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RAPPORTO PAESE | Indonesia

Strade e porti per sostenere la crescita

Pil raddoppiato tra 2001 e 2011 - E arriva anche la promozione di S&P’s

L’Indonesia è la prima economia del Sud-est asiatico e membro dell’Asean, l’Associazione dei Paesi dell’area (insieme a Malesia, Singapore, Brunei, Thailandia, Vietnam, Myanmar, Laos, Cambogia, Filippine). Tra il 2001 e il 2011, il Pil è quasi raddoppiato, trainato dalla cavalcata dei prezzi delle commodities, a sua volta alimentata dal vigoroso sviluppo della Cina. Nel 2016 la crescita economica è stata del 5%, dopo il 4,9%, del 2015, quando si è fermata ai minimi dal 2009.

Per il 2017, l’Fmi prevede una crescita del 5,1%. Il Governo indonesiano ha l’obiettivo di arrivare a una crescita del 7% entro il 2019. La Banca mondiale sottolinea che il Paese avrebbe bisogno di crescere a un ritmo dell’8% per assorbire i 2,5 milioni di giovani che ogni anno si affacciano sul mercato del lavoro. Con il calo dei prezzi delle commodities e la frenata della Cina, per centrare gli obiettivi di crescita saranno determinanti le riforme. Le materie prime generano un quinto del Pil del Paese e il 60% del suo export.

A metà maggio, Standard & Poor’s ha promosso il rating dell’Indonesia a «investment grade», portandolo a BBB- da BB+ , mettendosi così in pari con le altre due maggiori agenzie di rating. È stato decisivo l’attegiamento adottato dal Governo, concentrato a tenere sotto controllo i conti pubblici. L’Indonesia era rimasta l’ultima grande economia asiatica a non centrare l’obiettivo e secondo Goldman Sachs, la promozione ricevuta da S&P’s potrebbe aiutare ad attrarre nel Paese fino a 5 miliardi di dollari di investimenti

La Banca centrale ha tagliato i tassi d’interesse sei volte nel 2016, portandoli a ottobre al 4,75% dal 7,5% di inizio dell’anno.

Il Governo ha varato una serie di riforme, tagliato la burocrazia, promosso le zone economiche speciali e aumentato gli investimenti in infrastrutture, fondamentale per superare il vincolo rappresentato dalla frammentazione geografica di un arcipelago composto da 13.500 isole. L’obiettivo è portare la spesa in opere pubbliche al 7,7% del Pil nel 2017. Era al 6,4% nel 2014. Entro il 2019, il Governo intende costruire 24 porti e 15 aeroporti e vuole raddoppiare la capacità di generazione elettrica in 10 anni. Ci sono anche progetti per costruire 65 dighe. Secondo l’Asian development bank, l’Indonesia ha un deficit infrastrutturale di 700 miliardi di dollari.

Oltre che sull’export di materie prime, l’economia si regge sui consumi generati da una classe media in aumento (e che già conta 150 milioni di persone) e che equivalgono al 50% del Pil.

L’Indonesia è al centro di un boom dell’e-commerce. È il quarto mercato al mondo di smartphone. Due quinti dei suoi 255 milioni di abitanti (metà dei quali ha meno di 30 anni) ne hanno uno.

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