La spallata dei "torinesi" di Intesa Sanpaolo non c'è stata. Chi, a Torino, voleva modificare lo statuto della banca puntando su una direzione generale della Banca dei Territori che fosse autonoma rispetto al top management di Intesa, ha fallito la manovra. Siglando un compromesso con il triangolo Guzzetti-Bazoli-Passera che, supportati dalle altre Fondazioni (ma anche dalle regole di Banca d'Italia, che mai ha accettato dualismi al vertice delle banche), ha avuto come esito condiviso la scelta di una manager «indipendente» come Marco Morelli, ben conosciuto sulla piazza finanziaria ma certo non "incasellabile" né nel mondo Intesa (pur essendo stimato da Giovanni Bazoli) né tantomeno in quello Sanpaolo.
Se ora la definizione della prima linea del management può dirsi completata – con il ruolo di capoazienda che resta affidato a Passera, cui rispondono Morelli e l'altro direttore generale Gaetano Miccichè – restano ancora aperti alcuni interrogativi sulla governance di gruppo. E i dubbi riguardano ancora il ruolo che giocherà la Compagnia San Paolo e il modo in cui vorrà far pesare il suo status di primo azionista con il 9,88% del capitale di Intesa. Alla presidenza del consiglio di gestione resterà il "torinese" Enrico Salza? L'ex presidente del Sanpaolo, che a Torino conta ancora e non poco, non sarebbe il candidato di Angelo Benessia, presidente della Compagnia San Paolo. Che vedrebbe volentieri un cambiamento e punterebbe sul torinese Domenico Siniscalco, ex Ministro dell'Economia e attuale presidente di Morgan Stanley in Italia. Partita ancora aperta e tutta da giocare. Ma il confronto tra le varie anime torinesi, che attualmente faticano a trovare una sintesi, potrebbe favorire le aspirazioni della Fondazione Cassa Risparmio di Padova e Rovigo (4,92%) che punta alla presidenza del consiglio di gestione con un proprio rappresentante: Orazio Rossi o Giovanni Costa.
Un rebus che sarà sciolto in parallelo alla formazione delle liste per il consiglio di sorveglianza. Per il quale, ancora una volta soprattutto a Torino, si vagliano varie ipotesi. La Compagnia San Paolo, tenuto conto del voto proporzionale e di adesioni assembleari medie intorno al 40%, potrebbe ottenere 4 o 5 consiglieri. Di questi, uno sarà vicepresidente del consiglio di sorveglianza: ovvero il vice-Bazoli. Due le candidature ipotizzate per il momento: quella di Elsa Fornero (attuale vicepresidente della Compagnia) e quella di Alfonso Iozzo. Quest'ultimo è l'ex amministratore delegato del Sanpaolo, grande sponsor insieme a Salza della fusione con Intesa. Lasciò il gruppo per andare alla Cassa Depositi e Prestiti. Ma ha sempre mantenuto rapporti eccellenti con ambienti del Pd torinese, a partire dal sindaco Sergio Chiamparino. Non sono esclusi altri nomi a sorpresa. È su questa nomina, al pari di quella del presidente del consiglio di gestione, che si misureranno i rapporti di forza della componente torinese di Intesa. Guardando anche agli equilibri futuri.

 

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