Calcio: mele (marce), quaderni, mutande e valzer. Un anno di miserie e nobiltà del pallone
Nessun pronostico in questa carrellata del 2013, ma uno sguardo, nel pieno rispetto dell'alfabeto, alle voci, ai nomi, alle storie, alle miserie, alle speranze dell'anno del pallone che sta per lasciarci. Un po' meno attenti alle tattiche di gioco e un po' più a quanto si agita dentro e intorno al calcio. Con le sue infinite miserie e qualche nobiltà. E con la nostra irrazionale passione.
di Giuseppe Ceretti
16. Un anno di miserie e nobiltà del calcio / R come Razzismo
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Ecco un altro argomento che provoca fastidio e non solo tra le composite e affollate legioni degli ultrà. Eppure l'anno era cominciato con un gran rumore degli indignati, grazie alla notorietà di chi aveva compiuto un gesto plateale. A gennaio, durante un amichevole a Busto Arsizio contro la Pro Patria, il giocatore del Milan Boateng, stanco di udire ululati e insulti, prende anzitempo la via degli spogliatoi. Con lui Muntari, M'Baye, Niang e poi tutti i giocatori rossoneri. Bel gesto, finalmente qualcuno che conta rovescia il tavolo. Ma da allora è iniziato il balletto dei distinguo, del "a chi tocca per primo" fino a palesi manifestazioni d'indifferenza. Ha ragione Lilian Thuram, indimenticato campione. Non c'è volontà, la questione è derubricata ad accidente fastidioso, come un'aria malsana che dobbiamo respirare perché così va il mondo. Il calcio ha ben altro da pensare e non si ferma. Come può uno scoglio arginare il mare? Resta senza risposta l'interrogativo del mito Battisti.
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