Mantenere le posizioni in Europa e negli Usa, crescere nei paesi emergenti. L'industria dell'aeronautica e della difesa si sta muovendo con prudenza dopo avere lasciato alle spalle un anno difficile, governato dai tagli ai budget e dai fallimenti di numerose compagnie aeree.
Le previsioni per il 2010 continuano a essere stazionarie, ma con una novità che sta cambiando gli umori tra gli addetti ai lavori: la crescita inaspettata degli stanziamenti per il settore della difesa da parte dell'Amministrazione Obama. All'inizio di febbraio il governo americano ha presentato al Congresso il budget 2011 e il Quadriennial defence review dove sono contenute le scelte di politica della difesa nel medio e lungo termine. Crescono gli stanziamenti per la difesa del 3% a 708 miliardi di dollari, crescono gli approvvigionamenti a cui vanno aggiunti i finanziamenti straordinari di 33 miliardi di dollari, decisi a fine anno per l'invio di 30 mila truppe in Afghanistan.

Le decisioni dell'Amministrazione americana sono cruciali per il settore dal momento che il mercato della difesa Usa vale il 40%. Con l'Europa destinata a mantenersi stazionaria, un'altra area su cui si stanno concentrando i grandi player del settore è quella dei paesi emergenti, dall'India al Brasile.

In Italia, Finmeccanica (in Borsa oggi ha guadagnato il 4,52%) attraverso Agusta Westland ha firmato nei giorni scorsi con l'indiana Tata Sons, la holding della multinazionale di Mumbai, una joint venture da 15-20 milioni di euro nel settore degli elicotteri per installare una linea di assemblaggio dell'Aw119 nella città indiana di Hyderabad. Il mercato indiano è in grande espansione e modernizzazione, resa necessaria dopo lo shock dell'attentato del novembre 2008 a Mumbai che ha portato in primo piano la necessità di investire sulla difesa del territorio e dei confini.

Ma è soprattutto sul mercato americano, diventato il secondo di riferimento dopo quello europeo, che il gruppo italiano dell'aeronautica e della difesa punta dopo l'acquisizione del gruppo Drs Thecnologies principale fornitore del Pentagono, specializzato in prodotti altamente tecnologici, applicati nei sistemi di digitalizzazione delle forze armate. Portano il marchio della controllata italiana, ad esempio, i visori ad infrarossi Driver's vision enhancer, montati sui veicoli tattici come i Mrap anti-mina e i veicoli anfibi (Amphibious Assaut Vehicle) utilizzati dalle truppe americane in Afghanistan per consentire ai soldati di vedere il campo di battaglia anche in condizioni proibitive. Per questa fornitura, Drs lo scorso settembre ha firmato un contratto da 1,9 miliardi di dollari con l'Army communications and electronics command (Cecom). In questi giorni la società ha "incassato" la prima tranche da 100 milioni di dollari destinata a salire velocemente dal momento che il budget Usa prevede di acquistare almeno 10mila veicoli tattici.

Per risparmiare, l'Amministrazione Obama ha cancellato grandi progetti come la produzione del caccia F-22 raptor estremamente costoso e di impiego complicato e l'aereo da trasposto C-17. Si salva invece il cacciabombardiere F-35 «Joint strike fighter», un aereo non ancora in fase di produzione, concorrente del caccia dell'industria europea, l'Eurofighter. Quest'ultimo è prodotto dal consorzio europeo di cui fanno parte Alenia Aeronautica (Finmeccanica), l'inglese Bae system e le divisioni spagnola e tedesca di Eads: all'Italia sono stati assegnati 121 aerei di cui 95 con contratto di produzione. Una collaborazione europea tra Italia, Germania, Inghilterra e Spagna a cui Finmeccanica partecipa con una quota industriale di circa il 36%.

Per il settore del trasporto aereo, l'anno passato è stato definito «il peggiore nella storia dell'aviazione». Parola di Iata l'organizzazione internazionale che riunisce i vettori di tutto il mondo. Eppure i grandi costruttori hanno registrato un numero record di aerei prodotti, 979 velivoli di cui 498 Airbus e 481 Boeing (fonte Deloitte & Touche). Dati che si confrontano con una domanda debole che ha accusato lo scorso anno 413 cancellazioni nette provocate dalla recessione incombente. Il motivo di questa apparente dicotomia sta nel fatto che negli ultimi quattro anni i produttori hanno accumulato un portafoglio ordini di 8mila aerei con una produzione assicurata per i prossimi sei anni.

Ma il 2009 si ricorderà soprattutto perché ha visto il lancio dell'aereo avenierstico prodotto dalla Boeing, il B787 Dreamliner: è il primo aereo di linea ad essere realizzato con una elevata percentuale di fibra di carbonio (oltre il 50%). La novità risiede nel fatto che la fusoliera è interamente in fibra di carbonio con parti in titanio per rafforzarne la struttura. L'utilizzo massiccio di questo materiale permette di risparmiare più del 20% del peso rispetto ad un aereo tradizionale e quindi di carburante. In Italia si lavorano parti dell'aereo per volare a Seattle dove avviene l'assemblaggio. Con Alenia Aeronautica ci sono contratti di fornitura per le lavorazioni in Italia nel sito di Grottaglie dove si concentrano le produzioni della sezione centrale e centro-posteriore della fusoliera del Dreamliner, a Foggia quelle dello stabilizzatore orizzontale e a Pomigliano le lavorazioni dei componenti in fibra di carbonio.

A settembre invece è attesa la prima consegna dell'aereo regionale Superjet100 prodotto da Alenia insieme ai russi della Sukoi. Anche Alitalia potrebbe adottare per la sua flotta l'aereo russo-italiano.

 

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