«È credibile» per Giovanni Perissinotto, l'ipotesi di uno scioglimento del patto con Crédit Agricole sulle partecipazioni (11%) in Intesa San Paolo. L'amministratore delegato del gruppo Generali lo ha dichiarato a margine di un convegno a Trieste. Per quanto riguarda la presentazione della memoria relativa all'inchiesta dell'Antitrust sul patto con Agricole, Perissinotto si è limitato a precisare che «quando avremo qualcosa da dire la diremo».

Svolta attesa per il 20 febbraio
A trasformare l'ipotesi in tesi sono, oltre alle parole dell'amministratore delegato del Leone di Trieste, anche il contenuto delle memorie difensive depositate all'Antitrust, in cui viene auspicato apertamente l'addio all'accordo di consultazione.

Una serie di indicazioni che arriva dopo un fine settimana d'incontri serrati tra i protagonisti della partita, l'Antitrust e i legali che stanno seguendo il dossier: Intesa SanPaolo (Pedersoli-Portale Visconti), Agricole (Sergio Erede) e Generali (Legance). E al centro della trattativa la compensazione da circa un miliardo di euro avanzata dai soci francesi in cambio del loro calo nel capitale della banca.

E così proprio in giornata - il termine era fissato nel pomeriggio - gli avvocati hanno provveduto a inviare via fax all'Autorità le memorie difensive in vista della chiusura dell'istruttoria sul patto che ha per oggetto l'11 per cento della banca presieduta da Giovanni Bazoli (il 5,8% in mano all'Agricole e la restante parte delle Generali).

In particolare, secondo quanto appreso, nelle memorie le parti non accennano alla definizione di un accordo per la risoluzione del patto, ma si afferma che il Leone di Trieste e la Banque Verte sono in costante contatto e auspicano l'arrivo a una risoluzione consensuale «quanto prima», e comunque non oltre il termine dell'istruttoria del 22 febbraio. L'attesa è per sabato 20.

Ancora, nella documentazione verrebbe chiesta una proroga in favore dell'istituto francese per la vendita della quota eccedente il 2% nel gruppo bancario milanese e la contestuale sterilizzazione dei diritti di voto. Dal canto loro, i legali di Intesa Sanpaolo, argomenterebbero in difesa della banca che non aveva gli strumenti giuridici, al di fuori di un potere di sollecitazione, per far sì che il Credit Agricole e le Generali adempissero alle richieste dell'Antitrust.

Nei prossimi giorni andranno avanti le trattative tra le parti per cercare una soluzione condivisa. L'Agricole, che dovrebbe quindi cedere la quota eccedente il 2%, starebbe cercando una compensazione e secondo indiscrezioni di stampa potrebbe trovarla con un 'asset swap', ovvero ottenendo in contropartita sportelli per un controvalore di circa un miliardo. Domani sono previsti i consigli di Intesa SanPaolo e non è da escludere che sia fatto un aggiornamento sulla vicenda.

 

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