ROMA
Arrivano le norme per minimizzare gli effetti tellurici indotti nei bilanci bancari dalla crisi da debito pubblico in atto in Eurolandia e prevenire così «un'ingiustificata volatilità» patrimoniale, determinata da variazioni repentine nelle quotazioni dei titoli presenti nei portafogli trading.
La Banca d'Italia ha infatti varato ieri un provvedimento con il quale viene modificato il trattamento di vigilanza dei titoli di stato dei paesi dell'Unione europea, ai fini del calcolo del patrimonio prudenziale delle banche e dei gruppi bancari italiani. In base alla decisione adottata, spiega una nota di via Nazionale, le aziende di credito italiane potranno utilizzare un metodo che consente di neutralizzare gli effetti delle valutazioni sul patrimonio di vigilanza «limitatamente ai titoli emessi dalle Amministrazioni centrali di paesi Ue inclusi nel portafoglio "attività finanziarie disponibili per la vendita- AFS" (available for sale, ndr)».
Il provvedimento, che porta la firma del Governatore Mario Draghi, ricorda infatti che le attuali linee-guida emanate dal Cebs (Committee of european banking supervisors) contemplano due opzioni: una è quella che è adottata abitualmente dalla normativa di vigilanza italiana, con la quale si prevede di dedurre integralmente la riserva titoli netta negativa dal patrimonio di base (Tier one) e di includere la riserva netta positiva nel patrimonio supplementare (Tier 2) per un importo pari al 50% (si tratta del cosiddetto "approccio asimmetrico").
L'altra possibilità di imputazione a bilancio offerta alle banche dal Cebs è quella che permette di «neutralizzare completamente sia le plusvalenze che le minusvalenze che riflettono l'andamento delle variabili di mercato, come se i titoli fossero valutati al costo storico».
Ed è quest'ultima opzione, già adottata dai principali patesi Ue, che ieri è stata consentita da via Nazionale, perché, si spiega nel provvedimento di Vigilanza «in situazioni di forte turbolenza sui mercati come quelle registrate di recente sui titoli di stato, il meccanismo "asimmetrico", attraverso la deduzione delle minusvalenze, rischia di determinare una ingiustificata volatilità del patrimonio di vigilanza delle banche, per effetto di variazioni repentine di corsi dei titoli, non legate a durature variazioni del merito di credito degli emittenti».
L'esercizio di questa nuova scelta contabile, riferita ai soli titoli in portafoglio disponibili per la vendita, da parte delle banche italiane, potrà essere messo in atto «entro e non oltre il 30 giugno prossimo» dice il provvedimento. In pratica, la nuova normativa prudenziale sarà attuabile a partire dalle relazioni sui bilanci del primo semestre 2010; la sterilizzazione ai fini del patrimonio di vigilanza è selettiva, perché riguarda, solo i titoli di debito e di capitale detenuti nel portafoglio «disponibile per la vendita» e non si applica alle variazioni di valore connesse con l'impairment. Serve soltanto, in altri termini, a neutralizzare gli effetti degli andamenti di mercato avvenuti a partire dal 1° gennaio 2010; del resto, la prospettiva di brusche discese delle quotazioni dei titoli di stato dei vari paesi finiti sotto pressione nelle scorse settimane aveva spinto governi e operatori a interrogarsi sul fatto che le fluttuazioni in conto capitale dei bond incidono direttamente sul tier one e sul core tier one delle banche. «La Banca d'Italia si riserva di modificare la disciplina in relazione agli orientamenti che dovessero maturare a livello internazionale nell'ambito dei lavori per la revisione della disciplina prudenziale» sottolinea peraltro il comunicato di Palazzo Koch. In ogni caso, la normativa varata ieri resterà in vigore fino a che non si sarà realizzata una piena normalizzazione dei mercati.
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