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La vittoria di Quintana in un ciclismo in trasformazione

Il 97 Giro d'Italia, che si conclude oggi a Trieste, ha parlato molto straniero. Nella prima settimana hanno guidato gli australiani con diverse vittorie di tappa e le maglie rosa di Michael Matthews e Cadel Evans, mentre nelle ultime due hanno dominato i colombiani, prima con Rigoberto Uran Uran e poi con Nairo Quintana, primo ciclista sudamericano a conquistare un Giro d'Italia. L'arrivo di ieri sul terribile Zoncolan non ha inciso sulla classifica generale in quanto i giochi erano stati fatti nella cronoscalata di venerdì di Cima Grappa con la vittoria di Quintana davanti a uno straordinario Fabio Aru.

E quindi la tanto temuta salita ai 1730 metri di Monte Zoncolan con pendenze fino al 22 per cento non è stata combattuta contrariamente alle attese. Le comparazioni sui rilievi cronometrici forse sono una testimonianza di un ciclismo un po' diverso rispetto al passato. Nel 2007 la salita è stata portata a termine in 39 minuti e 4 secondi, nel 2010 (vincitore Ivan Basso) in 40 minuti e 43 secondi e ieri Quintana e Uran Uran hanno impiegato 41 minuti e 43 secondi. I tempi sono dunque la testimonianza di un cambiamento "in positivo" del ciclismo oltre a un impegno, certamente, non ai massimi da parte dei leader della corsa.

Ieri ha vinto l'australiano Rogers (al secondo successo in questo Giro d'Italia) che ha preceduto di una quarantina di secondi Franco Pellizotti. Ma oltre alla competizione sportiva sulla salita più dura in Europa ha colpito soprattutto la totale stupidità di molti pseudo tifosi che si sono esibiti in atteggiamenti esibizionisti (nudi o seminudi all'inseguimento dei ciclisti) e in spinte e manate costate care a Francesco Bongiorno costretto a mettere a terra i piedi perdendo tempo prezioso da Rogers. I tifosi di questo sport sono corretti e vanno denunciati i comportamenti discutibili messi in mostra sullo Zoncolan. Si chiude oggi un Giro d'Italia molto duro e selettivo, nel complesso appassionante e nonostante la discutibile partenza Irlandese ha risposto alle aspettative degli appassionati.

Un Giro dove i risultati hanno finito per corrispondere agli effettivi valori espressi dai favoriti. In particolare sono emersi due giovani (entrambi di 24 anni) Quintana e Aru che certamente saranno protagonisti delle corse a tappe nei prossimi anni. Oltre ad Aru che potrebbe seguire le orme di Vincenzo Nibali (militano nella stessa squdra, l'Astana) va sottolineata l'ottima performance di Domenico Pozzovivo che ha chiuso la corsa rosa in una posizione di assoluto rispetto a 6 minuti e 41 secondi da Quintana. Il verdetto sportivo mi sembra corretto e mi auguro che nelle prossime settimane quando arriveranno i risultati dell'antidoping non ci siano smentite su qualche posizione in classifica. Vorrei sottolineare ancora la passione per il ciclismo e la bellezza di questo sport fatto di fatica e sacrifici a cui dovremmo ispirarci nel nostro lavoro e nella nostra vita di tutti i giorni.

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