Arriva sul mercato il bond Enel da 2 miliardi. Come spesso accade in occasione dei collocamenti delle obbligazioni societarie, i rendimenti e i prezzi definitivi saranno resi noti solo ex-post, nei giorni successivi alla chiusura dell'offerta. Nel prospetto approvato dalla Consob sono state indicate solo le forchette degli spread da aggiungere, alla curva swap (espressione dei tassi d'interesse ai quali le banche si scambiano denaro) per il titolo a tasso fisso e all'Euribor a sei mesi per l'emissione a tasso variabile. L'accoglienza del mercato darà poi le ultime indicazioni per stabilire i due differenziali definitivi di rendimento. E se come è facile prevedere i due bond andranno letteralmente a ruba, sulla scia dello spessore dell'emittente e dell'atteso battage pubblicitario, è altrettanto lecito attendersi che il tasso definitivo, per le due versioni di bond, si posizionerà sulla parte bassa della forchetta.

Una forchetta molto ampia
Ma più che una forchetta, in questa occasione Enel ha comunicato un forchettone. Sia per il bond a tasso fisso, sia per l'emissione a tasso variabile (entrambi con scadenza 2016) a forchetta è stata fissata tra il 65-125 punti base. Un range molto più ampio delle iniziali indiscrezioni trapelate alla vigilia che ipotizzavano uno spread sul bond a tasso fisso tra 50-80 punti base sul mid swap e una maggiorazione compresa tra 80-100 punti base per l'emissione a tasso variabile, entrambi con scadenza 2016. Un ampliamento dettato anche dalla volatilità registrata sui mercati negli ultimi giorni.
A puro titolo esemplificativo è comunque possibile effettuare alcuni ragionamenti che aiuteranno a valutare la bontà dell'offerta quando saranno resi dopo (entro cinque giorni dalla chiusura del collocamento) i rendimenti effettivi dei due prestiti. Considerando che attualmente il saggio di riferimento del tasso fisso (mid swap) oscilla intorno al 2,8%, aggiungendo il livello minimo di spread si arriverà al 3,4%, un livello superiore al 2,97% garantito dal Btp di pari scadenza. Invece, per la seconda tranche, con l'Euribor a sei mesi che viaggia a quota 0,97%, la prima cedola sarà intorno all'1,8% lordo su base annua.
Enel adesso punta sull'effetto "notorietà" e sulla sottoscrizione in massa della clientela retail che di solito non gradisce sottoscrivere le emissione quotate sopra la pari, seppur più redditizie. Per l'emissione a tasso variabile il termine di paragone è un bond a 5 anni che attualmente è scambiato a 101,34 e offre una cedola dell'1,8% lordo annuo. Sul fisso, invece, per reggere il confronto con i titoli già sul mercato, la nuova emissione deve posizionarsi su un rendimento superiore al 3,4% annuo. Un tasso, quest'ultimo, già offerto dall'emissione che scade un anno prima (2015) di quello previsto per i nuovi bond. E spostandosi sull'emissione Enel quotata sull'ExtraMot che scade proprio nel 2016, il rendimento da utilizzare come parametro di confronto sale al 3,75%. «In questo caso, però, si tratta di un'emissione con taglio minimo di 50mila euro– afferma Jacopo Ceccatelli, partner di JC Associati –, non accessibile ai piccoli investitori, ai quali viene riconosciuto in genere un rendimento inferiore, ma non così distante (3,4% ndr)». Occhio dunque perché la forchetta annunciata lascia ampi margini di manovra ai vertici del gruppo elettrico nazionale.

 

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