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Barcelona, mi amor! Ferran Adrià racconta i suoi luoghi preferiti

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Barcelona, mi amor! Ferran Adrià racconta i suoi luoghi preferiti

Lo chef Ferran Adrià, inventore della cucina molecolare
Lo chef Ferran Adrià, inventore della cucina molecolare

«Non posso svelare cosa combino a elBullitaller, il mio laboratorio segreto di calle Portaferrissa, a Barcellona, in cui creo da 15 anni le spume che mi hanno fatto guadagnare la fama di cuoco un po' "diablo", e di inventore di quella cucina molecolare che, chiamata così, suona tanto strana anche a me. Però il mio amore per Barcellona, così come quello di mio fratello Albert, lo posso raccontare: è totale. Entrambi abbiamo una grande passione per la sua squadra di calcio, i blaugrana, che la domenica seguiamo sugli spalti del Camp Nou. Io stesso ho giocato in serie C con la maglia del Santa Eulalia prima di diventare cuoco nell'esercito. Ed entrambi amiamo la cucina di questa città.

Ogni rapporto sentimentale ha ovviamente i suoi riti: i miei sono fare colazione al sabato mangiando la trippa e las patatas bravas (quelle selvatiche) al Bar Pinotxo all'interno del Mercat de La Boqueria. Che, nonostante sia diventato una meta turistica, conserva un grandissimo fascino. Basta lasciare la navata centrale e andare alla scoperta dei banchi di frutta e di carne più laterali. Qui si mangiano le acciughe più buone di tutta la Spagna! Anche in inverno Barcellona è spesso baciata dal sole del Mediterraneo, così vado a passeggiare a Barceloneta sino all'albergo W. Mi piace molto anche la collina olimpica di Montjuïc: ci arrivo con la teleferica e cammino sino alla Fondazione Joan Miró, unica per i suoi quadri e la vista della città che si gode dalla terrazza. Incontro spesso Albert al Lolita Taperia (ex Inopia), il suo locale, dove pranziamo con un'insalata russa e una frittura di pesce. Siamo buone forchette, così, dopo il pasto, ci obblighiamo a una salutare camminata nell'Eixample modernista, partendo dal Barrio de Gràcia, per arrivare sino alla Coctelería Boadas sulle Ramblas, a bere un Martini come faceva da ragazzo Joan Miró.

Non troppo distante, nello speziato Barrio El Raval, vado a mangiare al Dos Palillos per provare la cucina asiatica all'interno dell'Hotel Casa Camper: sono sempre curioso e mi piace sperimentare gastronomie diverse da quella catalana, e Barcellona è una città che consente di compiere un viaggio del palato senza spostarsi troppo da plaça de Catalunya. Oppure opto per il pesce al Rías de Galicia, dove i frutti di mare sono freschissimi. Ovviamente la giornata alla scoperta della mia città va chiusa in dolcezza, e qui io vado sul sicuro addentando le tipiche ensaimadas che sfornano alla Pasteleria Escribà sulla Gran Vía. Hanno la forma di una spirale: come Barcellona, ti avvinghiano e una volta che l'hai provata non puoi più liberartene».

15 febbraio 2012

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