L’eCommerce salva l’export nel 2020
2 aprile 2021
Uno studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano indica che il commercio digitale ha contenuto nel 2020 il crollo delle esportazioni dovuto al Covid. L’emergenza sanitaria ha dato certamente una forte spinta alle esportazioni online, ma ci sono ancora ampi margini di crescita nell’ambito dell’eCommerce per le imprese italiane.
Accordo Ice-Alibaba, nasce la prima piattaforma B2B per l’export digitale delle pmi italiane
23 novembre 2020
La seconda piattaforma globale di e-commerce dopo Amazon ha stretto a novembre un accordo con l’Istituto del commercio estero italiano per favorire l’export
Il «Bello e ben fatto» italiano vale 135 miliardi di export con un potenziale di crescita di 82 miliardi
20 luglio 2021
Secondo uno studio di Confindustria, l’export delle eccellenze italiane ha un ampio potenziale di crescita, oltre la metà del suo valore attuale. In gran parte nei Paesi avanzati, ma anche in quelli emergenti – e in particolare la Cina – per circa 20 miliardi.
Export, non è più il 2008. Così l’Italia ha difeso le sue quote di mercato
8 giugno 2021
A differenza dell’epoca della crisi finanziaria, quella del 2020 prodotta dal Covid non ha avuto un effetto così devastante sulle esportazioni italiane. Secondo Bankitalia, è il risultato della ripresa negli anni precedenti, che ha portato l’Italia a difendere bene le proprie quote di mercato, in particolare in settori come l’agroalimentare, l’abbigliamento, e i prodotti farmaceutici.
Perché soloâpoco più della metà delle Pmi dell’Ue esporta fuori dai confini nazionali?â
6 luglio 2021
Solo il 52% delle imprese europee piccole e medie sono attive nell’export a livello internazionale, e principalmente in altri Stati membri Ue. A frenarle, indica una ricerca condotta da YouGov, è il costo dei trasporti, la mancanza di personale e risorse, la scarsa esperienza nelle regolamentazioni locali. Un elemento che può contribuire a invertire questa tendenza è il pagamento digitale.
Reshoring, alcune ipotesi sugli effetti della pandemia
1 giugno 2021
Il reshoring consiste nella rilocalizzazione, cioè nel ritorno in un Paese di attività produttive in precedenza trasferite altrove. Si tratta di un fenomeno – in aumento per quanto in misura limitata – che in Europa riguarda soprattutto la manifattura hi-tech, e l’Italia è uno dei primi Paesi per numero di casi. L’emergenza Covid ha dato risalto, anche politico, al reshoring. Sul lungo periodo, potrebbe svilupparsi un fenomeno di “autonomia strategica” per le aziende, che porterebbe alla rilocalizzazione di alcune attività e alla diversificazione della supply chain.
Ritorno a casa? No, la pandemia non frena la globalizzazione (per ora)
2 marzo 2021
Secondo un sondaggio pubblicato da Bankitalia nel febbraio 2021, nel nostro Paese le pratiche di reshoring sono residuali. E lo shock della pandemia non ha ancora avviato un ripensamento del modello globalizzato, neanche in altri Paesi, come gli Usa.
La vittoria agli Europei vale +0,7% del Pil e +10% dell’export
12 luglio 2021
Anche gli eventi sportivi possono avere un’influenza positiva sull’economia. Il successo azzurro a Londra, in una stagione che ha registrato numerosi altri primati sportivi italiani, potrebbe produrre un aumento dell’export simile a quello del 2006, quando l’Italia vinse i mondiali, dicono le stime di Coldiretti e Federazione Italiana Giuoco Calcio, anche se qualcuno osserva che fu piuttosto il risultato dell’aumento dei consumi interni tedeschi.
Dal lusso ai metalli, torna a correre l’export italiano verso la Cina
21 novembre 2020
Per l’export italiano +19.8% nel primo quadrimestre 2021, Cina primo mercato di sbocco
16 luglio 2021
Già a fine novembre 2020 i dati indicavano un aumento importante delle esportazioni italiane verso la Cina, nonostante l’emergenza sanitaria. Merito anche della crescita cinese, che è tornata a sostenere gli acquisti di moda e beni di lusso, due settori strategici per l’Italia.
La tendenza si è consolidata nel primo trimestre 2021, con un ritorno dell’export ai livelli pre-Covid e un aumento di quello verso la Cina del 55%.
Gli accordi con le multinazionali sostengono la filiera agricola del tabacco
27 maggio 2021
Rimaste orfane dei contributi dell’Unione Europea, le aziende italiane che producono tabacco (circa 2.500, da cui proviene il 30% del totale Ue, per circa 50.000 lavoratori) hanno trovato un’alternativa negli accordi di filiera direttamente con le multinazionali del settore. A loro volta, le aziende si stanno accordando per digitalizzare i distretti di produzione, con strumenti di monitoraggio satellitare e sistemi di intelligenza artificiale, anche per ridurre l’impatto ambientale e idrico delle coltivazioni.
Atotus, fra Sardegna e Trentino un progetto per una filiera della moda davvero circolare
17 giugno 2021
In piena pandemia, nel novembre 2020, ha preso forma Atotus, una rete che produce capi di abbigliamento nuovi partendo dall’usato, con l’obiettivo di costruire una filiera della moda sostenibile mettendo insieme filatori, tessitori, produttori e clienti. E Atotus ha anche introdotto una moneta virtuale per pagare, almeno in parte, i vari passaggi nella filiera.