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Metalmeccanici: l'accordo apre la strada a nuovi modelli contrattuali

di Giorgio Pogliotti

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20 gennaio 2008

L'intesa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici rasserena il clima tra Governo e parti sociali - condizione indispensabile per la ripresa della concertazione su salari e produttività - , spianando la strada alla revisione dei modelli contrattuali.
La chiusura di questa vertenza dal valore simbolico - interessa 60mila aziende e 1,6 milioni di lavoratori - era considerata da Cgil, Cisl e Uil la premessa per avviare i tavolo con Confindustria sulla riforma dell'attuale assetto che risale al 1993. Non a caso subito dopo l'intesa il leader della Cisl, Raffaele Bonanni si è affrettato a rilanciare: «È una mediazione intelligente - ha commentato - ma ora si riformi il modello contrattuale non possiamo sprecare questa occasione storica, dopo quattro anni di tentativi infruttuosi e veti incrociati. Il Paese ha bisogno di maggiore produttività per poter redistribuire più risorse ai lavoratori». L'avvio del confronto sta a cuore anche alle imprese, che per voce del presidente di Federmeccanica, Massimo Calearo, auspicano che «si proceda alla defiscalizzazione degli straordinari e del secondo livello contrattuale».
Con questa intesa - raggiunta grazie alla determinazione e all'esperienza del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, impegnato nella difficile opera di mediazione - il sindacato è riuscito a riaffermare la centralità del contratto nazionale, minacciata dalle erogazioni unilaterali delle imprese, mentre Federmeccanica ha ottenuto una maggiore flessibilità oraria. Le imprese potranno ricorrere a 8 ore di straordinario obbligatorio in più e chiedere la rinuncia di un permesso annuo retribuito (Par) che potrà essere recuperato dal lavoratore l'anno successivo, oppure potrà essere monetizzato. Proprio su questi temi si era incagliata la trattativa venerdì sera, con il sindacato che si rifiutava di concedere 2 ulteriori giornate di straordinario obbligatorio e 2 Par, come invece richiesto da Federmeccanica.

Parificazione operai-impiegati
Altro nodo, quello delle ferie: si è stabilita la piena equiparazione tra operai e impiegati, ma come diritto per il futuro. La mediazione è stata raggiunta, infatti, sulla decorrenza: il diritto matura subito per chi ha 10 anni di anzianità aziendale e 55 anni di età anagrafica, mentre per gli altri lavoratori il calcolo partirà dal 1/1/2008. Dopo 10 anni anche gli operai matureranno 1 giorno di ferie e ulteriori 4 giorni dopo altri 8 anni di lavoro. A regime operai e impiegati con 18 anni di anzianità avranno 5 giorni in più di ferie. Federmecanica aveva proposto per gli operai (e per gli impiegati neoassunti) il godimento di 1 giorno di ferie dopo 10 anni e di 2 giorni dopo ulteriori 8.

127 euro in busta paga
Quanto agli aumenti contrattuali, i 127 euro che saranno erogati in tre tranches per una durata contrattuale di 30 mesi, equivalgono a 7 euro in più di quanto offerto da Federmeccanica e a 10 euro in più dei 117 chiesti da Fiom, Fim e Uilm ma su 24 mesi. La cifra finale è al di sotto dei 130 euro considerati come tetto minimo per il sindacato, ma rappresenta una soluzione migliore rispetto alla precedente vertenza contrattuale che si chiuse a gennaio del 2006 con l'allungamento della durata (da 24 a 30 mesi) e con un aumento di 100 euro, equivalente a quello rivendicato dal sindacato per 24 mesi. E' stato il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani a ricordare che «il riconoscimento salariale è stato in questa tornata contrattuale più significativo degli accordi precedenti». Ai lavoratori viene riconosciuta anche una una tantum di 300 euro a titolo di indennità di vacanza contrattuale (267 euro al netto di quanto già erogato) e ulteriori 130 euro (che sommati ai precedenti diventano 260 euro) per quei lavoratori che non beneficiano della contrattazione di secondo livello. Questa erogazione annua, inoltre, si stabilizza. Federmeccanica e sindacati già da venerdì avevano concordato il diritto di cumulo per la stabilizzazione dei lavoratori impegnati nella stessa azienda con un contratto a tempo determinato e con un contratto di somministrazione per un totale di 44 mesi.

Tute blu della Fiom
Ma l'intesa rappresenta anche un chiarimento sugli equilibri interni alla Fiom: venerdì una lunga maratona notturna del comitato centrale (iniziata alle 21 e proseguita oltre l'una) ha dato mandato al segretario generale Gianni Rinaldini di proseguire la trattativa con l'obiettivo di chiuderla, con 103 voi a favore, 12 no (la sinistra radicale di Giorgio Cremaschi) e 5 astenuti (la sinistra di Lavoro e società). L'area di riferimento di Cremaschi, in sostanza, pesa ormai per poco più del 10%, meno della minoranza riformista che al congresso aveva ottenuto il 20% dei consensi.

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