Una rivoluzione copernicana, con la famiglia che torna al timone e prende in mano la gestione dell'accomandita, ma in qualche modo anche un recupero delle origini: venerdì 14 maggio si è realizzato quanto auspicato da Giovanni Agnelli al momento della costituzione della Giovanni Agnelli & C sapaz, il veicolo che controlla a cascata la Exor e quindi la Fiat. Era il 21 gennaio del 1987 quando l'Avvocato cominciò a preparare le carte per trasformare la Giovanni Agnelli srl in quella che è diventata la cassaforte di famiglia e tra le righe dei pochi documenti depositati all'epoca alla Camera di Commercio di Torino si legge una raccomandazione, probabile fonte di ispirazione delle scelte recenti: «È auspicabile che i futuri accomandatari siano ricercati nell'ambito della famiglia; naturalmente fra coloro delle nuove generazioni che si siano distinti per operosità e per talento e raccolgano la fiducia della maggior parte dei soci». Così fu scritto nel 1987. Così, 23 anni dopo, si è deciso di tener fede a quel dettame: John Elkann presidente e al suo fianco Tiberto Brandolini d'Adda, Andrea Agnelli, Maria Sole Agnelli, Alessandro Nasi, Luca Ferrero di Ventimiglia, lo storico manager Gianluigi Gabetti, da sempre accomandatario, e il commercialista di fiducia Gianluca Ferrero.

La famiglia, con la terza, la quarta e la quinta generazione, si è riappropriata della stanza dei bottoni. Lo ha fatto per saldare il legame, per trasformarsi in camera di compensazione di tutti gli interessi della dinastia, in vista del cruciale impegno che le controllate, Fiat in testa, richiedono per la realizzazione degli ambiziosi obiettivi. Nel mezzo la sapaz ha vissuto una lunga e complessa trasformazione (da 32 a poco più di 80 soci), spesso accelerata da eventi dolorosi, ma ha conservato i principi ispiratori che ne hanno animato la costituzione.
A suggerire all'Avvocato, fin da subito socio forte attraverso la Dicembre, di sostituire il patto di sindacato che governava le azioni Ifi ordinarie con qualcosa di più forte e maggiormente "difensivo" rispetto alla necessità di mantenere saldo il controllo della catena, fu Franzo Grande Stevens. Si scelse la forma dell'accomandita perché sul mercato si era già realizzato un esempio virtuoso di coesione familiare con la Pirelli & C di Leopoldo Pirelli. Il modello sembrò calzare con quelle che erano le esigenze della famiglia in tema di successione e vendita delle azioni, riassumibili di fatto nell'articolo 6 dello statuto della sapaz e nel patto di sindacato firmato dagli azionisti alla costituzione dell'accomandita. Il meccanismo fu chiarito fin da subito. Vennero individuati i nuclei familiari di riferimento, ossia coloro che conferendo le proprie azioni Ifi avevano diritto a spartirsi il capitale della cassaforte. Non tutta la dinastia aderì immediatamente al progetto: Maria Sole Agnelli entrò solo nell'89, e la sapaz partì con in dote circa i tre quarti del capitale della Ifi e nove rami di riferimento: Giovanni Agnelli, Clara A. Nuvoletti, Susanna Agnelli, Cristiana A. Brandolini d'Adda, Umberto Agnelli, Giovanni Nasi, Clara N. Ferrero Ventimiglia, Laura N. Camerana e gli eredi di Emanuele Nasi. Tra loro poteva realizzarsi la vendita di azioni che «preliminarmente, dovevano essere però indirizzate, in proporzione alla quota di azioni già possedute e con diritto di accrescimento fra loro, ai componenti del nucleo familiare dell'alienante», ossia «agli ascendenti e i discendenti in linea retta e ai fratelli dello stesso e ai loro discendenti in linea retta».

Solo per un breve periodo la cassaforte ha modificato il proprio dna concedendo l'accesso all'Aga Khan. Si è trattato di una finestra di quattro anni, a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, come conseguenza dell'apporto da parte dell'Aga Khan di azioni Ifint, l'allora braccio estero della famiglia. A lui però vennero date delle azioni privilegiate che successivamente furono riacquistate e cancellate. Questa, in 23 anni di storia, è stata l'unica eccezione rispetto alla necessità di conservare la cassaforte per gli eredi della dinastia.
Diverso, nel confronto con quello attuale, fu l'approccio scelto per stabilire gli accomandatari, ossia chi guida la Giovanni Agnelli & C. Per 22 anni, i manager operativi della galassia Agnelli hanno fatto parte della Sapaz. Tanto che al momento della sua fondazione vennero eletti accomandatari Giovanni Agnelli, Umberto Agnelli, Giovanni Nasi, Gianluigi Gabetti e Cesare Romiti. Se Gabetti ancora oggi è un accomandatario, Romiti ne fece parte fino al '98, fino al giorno in cui, insomma, restò alla guida della Fiat. Nel '95 si raggiunge addirittura l'equilibrio tra membri della famiglia e manager. La morte di Giovanni Nasi portò infatti all'ingresso di Carlo Camerana e Gabriele Galateri di Genola (rimasto fino al 2003). All'uscita di Romiti fece da contraltare l'arrivo di Paolo Fresco. Solo con la morte di Gianni Agnelli e di Carlo Camerana, nel 2003, è iniziata la migrazione verso l'assetto attuale: entrarono John Elkann (nella Dicembre già dal '97), Alessandro Nasi e Ruy Brandolini d'Adda.
Il resto è storia recente: l'accomandita alla famiglia e i manager ai piani sottostanti della catena e in visita due volte l'anno alla sapaz, all'assemblea invernale e a quella primaverile, per aggiornare sui progressi delle controllate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I PROTAGONISTI

Giovanni Agnelli
L'Avvocato decise nel 1987 di rimettere mano all'assetto dei beni di famiglia: venne costituita la Giovanni Agnelli & C sapaz, il veicolo che controlla a cascata Exor e quindi la Fiat. Il modello scelto prevedeva l'individuazione dei nuclei familiari di riferimento, ossia coloro che, conferendo le proprie azioni Ifi, avevano il diritto di spartirsi il capitale della cassaforte. Le cessioni potevano avvenire solo all'interno del nucleo originario.
John Elkann
Ventitré anni dopo la fondazione della Sapaz, la famiglia Agnelli torna al vertice: John Elkann, già presidente di Exor e Fiat, sale alla presidenza dell'accomandita. Fra i nuovi accomandatari figurano altri membri della famiglia, come Maria Sole e Andrea Agnelli. La famiglia, dunque, con esponenti della terza, quarta e quinta generazione, si è riappropriata della «stanza dei bottoni».

 

Shopping24