Quando il presidente del cda di Ubs, Kaspar Villiger, dice agli azionisti «benvenuti alla St.Jakobshalle di Zurigo», l'errore di città sembra l'esordio emblematico di una giornata in cui le tensioni non mancano. Alla fine per il vertice di Ubs la lunga assemblea a Basilea finirà con un sapore misto: con il sì consultivo, seppur di misura, al nuovo sistema di bonus, ma con la bocciatura della proposta di liberazione da responsabilità per gli ex dirigenti, quelli della fase di crisi, almeno per quel che riguarda il 2007.
Dopo la gaffe iniziale Villiger si riprende subito, dice sorridendo di aver voluto «testare il grado di attenzione» dell'assemblea e passa a illustrare i passi avanti fatti dalla banca negli ultimi mesi. Nel 2008 Ubs aveva avuto perdite per 21 miliardi di franchi, nel 2009 sono state ridotte a 2,7 miliardi, nel primo trimestre di quest'anno c'è un utile ante imposte di circa 2,5 miliardi. Il rilancio è avviato, «vogliamo concentrarci sul futuro e chiudere con il passato, per questo vi proponiamo di non perseguire gli ex dirigenti, per gli anni tra il 2007 e il 2009». Oswald Grübel, ceo di Ubs, dal canto suo ribadisce questi concetti e difende anche il sistema di bonus, che sono stati limitati e cambiati, sì, ma che restano in una certa misura necessari, perchè «qualsiasi impresa per raggiungere i suoi obiettivi ha bisogno di buoni esperti e dirigenti, e a deciderne le retribuzioni è in un certo senso il mercato globale», afferma. L'assemblea si allunga, gli interventi sono parecchi, a molti piccoli azionisti non va bene comunque che vi siano stati 3 miliardi di franchi di bonus in un 2009 ancora in rosso e, soprattutto, che si rinunci ad azioni contro gli ex top manager, tra cui Marcel Ospel, Peter Wuffli, Peter Kurer, Marcel Rohner. Si vota. I bonus passano in modo consultivo, ma solo con il 55% di sì. I conti 2009 sono approvati quasi all'unanimità. Le acque si increspano quando si vota, dopo lunghe tornate di interventi, sulla liberazione da responsabilità. Passa per il 2009, con l'85% di sì, e per il 2008, con il 77% di sì. Ma non passa per il 2007, anno in cui la crisi trainata dai mutui a rischio americani ha avviato il suo percorso. I no per il 2007 sono il 52%. Ora vi sono in teoria tre anni di tempo per avviare azioni civili contro gli ex dirigenti Ubs, che per la maggioranza dell'assemblea hanno commesso errori molto gravi.
L'ultimo voto dell'assemblea va via liscio, il cda viene di fatto confermato. Esce dal board Sergio Marchionne, l'a.d. di Fiat-Chrysler aveva d'altronde preannunciato da tempo il passo. Entra nel cda di Ubs il numero uno di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber, con l'89% di sì.
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