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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 06 gennaio 2014 alle ore 14:02.

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Sarà ancora la tassazione degli immobili a tenere banco alla ripresa dei lavori di Governo e Parlamento, dopo la pausa festiva, sullo sfondo dei delicati equilibri politici all'interno della maggioranza.
La prima sfida è quella di cancellare, se possibile, l'ultimo scampolo di Imu sulla prima casa, rimasto in piedi dal 2013 perché mancava la copertura necessaria all'abolizione totale, quantificata dai sindaci in 350-380 milioni di euro. La chiamata alla cassa scatta il 24 gennaio nei circa 2.500 Comuni che hanno aumentato l'aliquota rispetto al livello base statale dello 0,4 per cento. L'imposta è stata definita «mini-Imu» perché corrisponde al 40% della differenza fra il prelievo calcolato con l'aliquota comunale e quello calcolato con l'aliquota dello 0,4%, ma riguarda pur sempre una decina di milioni di proprietari.
A ospitare i possibili interventi di modifica potrebbe essere il Dl Imu-Bankitalia, che ha abolito la seconda rata dell'Imu 2013 (escluse le abitazioni di lusso) e ricomincia l'iter di conversione al Senato mercoledì 8 gennaio (il provvedimento scade il 29 gennaio).
Sempre questo decreto, per omogeneità di argomento, potrebbe imbarcare un altro intervento sulla tassazione degli immobili, di cui molto si è discusso nei giorni a ridosso di Natale: l'aumento della Tasi, il nuovo tributo sui servizi indivisibili entrato in vigore solo il 1° gennaio con la legge di stabilità 2014. È uno dei tre pilastri della nuova imposta unica comunale sugli immobili (Iuc), che si articola nell'Imu (escluse le abitazioni principali), nella Tari, la nuova versione della tassa sui rifiuti, e, appunto, nella Tasi. Quest'ultima ha un'aliquota minima dell'uno per mille. Quella massima, per il 2014 è fissata allo 0,25%, ma il Governo potrebbe già aumentarla allo 0,35%: così i Comuni riuscirebbero a recuperare circa 1,5 miliardi in più di gettito, che secondo i sindaci, mancano all'appello con il passaggio dall'Imu al nuovo sistema di tassazione degli immobili. L'obiettivo delle nuove entrate, almeno in parte, dovrebbe essere quello di finanziare detrazioni dal tributo a beneficio dei contribuenti, sulla falsariga di quelle già previste per l'Imu sull'abitazione principale: le risorse messe a disposizione per questo scopo dalla legge di stabilità, infatti, non sarebbero sufficienti a garantire sconti adeguati. Resta da capire come si farà a introdurre un aumento del prelievo, vincolando però i sindaci a usare le nuove entrate per prevedere detrazioni più sostanziose.
L'aumento della Tasi potrebbe far salire anche la soglia massima data dalla somma tra Imu e Tasi sugli immobili diversi dall'abitazione principale. Questo valore oggi non può superare l'aliquota dell'1,06%, ma potrebbe arrivare all'1,16 per cento.
L'ultima nota dolente del mese di gennaio, legata alla casa, riguarda il prelievo sui rifiuti. La legge di stabilità 2014 chiama alla cassa i contribuenti, sempre entro il 24 del mese, per versare la maggiorazione standard della Tares (prevista dall'articolo 14, comma 13 del Dl 201/2011), che non sia stata versata entro il 16 dicembre scorso. I Comuni dovrebbero inviare a casa il modello di pagamento precompilato, in tempo utile per versare la maggiorazione.
La Tares però ha avuto pochi mesi di vita, perché il prelievo sui rifiuti dal 1° gennaio ha cambiato veste e si chiama Tari: si basa sui metri quadrati di superficie calpestabile, è misurata come una tariffa, e i Comuni dovranno ora definirne dettagli con i propri regolamenti.
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LE PROSSIME TAPPE
Il nodo della mini-Imu
Il primo dossier sul tavolo del Governo, da domani, sarà quello della cosiddetta mini-Imu, la "coda" dell'imposta sugli immobili del 2013 che chiamerà alla cassa, il 24 gennaio, circa 10 milioni di proprietari di abitazioni principali residenti nei 2.500 Comuni che hanno aumentato l'aliquota rispetto a quella statale dello 0,4 per cento. La mini Imu dovrebbe far pagare ai proprietari il 40% della differenza tra l'imposta calcolata con l'aliquota reale, adottata dal Comune, e quella generata dall'aliquota standard. I Comuni premono sul Governo perché elimini quest'ultima tranche, magari con un prelievo una tantum su altri settori, come quello dei giochi. La mini-Imu vale 350-380 milioni
La Tasi a rischio rincaro
Appena introdotta dalla legge di stabilità 2014, la Tasi, il tributo sui servizi indivisibili che dal 1° gennaio è una delle tre gambe del prelievo sugli immobili, potrebbe già far registrare un aumento. Secondo i sindaci, infatti, nel passaggio dall'Imu alla Iuc,i Comuni perdono un gettito di 1,5 miliardi, rispetto alle entrate 2013. Per far fronte a questo problema, potrebbe delinearsi un doppio ritocco: l'aliquota massima sulla prima casa passerebbe dallo 0,25 allo 0,35%; e la somma del prelievo di Imu e Tasi sugli altri immobili, salirebbe dall'1,06 all'1,16%
Il capitolo rifiuti
Sempre al 24 gennaio è stato rinviato il il versamento della maggiorazione standard della Tares, che non sia stato eseguito entro il 16 dicembre 2013. Da quest'anno, il tributo sui rifiuti si chiamerà Tari, si baserà sui metri quadrati di superficie tenendo conto anche del principio comunitario «chi inquina paga»

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