Branded content creato perVISA Italia

ONE MOMENT CAN CHANGE THE GAME

LE STRADE PER L’EMPOWERMENT FEMMINILE

Nel 1946 Simone De Beauvoir scriveva: “Donne non si nasce, si diventa”. In questa frase è riassunto il senso di ciò che si intende per empowerment femminile. Nascere donna significa essere inquadrate in dei presupposti culturali di cui è necessario liberarsi per raggiungere un livello più profondo di consapevolezza, partecipazione, condivisione delle responsabilità. Fino alla tanto agognata uguaglianza di genere, irrealizzabile senza un percorso coraggioso e onesto di liberazione dai ruoli culturali e sociali imposti.
Il rapporto 2018 di UN Women, l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata a studiare la condizione femminile, afferma: “Raggiungere l’uguaglianza di genere non è solo un obiettivo importante in sé e per sé, ma anche un catalizzatore per raggiungere l'Agenda 2030 e un futuro sostenibile per tutti”. Come compiere dunque questo percorso di empowerment femminile? Quali strumenti utilizzare e quali obiettivi porsi? Si può cominciare a rispondere a questa domanda ragionando su due livelli.

U

 

1- Self-Empowerment

Per crescere dal punto di vista personale bisogna anzitutto acquistare consapevolezza delle proprie capacità, ma anche dell’importanza di saper comunicare agli altri ciò che facciamo, di argomentare le idee e convincere chi ci circonda (colleghi o familiari) a collaborare. Stiamo parlando fondamentalmente delle soft skills, ovvero quelle capacità di stampo cognitivo, relazionale e comunicativo, a cui oggi si comincia a dare importanza anche nei colloqui di lavoro. Sono molti i modi per svilupparle o anche solo per imparare a riconoscerle nelle proprie dinamiche personali: dai percorsi di gruppo ai coaching personali, dalla lettura dei libri giusti ai workshop sull’argomento. Molto utile in questo senso è anche lo sport: focalizzarsi su un obiettivo, far parte di un clima di gruppo, anche negli sport individuali, e sperimentare in prima persona l’autoefficacia e sentimenti di competenza e autonomia, sono fattori determinanti per costruire un’esperienza di pensiero positiva, e smuovere quelle dinamiche stagnanti che impediscono il cambiamento.

2- Empowerment professionale

Si tratta fondamentalmente di imparare a utilizzare al meglio le proprie capacità, risorse, potenzialità, per raggiungere il protagonismo che desideriamo anche nel nostro lavoro, diventando innovativi, generativi, consapevoli. Uno dei fattori più determinanti per trovare la spinta a potenziarsi in questo senso, è incontrare dei role model, ovvero quel tipo di persona che ci porta a immaginare la versione migliore di noi stessi. Questo per le donne è chiaro già da tempo, infatti fioriscono i network dedicati alle professioniste e le campagne volte a rendere protagoniste quelle donne che possono costituire un modello positivo per le nuove generazioni, anche per la loro capacità di attrarre le ragazze verso le discipline STEM.

Secondo i dati Ocse, soltanto il 5% delle ragazze quindicenni in Italia aspira a professioni tecniche o scientifiche. Si vuole spesso far risalire questa scelta a questioni genetiche, uno stereotipo culturale secondo cui il femminile sarebbe “più portato” verso professioni di cura, empatiche, di assistenza. Ben vengano dunque i programmi di mentoring, una pratica nata a partire dagli anni '80 proprio in ambito scolastico, per ridurre l’abbandono. Si tratta in pratica di una relazione formale che ha uno scopo di crescita e miglioramento personale. Dove trovare un mentore? Università e aziende spesso organizzano programmi per studenti o dipendenti più giovani (non solo in termini di età, anche di ruolo). Ma connessioni volte alla mentorship spesso si trovano anche nei network professionali femminili, come Workher in Italia, per esempio. Ultimamente persino nei gruppi Facebook è stata attivata questa opzione. In occasione del lancio di questo servizio, Zuckerberg ha affermato: “Una delle grandi lezioni di vita che ho potuto apprendere quest’anno è che le nostre relazioni plasmano davvero le nostre vite più di quanto pensiamo”. Si tratta insomma di un gioco di squadra in cui la condivisione del sapere spinge verso l’empowerment sia chi dà che chi riceve.

Visa crede molto nell’importanza di questo gioco di squadra. Per questo ha scelto di essere sponsor del campionato del mondo di calcio femminile che si è tenuto in Francia dal 7 giugno al 7 luglio, accanto alle donne che mettono a disposizione della squadra la loro tenacia, il loro impegno, i loro sogni di vittoria.

La finanza personale e le donne

 

LA FINANZA PERSONALE E LE DONNE: IMPARARE DA UNA “FEARLESS GIRL”

Nel 2018 uno studio di PIMCO ha reso noto che negli Stati Uniti per la prima volta le donne hanno superato gli uomini nella gestione della finanza personale, arrivando a controllare il 51% della ricchezza privata. Nello stesso anno uno studio McKinsey fa emergere che le donne americane costituiscono il 47% della forza lavoro e sono responsabili dell'avvio del 41% di nuove imprese.

LEGGI TUTTO>

L’imprenditorialità al femminile in italia

 

L’IMPRENDITORIALITÀ AL FEMMINILE IN ITALIA

Continua a crescere il numero di imprese femminili: nel 2018 erano 6mila in più rispetto all’anno precedente e confrontando il dato con il valore di cinque anni fa sono aumentate del 2,7%. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Unioncamere, che ha censito in Italia più di un milione e 300mila aziende con a capo una donna, rappresentando circa un quarto del totale.

LEGGI TUTTO>

Il calcio femminile, una leva per la crescita sociale

 

IL CALCIO FEMMINILE, UNA LEVA PER LA CRESCITA SOCIALE

Negli Stati Uniti già dagli anni Settanta si è scoperta la connessione tra l’attività fisica e il benessere psicologico. Secondo la comunità medica internazionale, praticare sport agisce positivamente sull’umore, rilassando e riducendo gli stati d’ansia. Da una parte perchè, ad esempio, focalizzarsi su un obiettivo e una prestazione di tipo fisica, ha un potere distraente maggiore rispetto ad altre modalità di tipo più intellettuale.

LEGGI TUTTO>

VISA Italia
VISA Italia