ROMA
Niente Fas per coprire i deficit sanitari senza concreti piani di risanamento strutturali e finanziari di Asl e ospedali. Il governo congela 2 miliardi di fondi per le aree sottoutilizzate a quattro regioni con i conti sanitari in rosso e spalanca le porte alle super addizionali Irpef e Irap per cittadini e imprese di Lazio, Campania, Calabria e Molise: una stangata fiscale oltre il tetto massimo dello 0,30% per l'Irpef e dello 0,15% per l'Irap. Varrà in tutto 629 milioni: le quattro regioni dovranno comunque risanare i conti con manovre per 1,39 miliardi.
Lo stop ai fondi Fas, col conseguente rischio del super prelievo fiscale, è stato deciso ieri dal Consiglio dei ministri e comunicato seduta stante ai quattro governatori delle regioni interessate tutti presenti alla riunione di governo. Per Renata Polverini (Lazio), Stefano Caldoro (Campania), Giuseppe Scopelliti (Calabria), Michele Iorio (Molise), è stata una doccia fredda. «È assurdo, iniquo, incomprensibile» ha detto Iorio, la Polverini sottolinea che «le tasse in più da sole non basteranno», Scopelliti accusa «le scelte irresponsabili di chi ha governato prima di noi», Caldoro si dice fiducioso perché «sono in corso trattative».
Una sorpresa, la scelta del governo, ma non del tutto inattesa considerati gli esiti disastrosi delle verifiche al tavolo di monitoraggio con Economia e Salute sui bilanci 2009: 1 miliardo per la Calabria (con pendenze dal 2006), 500 milioni per la Campania, 420 milioni per il Lazio, 67 milioni per il Molise. In tutto 1,97 miliardi per i quali, con una nota del 25 marzo, si anticipava il possibile ricorso ai Fas anti-tasse. Una "coperta finanziaria" prevista dal «patto» per la salute e dalla manovra 2010, «senza la quale – affermava il governo – scatterebbe il forte inasprimento della fiscalità regionale aggiuntiva».
Ieri la parziale retromarcia. I quattro piani di rientro dal disavanzo non ci sono o non bastano, i progetti di ristrutturazione strutturale del sistema sono spesso ancora soltanto scritti sulla sabbia, se non inesistenti. E così niente intesa con le quattro regioni – Abruzzo e Sicilia sono state risparmiate perché in linea con i programmi di risanamento – e niente concessione dei Fas salva-debito. Col risultato che da ieri è scattata ufficialmente la procedura, sempre prevista da «patto» e Finanziaria 2009, per l'aumento oltre il tetto massimo delle addizionali regionali su Irpef e Irpeg.
Fin dalla prossima settimana si riapriranno i confronti al tavolo col governo e probabilmente entro giugno si arriverà a una verifica conclusiva della situazione. Con la possibilità, o meglio l'impresa – almeno sulla carta – per Lazio, Campania, Calabria e Molise di dimostrare di aver avviato e messo seriamente in cantiere progetti consistenti e realistici di ristrutturazione e di rientro dai mega deficit di asl e ospedali. A quel punto – sempre sulla carta – il governo potrebbe fare ancora una volta retromarcia nei confronti delle quattro amministrazioni "amiche", tutte del centrodestra, che possono dire di avere «ereditato» lo stato fallimentare dei propri bilanci sanitari: si riaprirebbe il possibile utilizzo dei Fas e magari si potrebbe tornare indietro anche sulle supertasse. Che, per inciso, pagano cittadini e imprese, già beffati da una copertura sanitaria più scadente.
Con le super addizionali, intanto, vengono bloccate le spese obbligatorie regionali e il turn-over. Ma le azioni di risanamento da garantire saranno comunque da lacrime e sangue: tagli alla rete ospedaliera e ai posti letto, museruola alle spese per beni e servizi, personale, farmaci, cliniche private, magari anche nuovi ticket. E servirà la massima certezza sulla contabilità, che ad esempio in Calabria è pressoché inesistente: il buco va da 1,2 a quasi 2 miliardi, a seconda delle interpretazioni. Forse adesso chiarirà qualcosa la Kpmg. Se saprà raccapezzarsi tra note di spesa a volte prodotte solo verbalmente.
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COME FUNZIONA IL FAS
Il Fondo aree sottoutilizzate (Fas) nasce per aggiungere risorse nazionali ai fondi comunitari per lo sviluppo del Sud: è prevista una quota di riserva dell'85% per le regioni del Mezzogiorno.
Il Fas è diviso in una quota nazionale, programmata dal Cipe, e una quota regionale che viene distribuita alle regioni per finanziare i loro piani.
Per il periodo 2007-2013 la quota regionale del Fas vale 25 miliardi.
La finanziaria 2010 ha allargato le destinazioni possibili del Fas, prevedendo che possa contribuire a coprire i disavanzi sanitari.
Alla Calabria sarebbe dovuto andare per i deficit sanitari un miliardo su una dotazione complessiva Fas di 1.868 milioni, alla Campania 500 milioni su 4.105, al Lazio 420 milioni sui 945 totali, al Molise 67 su 476.
HANNO DETTO
Renata Polverini Presidente Lazio «Più tasse? Comunque non riusciremo a coprire quello che si coprirebbe con il Fas»
Stefano Caldoro Presidente Capania «D'accordo con Tremonti ma per noi un aumento del carico fiscale è insostenibile»
Giuseppe Scopelliti Presidente Calabria «Alzeremo i tributi. Già sono al massimo, così saranno al massimo del massimo»
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