In questi mesi si era parlato di famiglia divisa, con il signor Michele contrario e i figli Pietro e Giovanni interessati ad andare a vedere le carte, con la mamma Maria Franca, 70 anni, nel ruolo di intermediario. Nessuno sa come siano andate esattamente le cose, visto che la famiglia Ferrero e il management hanno steso, come al solito, una maniacale cortina di riservatezza. Si sa solo che la decisione è stata presa in un summit della famiglia e, dicono, all'unanimità. «Una ulteriore dimostrazione - assicura Giuseppe Rossetto, vicepresidente della Provincia di Cuneo - che la famiglia è estremamente unita. E questo è rassicurante per l'azienda e per il territorio». E il sindaco di Alba, Maurizio Marello, aggiunge: «Abbiamo guardato con serenità a questa prospettiva, confortati dal positivo andamento del gruppo nonostante la crisi. E siamo sicuri che la famiglia ha saputo prendere la decisione giusta».
In tanti, comunque, hanno tirato un sospiro di sollievo: l'affare Cadbury era troppo complicato. È vero, l'americana Hershey si sarebbe presa il settore del cioccolato mentre il gruppo albese si sarebbe limitato al solo "pastigliaggio" dove Cadbury è forte con Halls, Trident o Hollywood chewing gum, ma il lavoro da fare era troppo. Nei bar di via Maestra fanno notare come Cadbury abbia il doppio degli addetti, quasi 45mila, di quelli della Ferrero pur con un fatturato superiore, ma non di troppo, di quello albese. Tagli occupazionali inevitabili, quindi, che Ferrero non ha voglia, né l'esperienza, di fare considerando la grande attenzione con cui ha sempre gestito le risorse umane.
E poi, dicono gli albesi, chissà in che stato si trovano stabilimenti e marchi. Perché l'esperienza Cadbury in Italia non è stata molto esaltante, tanto che un paio di anni fa il gruppo ha preferito vendere marchi conosciuti come Saila, Sanagola e Charms al gruppo delle caramelle Dietorelle. L'unico vantaggio, per Ferrero (che realizza il 75% del fatturato in Europa) sarebbe stato quello di trovare un marchio forte nei paesi del Commonwealth. Ma l'Asia è già entrata nel mirino degli albesi con risultati incoraggianti.
Meglio, molto meglio, concentrarsi su Alba, dove sono da poco iniziati i lavori per il nuovo centro sperimentale e gli stabilimenti sfornano la bellezza di 900 Ferrero Rocher al minuto. E dove il consiglio comunale, prima di Natale, ha approvato all'unanimità una variante parziale al piano regolatore per permettere all'azienda di costruire una nuova torre per la Nutella. Un impianto di stoccaggio imponente: un magazzino completamente automatizzato di mille metri quadrati alto 30 metri per stare dietro all'aumento della produzione della Nutella. Lo stoccaggio è fondamentale perché questa inimitabile crema di cioccolato deve "maturare" almeno cinque giorni prima di essere movimentata. Trentamila metri cubi di Nutella, diciamocelo, valgono più dei tanti problemi che avrebbe portato Cadbury.
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