Per ora è stato ceduto lo 0,8% di Intesa Sanpaolo, mentre il grosso della quota, il 5%, potrebbe restare nel portafoglio di Credit Agricole «per anni». Ad ogni modo, dall'accordo siglato con Intesa Sanpaolo e convalidato dall'Antitrust, la Banque Verte ne esce «vincente».

Georges Pauget, numero uno del gruppo bancario francese, esterna a tutto campo sul grande "compromesso" siglato poche settimane fa con la banca di via Monte di Pietà che ha scongiurato la maxi multa a Intesa Sanpaolo con lo scioglimento del patto con le Generali e l'impegno di vendita ai francesi di 150-200 sportelli in Italia, precisando che lo stesso «non prevede scambio di asset». L'occasione è l'approvazione dei conti annuali del gruppo francese che segna anche la fine del suo mandato: dopo 37 anni nel management della Banque Verte, Pauget lascia i vertici operativi della banca e sarà sostituito da Jean Paul Chifflet. Prima però di ritirarsi, cambiare vita e diventare imprenditore («creerò una società di analisi e strategia finanziaria») mette due punti fermi sulla strategia seguita dall'istituto in Italia sotto la sua gestione: primo, la decisione di siglare il patto con le Generali ha risparmiato al Credit Agricole una minusvalenza netta di 978 milioni, permettendo al gruppo di chiudere in utile di 1,12 miliardi; secondo, l'acquisto degli sportelli consente alla banca francese di arrivare a 900 sportelli in Italia diventando «il settimo attore sul mercato nazionale».

Ceduto lo 0,8% di Intesa
Nel corso della conferenza stampa, l'amministratore delegato ha annunciato che il Credit Agricole ha già ceduto, come da accordi con l'Antitrust, lo 0,8% di Intesa Sanpaolo con un'operazione strutturata anche se il prezzo dei titoli sarà definito il 31 luglio 2010. Ma soprattutto, Pauget ha chiarito i termini della cessione della quota del 5% di Intesa. Nella sostanza, ha spiegato l'ad, il Credit Agricole potrebbe mantenere «per anni» la quota del 5% nel caso in cui non le venisse offerto un prezzo adeguato poichè non «c'è un impegno diretto di vendita». «Abbiamo individuato un prezzo minimo per la cessione del 3% di Intesa (quello eccedente la quota del 2% sotto cui i francesi devono scendere in base agli accordi con l'Antitrust, ndr), che non è pubblico». «Se entro quella data (giugno 2011, ndr) il valore di borsa della quota raggiungerà o supererà tale livello, la venderemo. In caso contrario - ha proseguito - la manterremo, magari anche per anni, anche se senza diritto di voto». In ogni caso, ha aggiunto il direttore finanziario Bertrand Badrè, «nell'accordo non ci sono vincitori nè vinti, ma noi ne usciamo francamente vincenti». Sempre in tema Intesa Sanpaolo, Pauget ha chiarito che l'accordo non prevede lo scambio di asset: «Gli sportelli sono stati identificati e l'operazione sarà finalizzata al 30 giugno quando la lista e il prezzo saranno rivelati», ha detto, aggiungendo che «il prezzo è ragionevole ed è inferiore a un miliardo».

Utile a 1,12 miliardi
Quanto ai risultati, il gruppo bancario francese ha registrato nel 2009 un utile netto di competenza di 1,12 miliardi di euro, in progresso del 10% sul 2008, mentre i ricavi sono aumentati del 12,4% a 18 miliardi. Quanto basta proporre un dividendo invariato di 0,45 euro per azione.
In particolare, è risultato in crescita del 73% il risultato lordo di gestione a 5,76 miliardi, ma il costo del rischio è salito del 48% a 4,7 miliardi a causa del «peggioramento del contesto economico». Negativo, invece, l'impatto della filiale greca Emporiki che ha perso sull'anno 937 milioni. Nel solo quarto trimestre l'utile consolidato è di 433 milioni (perdita di 309 milioni un anno prima). Proposto un dividendo invariato di 0,45 euro per azione.

«Le misure prese in termini di riposizionamento delle attività hanno dato i loro frutti dal 2009», nota il Credit Agricole. Gli oneri operativi sono diminuiti del 3,6% a 12,2 miliardi. Inoltre il risultato delle società contabilizzate a patrimonio netto, pari complessivamente a 847 milioni, è per la maggior parte riconducibile alle Caisses Regionales, registrando peraltro l'impatto negativo per 212 milioni sull'anno per la quota in Intesa Sanpaolo, consolidata a patrimonio netto a partire dall'accordo siglato con Generali lo scorso aprile.

 

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