Mario Platero
WASHINGTON. Dal nostro inviato
Licenziato Dennis Blair, l'irrequieto e controverso capo dell'intelligence alla Casa Bianca, per Barack Obama si apre un problema più difficile: è forse giunto il momento di riorganizzare una struttura di controspionaggio e antiterrorismo costruita subito dopo l'11 settembre che oggi sembra funzionare poco? «Quel che è successo con Blair dimostra che la Casa Bianca rischia di limitare le attività delle agenzie di controspionaggio», ha detto ieri Peter Hoekstra, repubblicano, della commissione controspionaggio alla Camera.
Il problema è chiaro: invece di coordinare e aiutare, i due uffici organizzati alla Casa Bianca, quello per l'intelligence e quello per l'antiterrorismo, rischiano di confondere. Peggio, nel momento in cui hanno precise responsabilità, come le aveva Blair, non le svolgono nel modo migliore. Secondo indiscrezioni raccolte a Washington, il colpo di grazia contro Blair è giunto qualche giorno fa, quando la commissione intelligence del Senato ha indicato nel National Counterterrorism Center il principale responsabile per non aver iscritto nella lista "no fly" Umar Farouk Abdulmutallab, il nigeriano che tentò di far esplodere un aereo alla vigilia di Natale. Poi ci fu Times Square e l'imbarazzante arresto del terrorista Faisal Shahzad quando era già bordo di un volo diretto in Medio Oriente. E l'unica vera responsabilità diretta di Blair era quella di coordinare il Nctc. Invece Blair, un severo ammiraglio in pensione abituato al comando e alla gerarchia, si intrometteva in territori non suoi, come la Cia o il Pentagono, non capiva bene le dinamiche della politica, né aveva capito che il suo ruolo di "coordinatore" non si traduceva in un potere esecutivo su agenzie controllate da altri direttori.
Blair ad esempio aveva inviato memorandum che passavano sopra la testa del direttore della Cia, Leon Panetta, un veterano a Washington, molto vicino a Barack Obama, dando istruzioni su quali agenti nominare in basi estere. Aveva litigato più volte con John Brennan, consigliere del presidente sull'antiterrorismo. E aveva inviato direttive per limitare le operazioni segrete della Cia, incluse quelle che davano licenza di uccidere capi o militanti di organizzazioni terroristiche. Peccato che quelle operazioni fossero ben viste sia dall'amministrazione che dal Congresso. Tutto questo per dire che l'uscita del terzo direttore dell'intelligence alla Casa Bianca in cinque anni apre un problema di fondo. Che ruolo svolgerà il suo successore? Non è meglio riunire i due uffici sotto un unico capo? Il successore più accreditato per ora è James Clapper, un ex generale delle forze aeree, ma la Casa Bianca prende tempo.
È anche importante aver ben chiaro che la personalità di Blair e il suo metodo di gestione, brusco e autoritario hanno giocato un ruolo importante nella decisione di Obama di chiedergli le dimissioni. I due non hanno mai stabilito un buon rapporto e le tensioni nell'amministrazione erano evidenti da mesi. Tanto che nelle ultime settimane Obama aveva chiarito a Blair che forse avrebbe fatto meglio a cercarsi un altro lavoro.
La Cia esce rafforzata. Ma il problema del ruolo del direttore dell'intelligence è aperto.
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