Per il nuovo redditometro partenza al 1° gennaio 2011. Le correzioni allo strumento attuale potrebbero, infatti, essere inserite nella manovra, così da essere applicate dal prossimo anno.
E l'avvio "in corsa" prenderà di mira principalmente gli scostamenti più rilevanti tra reddito stimato e reddito dichiarato. Il trend si può desumere dall'esempio mostrato martedì dall'agenzia delle Entrate ai rappresentanti di categorie e professionisti (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) relativo all'acquisto di auto: erano stati, infatti, presi in considerazione i contribuenti che avevano comprato un veicolo che costava più del doppio del reddito annuo dichiarato. E si arrivava a circa 100mila soggetti.
Il nuovo redditometro sarà molto più preciso di quello attualmente in vigore. Questo potrebbe significare anche che i moltiplicatori finora utilizzati saranno abbandonati per ottenere "proiezioni" più fedeli alla realtà di quelli attualmente possibili.
La nuova struttura del redditometro, da quanto spiegato dall'agenzia delle Entrate, non dovrebbe essere costituita più da una sommatoria di beni, ciascuno moltiplicato per un coefficiente fisso (in alcuni casi spropositatamente elevato), ma da una regressione matematica all'interno della quale il valore da assegnare a ognuno varia in funzione di tutti gli altri parametri.
La parola d'ordine del redditometro futuro potrebbe essere "correlazione". Se, per esempio, attualmente l'amministrazione confronta gli scostamenti rispetto a singoli beni (per esempio casa, auto di lusso e barche), in futuro tutto sarà messo in correlazione e le liste partiranno dall'incrocio di tutti i dati.
La ragione di fondo del redditometro sta nel pesare le spese del contribuente non prendendole nel loro "importo" reale, ma moltiplicando questo importo per un coefficiente, nella presunzione che una spesa venga effettuata quando alle sue "spalle" c'è un reddito più alto. Come se ogni spesa fosse solo la punta di un iceberg. È la ricostruzione di questa parte nascosta a rappresentare l'oggetto dello studio in atto da parte dell'amministrazione finanziaria. Ed è per questo che lo studio della nuova funzione viene testata su un campione molto vasto.
L'impatto delle spese viene perciò misurato a seconda della composizione delle famiglie (come illustrato sul Sole 24 Ore nei giorni scorsi) e della loro collocazione territoriale. Anche perché stare in un'area metropolitana o in un altro territorio cambia in misura notevole l'impatto di una spesa sui conti di una famiglia. Lo stesso bene può, poi, pesare in modo differenziato all'interno di due "panieri" di spesa.
La logica dei coefficienti potrebbe essere completamente superata, perché una funzione di tipo statistico metterà in correlazione capacità di spesa, situazione familiare e reddito dei contribuenti. I singoli moltiplicatori però dovrebbero essere più bassi di quelli attribuiti attualmente relativi a beni analoghi. Anche perché l'amministrazione, attraverso le diverse banche dati, a cui può attingere ha a disposizione molti più elementi che in passato.
Vecchio e nuovo redditometro non potranno, dunque, essere comparati. La versione attuale è concepita per "prendere in castagna" pochi contribuenti (per anni lo strumento non è stato neanche usato dal fisco) che quanto all'essere evasori potrebbero essere classificati tali "ictu oculi". Però il fisco finora doveva dimostrare l'esistenza di un reddito alto a partire da pochi dati. In futuro non basterà evitare di acquistare la barca per sfuggire al redditometro, perché i dati a disposizione saranno tali da intercettare ogni comportamento di spesa fuori regola.
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LE NOVITÀ

Il conteggio attuale
Il redditometro attualmente in vigore prende in considerazione alcuni beni particolarmente importanti, moltiplicati per coefficienti fissi piuttosto alti. I valori così ottenuti vengono poi sommati per arrivare al reddito presumibile da parte del fisco
L'incrocio futuro dei dati
Il nuovo redditometro mette in correlazione tutti i dati che il fisco recupera rispetto al contribuente, li colloca nel contesto familiare e territoriale e li rapporta al tipo di reddito. Il risultato finale mostrato ai contribuenti deriverà probabilmente da "coefficienti", che però non saranno fissi ma dipenderanno dalla situazione di ciascuno

 

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