Dal lusso alla meccanica per l'alimentare, il made in Italy va a caccia del sogno «cinese»
Cinesi laureati in Italia, italiani da sempre o di seconda generazione. In 140 ieri hanno incontrato16 aziende italiane dal lusso alla meccanica all'alimentare nel corso del IV China Career Day, organizzato ieri a Milano. Cosa sognano i ragazzi e cosa cercano le imprese?
di Laura Cavestri
3. Made in Italy a caccia del sogno «cinese» / Chiara Morini

Chiara Morini (foto di Daniele Rummolo)
Sapendo il cinese si aprono mille porte? "Non è proprio così – spiega Chiara Morini, 27 anni, laureata in lingue orientali, che con paragone un po' ardito, aggiunge: "mi sento come una cellula staminale. Opportunamente coltivata posso e voglio imparare e crescere. L'università è slegata dal mondo del lavoro. Del career day ho saputo da Facebook. Ho studiato un semestre in Cina e mi sono presa le certificazioni linguistiche. Sto cercando di acquisire competenze di economia e marketing. Gran parte dei laureati in lingua cinese viene assorbito dalle boutique che cercano commesse in grado di interagire con i clienti orientali". Vivere in Cina? "Si. Ma a tempo determinato".
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