ROMA - Non solo immagini e mappe. Anche Google Italia ammette che le googlecar – le auto che nell'ambito del servizio Street View vanno in giro per le strade di mezzo mondo registrando fotografie e altre informazioni di vie e piazze che poi sono trasferite sul sito della società statunitense – sono in grado di captare le reti wireless non protette e gli apparati di rete radiomobile e di catturare frammenti di comunicazioni elettroniche. Il Garante della privacy ha, dunque, deciso di aprire un'istruttoria per vederci più chiaro.
Per questo ha chiesto a Google di conoscere la data di inizio della raccolta delle informazioni (di tutte le informazioni, comprese le immagini), delle finalità per le quali sono state registrate, per quanto tempo e in quali archivi sono conservate. La risposta della società di Mountain View dovrà arrivare entro fine mese. Intanto, però, l'Authority della riservatezza ha imposto a Google di sospendere il trattamento dei dati captati dalle reti wireless e dai telefonini, nonché di chiarire se quelle informazioni siano accessibili a terzi o siano state cedute e se per catturarle siano stati utilizzati software particolari.
A quest'ultima domanda Google, in realtà, ha già risposto con una lettera inviata venerdì scorso al Garante irlandese, che aveva avuto le stesse perplessità dell'Autorità nostrana. Le spiegazioni fornite direttamente dalla sede centrale della società parlano di un errore: tutto sarebbe nato nel 2006, quando un ingegnere di Google che stava sviluppando un progetto sperimentale sul Wi-Fi, avrebbe scritto un codice in grado di catturare porzioni di dati trasmessi in modalità wireless. Quel codice sarebbe poi finito nel software progettato per monitorare dati di base relativi alle reti Wi-Fi – come gli indirizzi Ssid (service set identifier, ovvero i nomi con cui le reti wireless si identificano agli utenti) o quelli Mac (Media access control, cioè i codici assegnati a dispositivi come i router) – da parte delle googlecar. Appena ci si è resi conto del problema – spiega Google – i dati sono stati secretati. E comunque, la società ha assicurato al Garante irlandese che le informazioni raccolte in Irlanda ora sono state cancellate.
Comportamento che Mountan View ha intenzione di tenere anche nei confronti degli altri paesi che si sono lamentati: cancellare, alla presenza di un soggetto terzo, i dati "incriminati". Perché non è solo l'Irlanda ad aver sollevato il problema. I dubbi erano venuti ancora prima all'Authority svizzera e a quella tedesca (si veda Il Sole 24 Ore del 5 maggio scorso). E proprio dalla Germania è arrivata ieri la notizia dell'apertura di un'indagine da parte del procuratore di Amburgo per possibile violazione della privacy a carico del colosso informatico, mentre, sempre ieri, l'Autorità della riservatezza spagnola ha deciso di muoversi come quella italiana.
«Meglio tardi che mai», hanno commentato a proposito dell'iniziativa italiana i pm milanesi Alfredo Robledo e Francesco Caiani, i magistrati che hanno chiesto e ottenuto la condanna a sei mesi di reclusione per violazione della privacy di quattro dirigenti di Google in riferimento all'inserimento sul web del video di un ragazzo down picchiato dai compagni di scuola a Torino.
Già nel 2008, hanno sottolineato i pm, il garante della privacy aveva annunciato che il servizio Street View avrebbe dovuto adeguarsi alle regole stabilite nel 2004 in relazione all'uso di immagini a scopo turistico riprese dalle webcam.
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