Onorevole La Malfa, da ex ministro delle Politiche comunitarie, come giudica il caso Grecia?
Questa situazione è il risultato di una contraddizione finora irrisolta: in Europa si è voluto fare prima l'unione monetaria e poi quella politica. Il risultato è che l'Ue si è trovata spiazzata di fronte al rischio di un fallimento di uno stato membro. Non ha gli strumenti adeguati per gestirla
Come giudica l'accordo raggiunto in sede comunitaria per sostenere i conti pubblici di Atene?
È stata una scelta obbligata. Le conseguenze di un fallimento sarebbero state devastanti. La moneta unica ci ha tenuto al riparo da una crisi valutaria ma non ha potuto evitare una crisi del debito i cui effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti. E questo è avvenuto perché si è voluto adottare un'unica politica monetaria per un'area che va dalla solida Germania alla fragile Grecia.
Quali sono secondo lei gli errori della Bce?
La Banca centrale europea ha un unico obiettivo: la stabilità dei prezzi. Ma la sua politica dei tassi ha avuto l'effetto di rafforzare troppo la valuta mettendo in crisi le economie più fragili, come quella greca
Si ma come si esce da questa situazione?
L'unica strada è quella di un salto di qualità sul fronte politica. L'Ue, a mio parere, dovrebbe dotarsi di un ministero del Tesoro comunitario, che sia in grado di gestire meglio emergenze di questo tipo ma anche di affrontare meglio le fasi di stagnazione dell'economia.

Giorgio LaMalfa è stato stato ministro del Bilancio nei primi anni '80 e ministro per le Politiche comunitarie del governo Berlusconi dal 2005 al 2006. E' deputato del Gruppo misto.

 

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