BRUXELLES. Passa la linea Italia-Francia per il salvataggio dell'euro. «Sono molto soddisfatto. È passata la tesi nostra e di Sarkozy. Ci saranno interventi multilaterali dell'Europa a favore della Grecia con il supporto della Bce, per i titoli che verranno emessi». Così il presidente del Consiglio a conclusione della riunione fiume dei 16 capi di stato e di governo dell'Eurozona la notte scorsa. Il premier ha confermato che ci sarà una riunione straordinaria dell'Eurogruppo domani, per definire un pacchetto di misure più urgenti.
Ma non è stato facile per Berlusconi e Sarkozy raggiungere l'obiettivo di coinvolgere la Bce nell'operazione di salvataggio della Grecia. Il premier è stato tra i più attivi a sostenere la necessità di dare risposte urgenti all'attuale manovra speculativa contro l'euro.
A cominciare da un fondo anti-speculazioni gestito dalla Bce che scatti automaticamente in difesa dei paesi dell'eurozona a rischio fallimento. Una proposta da varare subito, prima della riapertura dei mercati, lunedì, e che segni la rivincita definitiva degli stati su mercati e speculatori.
L'idea del fondo salva-stati gestito dalla Bce è nata in occasione della consultazione che si è tenuta nella mattinata di ieri tra Berlusconi e Tremonti, prima e dopo il Consiglio dei ministri che ha varato il piano di aiuti alla Grecia per 14,9 miliardi di euro in tre anni. Il premier italiano l'ha sottoposta ai suoi colleghi consapevole del momento «drammatico», come l'ha definito lo stesso sottosegretario Gianni Letta, che sta vivendo tutta l'Unione.
Per la prima volta il presidente del Consiglio è stato visto varcare il portone del palazzo del Consiglio Ue di Justus Lipsius in larghissimo anticipo sull'ora fissata per la cena. Appuntamenti a raffica (dopo i contatti telefonici avviati in mattinata anche con la cancelliera Angela Merkel) quelli avuti ieri dal premier: dal presidente francese Nicolas Sarkozy con il quale la sintonia è totale, allo spagnolo José Luis Zapatero al portoghese José Socrates al presidente del Consiglio Ue, Herman Von Rompuy. Una girandola di contatti diplomatici necessari per far rientrare l'Italia in gioco dopo essere stati colti in contropiede dall'iniziativa franco-tedesca della lettera congiunta Merkel–Sarkozy a Van Rompuy e Barroso di giovedì.
Chi ha visto Berlusconi a colloquio con i colleghi europei lo ha trovato molto teso e preoccupato ma anche molto determinato a trovare una soluzione utile a salvare oggi la Grecia e domani altri paesi a rischio. Preoccupazioni per l'Italia non ve ne sono al momento come confermano le agenzie di rating. Del resto da noi il sistema bancario è solido come si è dimostrato durante la crisi dei mutui subprime e l'alto debito pubblico è compensato dal forte risparmio privato e delle imprese che potrebbero far fronte ad attacchi speculativi in caso di necessità. Ma è l'euro che, secondo Berlusconi, va messo in sicurezza con una decisione «condivisa». I capi di stato e di governo non possono più limitarsi, secondo il premier italiano, a «messaggi di buone intenzioni» ma devono assumersi precise responsabilità. Adottare «misure chiare, concrete ed efficaci per difendere l'euro, rafforzare l'Europa e l'unione monetaria». Indicazioni condivise da gran parte dei 16 rappresentanti della zona euro anche se sui modi per salvare l'euro e la costruzione europea le ricette restano ancora molto diverse l'una dall'altra.
Resta il fatto che Berlusconi ha registrato la volontà dei colleghi dell'eurozona di lanciare un messaggio politico forte e chiaro ai mercati in quella che è diventata una vera "guerra" tra stati e speculatori. Berlusconi ha parlato con i suoi interlocutori prima e durante la cena di lavoro del sistema di regole e di come «mettere in pratica il messaggio politico del rafforzamento della governance economica e della stabilità dell'euro nel rispetto delle regole comuni».

 

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