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Ginevra a sorpresa, 72 ore di multi-cultura

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Ginevra a sorpresa, 72 ore di multi-cultura

Veduta delle città e del lago di Ginevra (foto Alamy/Milestone Media)
Veduta delle città e del lago di Ginevra (foto Alamy/Milestone Media)

Chiamata anche Piccola Parigi, Ginevra è da sempre proiettata oltre i suoi confini geografici. Sulla scia delle idee liberali che furono di Madame de Staël e dei letterati che frequentarono i suoi salotti, oggi conta più di trenta musei e rappresenta il quartier generale di oltre 200 organizzazioni internazionali. Ma Ginevra è anche in vetta nella lista delle città più vivibili al mondo, merito – probabilmente – dell'influsso del lago Lemano, o del magnifico Parc des Bastions o, ancora, dell'atmosfera frizzante che si respira in molti suoi quartieri, come il distretto di Pâquis, o quello di Carouge, dal carattere decisamente mediterraneo. Ginevra è un crocevia di gente in movimento, e anche questo incide. Con buona pace di chi ancora guarda alla Svizzera come patria di colletti bianchi e maestri cioccolatai.

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Volete avere un'idea della sua allure multietnica? In questi giorni, e fino al 24 febbraio, alla Maison Tavel, la residenza più antica della Svizzera, sede del Musée d'art et d'histoire (Rue Charles-Galland 2, Ginevra) è in corso la mostra fotografica Faces of Geneva, di Josh Fassbind. L'artista ha voluto incontrare i ginevrini in transito o per adozione, ritraendoli in 150 scatti in bianco e nero nell'angolo di Ginevra da loro preferito. Il progetto rientra all'interno di un lavoro che vede il fotografo impegnato dal 2010 nel setacciamento della città alla ricerca di un esemplare per ciascuno dei 193 paesi rappresentati alle Nazioni Unite. Alla fine del percorso c'è pure una photomaton ad uso dei visitatori, per permettere a tutti di lasciare un segno.

Il primo obiettivo, appena arrivati a Ginevra, è quello di liberarsi dei bagagli, e trovare quindi una sistemazione per la notte. A seconda del budget si può spaziare dall'extra lusso della migliore hôtellerie rossocrociata come l'Hotel Beau Rivage, costruito nel 1865 in Quai du Mont Blanc 13. L'albergo ha camere e suite affacciate sul lago e sul Monte Bianco (vai al sito, tel. 0041.227166666. Doppia da 650 CHF, 535 euro), ma deve la sua reputazione anche alla splendida cucina stellata del rinomato ristorante interno, le Chat-Botté. Oppure si può scegliere il comfort di una piccola pensione nel cuore della città vecchia, come l'Hotel Le Prince, in Rue des Voisins 16 (vai al sito, pernottamento in camera singola e prima colazione a buffet da 125 CHF, 103 euro). Infine si può optare per l'ostello, in questo caso segnatevi il City Hostel Geneva, in rue Ferrier 2, tel. 0041.22.9011500, stanza in condivisione a partire da 32 CHF (26 euro).

I vicoli della città vecchia sono una deliziosa babele di boutique e bistrot e, a dispetto delle piccole dimensioni, ogni deviazione promette una sorpresa. Imperdibile, a poche decine di metri dalla Maison Tavel, la Cattedrale di Saint-Pierre. È il monumento protestante fulcro della predica calvinista, ma è interessante anche perché, una volta percorsi i 157 gradini che portano in cima alle torri, si ammira un magnifico skyline di Ginevra. La prova concreta del ruolo di primo piano che Ginevra riveste nello scenario internazionale si trova nella parte ovest della città, sulla riva destra del lago Lemano, sede dell'International District. Il cuore del distretto è Place des Nations, un'opera risolutamente contemporanea, in cui graniti colorati e getti d'acqua ad altezza variabile fanno da cornice alla monumentale Broken Chair, una scultura in legno che simboleggia la lotta contro le mine anitiuomo. Oltre al Palais des Nations, secondo per importanza solo all'headquarter di New York e grande poco meno della Reggia di Versailles, attorno alla piazza si trovano gli uffici delle maggiori organizzazioni internazionali, come l' ICRC (International Commitee of the Red Cross), l'ITU (International Telecommunication Union) e il WIPO (World Intellectual Property Organization). Per gli appassionati di storia, è possibile prenotare una visita guidata all'interno del Palais des Nations e avere un'esperienza diretta dei luoghi dove si sono svolti negoziati di massima importanza. Oltre a Council Chamber e Assembly Hall, è prevista una tappa nella Human Rights and Alliance of Civilization Room, decorata dall'artista spagnolo Miquel Barcelò (info e prenotazioni sul sito delle Nazioni Unite dove è disponibile anche un tour virtuale tra gli spazi principali del Palazzo).

Appassionati di fisica? Alla periferia ovest di Ginevra si trova il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle (il cosiddetto CERN). Con quasi 4.000 impiegati e oltre 10.000 ospiti – scienziati, ingegneri, ricercatori – il CERN è un laboratorio multietnico (sapevate che il 10% degli assunti devono essere di nazionalità italiana?), visitabile grazie ai numerosi tour guidati organizzati (clicca qui per info). Il campus, costruito in parte su territorio francese, è composto da bassi edifici bianchi, di gusto razionalista, e i nomi delle vie sono un omaggio ai maggiori esponenti della fisica moderna: Richard Feynman, Niels Bohr, Albert Einstein. ‘WorldWideWeb was invented here' è la scritta che campeggia sugli oggetti venduti nello store all'interno dell'edificio, ma per chi preferisce le formule ci sono pure le stringhe alfanumeriche a riassumere le origini dell'Universo.

Impossibile lasciare Ginevra senza un pellegrinaggio alle vere icone della città: l'horloge fleurie e il jet d'eau. Sulla riva sinistra del lago, all'ingresso del Jardin Anglais, fa bella mostra di sé l'horloge fleurie. Creato nel 1955, è un vero capolavoro di botanica e tecnologia. I fiori vengono sostituiti quattro volte l'anno, a seconda delle stagioni e delle fioriture, e la lancetta dei minuti, che misura più di due metri e mezzo, è la più lunga del mondo. Sempre sul lungolago, a poca distanza dall'orologio, il jet d'eau è la fontana ginevrina per eccellenza. Da oltre sessant'anni spinge 500 litri d'acqua al secondo a un'altezza di oltre 140 metri. Per una gita sul lago, ci sono le mouettes (i taxi d'acqua ginevrini) che fanno da spola fino alla riva opposta del lago. Alla fermata Bains des Pâquis (vai al sito) si trovano i vecchi bagni comunali. In un'atmosfera rilassata e tranquilla, meta di cigni e nuotatori che non temono le basse temperature invernali, ci si concede una pausa relax tra una sauna e un bagno turco, oppure nei due hammam, di cui uno è rimasto riservato alle signore.

II tour prosegue nel quartiere Pâquis, il vero Red lights District ginevrino. Archiviata la quiete della vista lago, rue des Pâquis, rue de Zurich, rue de Berne e rue Sismondi sono un susseguirsi ininterrotto di locali notturni, bar e ristoranti etnici. Chi invece volesse provare la cucina locale non può non concedersi una fonduta a base di gruyère e vacherin mont d'or, i formaggi svizzeri per eccellenza. La più famosa della città è quella proposta dal ristorante dei Bains des Pâquis (vai al sito), decisamente spartano, ma ottimo. Ma non perdetevi nemmeno il Cafe du Soleil (vai al sito) creato 400 anni fa come luogo di raduno delle tendenze politiche e tutt'ora centro di attrazione internazionale. Poco lontano, il pittoresco quartiere Les Grottes ospita il complesso architettonico dei Puffi, ‘Smurfs' in francese. Costruiti negli anni ottanta, questi edifici ricordano il lavoro dell'artista spagnolo Gaudí: balconi in rilievo, balaustre in ferro battuto e soprattutto nessun ricorso alla linea dritta. Il cuore pulsante della Ginevra bohémien è invece Carouge, chiamata anche Città Sarda, interamente rinnovata nel XVIII secolo dal Duca di Savoia. Il risultato è una città di gusto mediterraneo, con una pianta a scacchiera su cui spiccano graziosi edifici in stile neoclassico che oggi ospitano una straordinaria varietà di boutique, atelier, bistrot e jazz club. Per la felicità dei bimbi, e non solo, è sufficiente varcare la soglia della bottega di Philippe Pascoët (vai al sito), in Rue Saint-Joseph, una delle cioccolaterie migliori del cantone. Proseguendo lungo Rue Saint-Joseph si arriva in Place du Marché, da visitare il mercoledì e al sabato, quando è animata dalle bancarelle del mercato rionale.

10 dicembre 2012

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