WARRINGTON «Votare? Noooo. Non capisco niente». Ancheggia sui tacchi a spillo, inguainata in jeans straordinariamente attillati, sospingendo in avanti il corpo appesantito da patatine e arachidi che riesce a divorare pilotando il passeggino carico di figli e sacchetti. Chiamiamola Jane, questa diciottenne che nega le generalità ed entra nella scuola materna di Dallam, buco nero con Bewly e Whitecross, del collegio elettorale Warrington South. Jane sfila ciucci e infila più apprezzati lecca-lecca nelle bocche di creature ululanti e conferma: troppo complesse le dinamiche del triangolo Brown-Cameron-Clegg. Non ci sarà il suo nome nella battaglia per il seggio marginale che i Tory vogliono strappare ai laburisti, sotto schiaffo anche dall'avanzata dei LibDem.

Un laboratorio, Warrington, collocato com'è nel nord dell'Inghilterra fra Cheshire e Merseyside a venti minuti da Liverpool e mezz'ora da Manchester, governato da una giunta composta da conservatori e liberaldemocratici. Un esperimento locale che venerdì, esito del voto alla mano, potrebbe diventare modello per gestire il regno intero, a dare retta agli ultimi sondaggi e alle avances che David Cameron e Nick Clegg si scambiano sotto il naso di Gordon Brown. Modello pessimo l'anomala intesa Tory-LibDem, secondo la Audit Commission che ha dato a Warrington tre bandiere rosse, unica comunità del paese, per gli scarsi servizi sociali e l'iniquo tasso di mortalità, prodotto di una società slabbrata.

A Bewly la vita media degli uomini sfiora i 72 anni, mezz'ora di macchina più a sud, ad Appleton, nella stessa constituency di Warrington South, supera gli 81 anni. «Undici anni di vita in più - commenta Pat White, attivista del Labour mentre cerca di mettere in mano alla recalcitrante Jane un volantino elettorale - questa è la differenza fra le aree abbandonate della città e le ricche realtà della periferia. Qui non c'è un medico, non un negozio, nemmeno una farmacia. Solo questa scuola e il centro giovanile finanziato dalle politiche di Gordon Brown».
Cuore di militante a parte, le parole di Pat fermano l'istantanea della disuguaglianza. Nella via che porta alla scuola, affollata da mamme giovani e single, in linea con i britannici primati di maternità solitarie, i negozi sono tutti chiusi. Annie's Chips si scusa, ma è fallita: per patatine e pesce fritto invita a rivolgersi lontano da Dallam. È sbarrato da una saracinesca arrugginita anche il Dance Studio, mentre un muro chiude l'ingresso dell'Angling center, un tempo dedicato a quei pescatori tanto appassionati da dar la caccia agli ultimi pesci del fiume Mersey.

Nick Bent, 38 anni, candidato laburista s'aggira per Dallam cercando, anche lui, di indurre al voto questo angolo di mondo popolato da duemila anime ad alto tasso di disgregazione. Soprattutto a votare Labour. Sarà dura. Basta scrutare lo sguardo perso di Jane, affogato nel fondo tinta, per capire che la mobilitazione dei diseredati non passerà. «L'offensiva Tory - spiega Bent - è massiccia. Hanno investito 150mila sterline per sostenere il loro candidato, il ricco signor David Mowat. Vive nei quartieri alti in un palazzo pieno di cartelli che invitano a votare per lui».

Warrington south è un seggio marginale, uno dei seggi che i conservatori devono vincere se vogliono sperare di avere numeri solidi a Westminster. «Non solo, è la costituency adiacente - continua Bent - a quella di George Osborne il numero due dei conservatori». E lui, il cancelliere ombra, fortissimamente vuole lo scalpo di Bent. E forse lo avrà, complice l'avanzata di Jo Crotty, economista in corsa con i colori dei LibDem. La performance in tv di Nick Clegg l'ha spinta nei sondaggi tanto da indurre il leader liberaldemocratico a battere queste strade.
Dicono che tanta attenzione per Warrington sia figlia dello smacco delle tre bandiere, pessima presentazione per la coalizione che potrebbe materializzarsi a Westminster. La più dettagliata ricerca commissionata da organismi pubblici sulla qualità della vita in 152 aree del paese ha, infatti, bocciato Warrington senza appello. Occupazione, vita media, tutela e protezione infantile sono risultati molto al di sotto della media nazionale.

L'amministrazione comunale ha quindi fallito? Il sindaco, Ian Marks, si schiarisce la voce, s'aggiusta sulla sedia, ricorda la scalata nel consenso dei "suoi" LibDem a Warrington e aggiunge: «La nostra è una storia di grande successo anche se è evidente che ci sono delle lacune. La disuguaglianza è un problema di tutto il regno, non solo della nostra città. Abbiamo già corretto il capitolo sulla tutela dei minori ora dovremo occuparci delle inner city: Dallam, Bewly, Whitecross. Non è semplice, ci sono famiglie in cui nessuno ha mai lavorato, in cui nessuno ha lavorato da generazioni. Riportarle al mondo produttivo è estremamente complicato. È lì che si registrano i tassi di mortalità più elevata e anche i problemi legati all'alcolismo, un'altra piaga che conosciamo. Sono tre bandiere rosse quelle che ci sono state assegnate, ma in realtà dovrebbe essere una sola perché sono tre aspetti di un'unica realtà, il disagio sociale che va molto oltre i nostri confini e le nostre competenze. La mortalità ha poco a che vedere con il consiglio comunale e molto di più con la sanità pubblica». Marks rigetta la facile equazione secondo cui le bandiere significano una bocciatura tout court della politica locale e quindi un'ipoteca sulla coalizione Tory-LibDem che occhieggia al fondo del tunnel di questa campagna elettorale. «E invece è proprio così, quello che si vede qui nelle realtà più marginali di Warrington South - insiste Nick Bent frustrato piazzista di un partito in caduta libera presso un elettorato distratto dalla disperazione - è la prova del fallimento dell'ipotetica coalizione fra Nick Clegg e David Cameron». Slogan per un pugno di voti che fra le casette délabré di questa scheggia di nord Inghilterra, non ascolta nessuno. Jane scarta lecca-lecca e s'allontana, barcollando sui suoi tacchi e ragionando più o meno così: «Non capisco niente, ma tanto non cambierà nulla»
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