fondente al giorno sono il segreto della felicità. Nel suo negozio il laboratorio è a vista e ogni mese si organizzano aperi-cioco in cui il dolce si mescola al salato come l'anatra all'arancia in salsa di cioccolato. Nella concezione minimalista e purista di Gerbaud, allo zucchero bisogna sostituire frutta e spezie per eliminare qualsiasi artificio che possa alterarne il sapore.
DALLA PRALINA ALLA GAUFRE, DESTINAZIONE LIEGI
Di specialità in specialità, il salto dalla pralina di Bruxelles alla gaufre di Liegi è breve e dura 46 minuti di treno. E proprio dalla stazione può cominciare la scoperta di questo ex grigio polo industriale, oggi città in fermento proiettata verso il futuro. L'esempio migliore del rilancio è il capolavoro di armonia e solidità di Santiago Calatrava, che si può ammirare dal suo ventre di acciaio, cemento e vetro arrivando in treno. La nuova stazione TGV, con il suo gioco di linee e forme che ricorda la sagoma allungata di un pesce, è diventata per gli abitanti una vera e propria attrazione al di là della sua funzionalità. E chissà che i maîtres chocolatiers non siano già al lavoro per una pralina dedicata a Calatrava?
Ventiquattro buchi, nessun angolo e un profumo irresistibile di vaniglia. Queste sono le coordinate della gaufre d.o.c, specialità nata a Liegi nel ‘700 dall'inventiva di un pasticcere che, secondo la leggenda, creò per il Principe un dolce con pezzetti di zucchero all'interno di uno stampo di ferro. E per fare onore a questa regale tradizione non resta che gustarne una, magari "incoronata" di panna, marmellata, o cioccolato fuso, nel quadrilatero dello shopping, Le Carrè, dove fermarsi da Chez Marie o Pollux. Restando nello stesso vivace quartiere pedonale non si può resistere alla tentazione delle praline. L'indirizzo cult è Galler che ne propone di ogni tipo, da provare quella al biscotto e, per chi vuole viziarsi senza strafare, anche quella senza zucchero. Dopo una simile scorpacciata di dolci si può ricorrere a un digestivo made in Liegi come il pékét, un'acquavite ottenuta da bacche di ginepro e aromatizzata, che non manca mai sulle tavole locali. Il luogo migliore dove assaggiarla, scegliendo fra mille gusti, è la Maison du Pékét dal suggestivo interno in pietra e mattoni.
LUNGHE PASSEGGIATE PER TORNARE IN FORMA
E per smaltire dolci e cioccolato non c'è niente di meglio di una passeggiata nel centro storico. Nella vasta Place Saint Lambert si cammina all'ombra dell'imponente Palazzo dei Principi Vescovi, oggi Palazzo di Giustizia, che apre le sue porte nel bellissimo cortile cinquecentesco ornato da colonne e capitelli ispirati al Nuovo Mondo, a Leonardo Da Vinci e al best seller del Medioevo, l'Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam. Passo dopo passo, oltre a bruciare le calorie, si scoprono palazzi e chiese dallo stile "mosano" (in mattone e pietra della Mosa) splendidamente restaurati che colpiscono per colori sgargianti e decorazioni. È il caso del Museo della Vita Vallona, ex convento che ospita collezioni etnografiche e spettacoli delle tipiche marionette popolari, o ancora della Collegiale di Saint Barthélemy con le due torri gemelle che dialogano con il rosso fiammante Grand Curtius, museo d'arte e di storia della città che ospita bellissime collezioni di armi, tele e vetri antichi. Se capitate di domenica, potrete fare una lunga camminata lungo la riva sinistra della Mosa fra le bancarelle de La Batte, il mercato più grande d'Europa, che dal XVI secolo vende merci di ogni genere. Ritenete di non aver smaltito tutto il dolce ingerito? Provate allora con la Montagna di Bueren, l'ottocentesca scalinata di collegamento fra i colli della cittadella e il centro città, una suggestiva salita di 374 gradini a prova di gaufre e praline.
16 gennaio 2012, aggiornato il 21 novembre 2012
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