«La media degli ultimi quattro opinion polls ci dice che i conservatori otterranno il 36% dei voti, i laburisti il 29% e i liberaldemocratici il 27. Questo significa che il partito di Nick Clegg cala». John Curtice, 57 anni, docente di scienze politiche all'università di Strathclyde esperto di flussi elettorali e grande alchimista di questa campagna elettorale, affida il suo giudizio sull'esito finale alle intenzioni di voto raccolte dagli istituti di ricerca.

Londra marcia dunque verso un parlamento impiccato, ovvero senza maggioranza assoluta?
Le percentuali che ho indicato assegnano ai Tory fra i 285 e 315 seggi su 650. Se resteranno nella parte bassa della forchetta dovranno cercare un'intesa con i liberaldemocratici, se saranno invece nella parte alta, potranno tentare un governo di minoranza. Sarà, secondo i sondaggi, hung parliament, ma resta da vedere impiccato come.

È davvero così determinante il voto tattico nei seggi marginali?
Può consentire di aggiungere 1-1,5% ai 36 punti percentuali assegnati ai Tory. Tradizionalmente rappresentava il 2% delle schede complessive. In passato è stato spesso determinante, i laburisti dipendono già dal voto tattico trovato fra gli elettori LibDem che hanno votato Labour per fare perdere i conservatori. Il sostegno liberaldemocratico ai laburisti ora non è più garantito. Per questo i Tory possono andare meglio. Ma il voto tattico calcolato su tre forze è molto più difficile da prevedere.

Nell'ipotesi di un governo di minoranza, David Cameron dovrà affidarsi ai voti dei partiti unionisti dell'Ulster?
L'Uup (Ulster unionist party ndr) ha un deputato che è già calcolato nei numeri dei Tory. Il partito spingerà Cameron a chiudere un'intesa con il Democratic unionist party (quello del reverendo Ian Paisley ndr) che di deputati ne ha nove. Non sarà difficile. Duecento milioni di sterline in più all'Irlanda del nord e qualche garanzia politica e saranno contenti. Ma sono numeri ridotti, che non danno garanzie di stabilità secondo le proiezioni degli istituti di statistica.

Che grado di affidabilità hanno i sondaggi sulle intenzioni di voto in Gran Bretagna?
Storicamente tendono a sovrastimare il consenso per i laburisti. Nel 2005 ci fu una correzione in chiave più realistica: un istituto fece centro, un altro diede 3 punti in più al Labour di quanto poi ottenne in realtà. In mezzo c'erano tutti gli altri. Da allora i metodi di indagine sono stati ulteriormente corretti e migliorati per evitare la preferenza al Labour. Se questo nuovo approccio ai polls ha funzionato lo sapremo solo il 7 maggio. (L.Mais.)

 

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