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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2013 alle ore 06:43.
L'ultima modifica è del 07 febbraio 2014 alle ore 08:47.

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Momenti di tensione davanti alla sede della Giunta regionale piemontese, con lancio di sassi da parte dei manifestanti e lacrimogeni da parte delle forze di polizia. Cortei improvvisati verso le stazioni, binari occupati, proteste davanti alla sede del Comune di Torino, di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate. Torino è stata tra le città più colpite dalla protesta organizzata dal Movimento dei Forconi.

E tra quelle che ha registrato la più alta adesione alla manifestazione di protesta da parte dei commercianti e degli ambulanti, nonostante la presa di distanza delle organizzazioni di categoria.
In duemila si sono concentrati in piazza Castello secondo la ricostruzione della Questura, mentre i disordini sono proseguiti per tutta la giornata. Accanto ai blocchi stradali estemporanei, realizzati con cassonetti e vari ingombri, che hanno creato problemi di traffico nelle vie a maggior scorrimento. Pesante anche il bilancio dei feriti: 9 operatori di polizia, compreso un vice questore aggiunto e 5 carabinieri. In serata la notizia di un arresto, un ragazzo di 19 anni, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che per danneggiamento aggravato. Tra i manifestanti, gruppi della tifoseria calcistica più oltranzista.

Numeri importanti registrati a Roma – 11 le persone fermate per la manifestazione davanti alla Regione Lazio –, a Milano, in particolare a Rho, a Genova – con il blocco dei binari, per tre ore e mezzo, a Genova Brignole –, a Modena, con blocchi temporanei del traffico ai caselli, in Veneto, a Firenze, a Bologna. «Non abbiamo una rete – dice il presidente del movimento nato due anni fa, Martino Morsello – ma abbiamo promosso una mobilitazione rivolgendoci a tutti quelli che vogliono ribellarsi a questo stato di cose». Agricoltori, allevatori, autotrasportatori, ma anche commercianti, ambulanti, studenti, disoccuopati i protagonisti di questa prima giornata di protesta. Ma non solo. In strada gruppi delle tifoserie più oltranziste, come a Torino, o esponenti della destra radicale. «Andiamo oltre gli schemi della destra e della sinistra, abbiamo organizzato una manifestazione – dice Morsello – a cui hanno aderito le persone stanche di questo stato di cose».

Ce l'hanno con la politica, «che mette in ginocchio le imprese», ce l'hanno con il sistema classico della rappresentanza e con le associazioni datoriali, «complici di questa situazione», e ce l'hanno con l'euro, «moneta che ha impoverito il paese». Chiedono il blocco delle procedure esecutive, di messa in liquidazione e fallimento delle imprese. «Lo chiediamo da anni – riprende Morsello – se in Italia si è promosso lo scudo fiscale per far rientrare i capitali mandati illegalmente all'estero non si capisce perché non si può mettere in campo un'azione straordinaria per salvare le imprese». Tra i protagonisti della protesta anche gli autotrasportatori di A.I. Tras: «Se il governo non ci ascolta la protesta andrà avanti a oltranza» ha dichiarato Salvatore Bella.
Tutta la giornata è proseguita tra scontri e disordini, con le prese di distanza da parte delle maggiori forze politiche e delle organizzazioni datoriali dell'autotrasporto, del commercio e del settore agricolo. In rete, nel pomeriggio, hanno cominciato a circolare le immagini di agenti che si sono sfilati il casco tra gli applausi dei manifestanti. Gesto interpretato come una forma di solidarietà nei confronti della protesta, non da ultimo dallo stesso Beppe Grillo che sul suo blog ha scritto «Sono i gesti di cui abbiamo bisogno. Le forze dell'ordine provengono dal popolo di cui fanno parte». Immagini seguite da una nota della Questura di Torino: «I poliziotti in servizio, su disposizione del funzionario responsabile, si sono tolti il casco essendo venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l'utilizzo».

Un comportamento ordinario, un gesto al quale «non appare possibile riconnettere significati di condivisione delle istanze dei manifestanti». In direzione opposta la nota del Siulp: «Togliersi il casco – ha sottolineato Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia – in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane, è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma».

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