Onorevole Letta, l'Ue ha deciso di salvare la Grecia. È stata la scelta giusta? Far fallire Atene avrebbe avuto effetti devastanti. Il fatto che sia stato raggiunto un accordo a livello europeo (anche se i dettagli non sono ancora noti, ndr) è positivo.
Atene non ha rispettato i parametri di Maastrict e ha avuto una gestione per così dire spensierata della finanza pubblica...
È chiaro che questa situazione deve imporre un cambio di rotta a livello politico. Il caso greco rende urgente una riforma del patto di stabilità.
Qual è la sua proposta?
Occorre prevedere delle formule di uscita dall'euro e dall'Unione europea. Solo così si può pretendere da Atene l'effettiva attuazione del piano di contenimento del deficit che ha presentato. E poi rafforzare le strutture comunitarie in modo da poter gestire meglio in futuro emergenze di questo tipo.
Strumenti che al momento non ci sono. Non sarebbe stato meglio affidare la gestione al Fondo monetario internazionale, come ha suggerito Otmar Issing, ex capo economista della Bendesbank e della Bce?
Assolutamente no. Sarebbe un fallimento politico pesante per l'Europa. Bruxelles deve saper dimostrare di saper gestire le emergenze.
L'ex ministro per le Politiche comunitarie, Giorgio La Malfa, sostiene che il caso Atene è l'inevitabile conseguenza della scelta di fare l'unione monetaria prima di quella politica. Che cosa ne pensa?
Da sostenitore dell'euro le rispondo che se non ci fosse stata la moneta unica oggi non staremmo neanche a parlare di unione politica. Il caso Grecia dimostra il contrario: un'emergenza economica ha forzato i paesi dell'Ue a trovare un'intesa politica.

Enrico Letta è vicesegretario del Pd. È stato ministro per le Politiche comunitarie nel primo governo D'Alema (1998) e ministro dell'Industria nel secondo governo d'Alema e nel successivo esecutivo Amato.

 

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