Con largo anticipo sulle assemblee, la stagione delle nomine ai vertici delle società è già entrata nel vivo e promette scintille. La ragione è tutta nell'importanza della posta in gioco da cui dipende l'assetto di comando di quasi tutti i centri di eccellenza del potere finanziario, da Intesa Sanpaolo alle Generali fino a Mediobanca, senza dimenticare Abi e Assogestioni.
In Intesa Sanpaolo il focus si concentra sull'asse Torino-Milano, sul ruolo che la Compagnia Sanpaolo guidata da Angelo Benessia punta ad esercitare e, di conseguenza, sul reale raggio d'azione del ceo Corrado Passera e sulla conferma o meno di Enrico Salza alla presidenza del consiglio di gestione. Nelle Generali, dove i colpi di scena sono sempre dietro l'angolo, l'anagrafe gioca contro la permanenza alla presidenza di Antoine Bernheim, ma resta da capire se la sua poltrona rientri davvero negli obiettivi del presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, con effetti rilevantissimi sugli equilibri del Leone e di Piazzetta Cuccia.
Pur trattandosi di casi diversi, colpisce lo scarso peso che hanno finora avuto i fondamentali di ogni buon codice di selezione delle classi dirigenti. Anziché sognare il ricorso a improbabili cacciatori di testa, basterebbe che le nomine si fondassero, oltre che sulla qualità dei candidati, su una lungimirante visione del futuro e su concreti progetti di sviluppo e di creazione di valore per tutti i soci e non solo per qualcuno di loro.
Un discorso a parte merita l'Abi, dove il presidente in scadenza Corrado Faissola dovrà vedersela con la candidatura emergente del numero uno di Mps, Giuseppe Mussari, sostenuto soprattutto da Profumo e da Passera in funzione di una gestione più dinamica. Ai cittadini interessano poco i giochi in casa Abi, ma importa molto che le banche e la loro organizzazione si chiedano perché il loro gradimento sociale sia tanto basso e se non sia ora di fare autocritica di fronte alle sacrosante reprimende di Mario Draghi. Anche per l'Abi, come per Assogestioni dove sta per salire alla presidenza Domenico Siniscalco, il nuovo corso si misurerà sui fondamentali: difendere gli interessi di categoria insieme a quelli generali è difficile ma non impossibile. È questo lo spartiacque.

 

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