Se ora la definizione della prima linea del management può dirsi completata – con il ruolo di capoazienda che resta affidato a Passera, cui rispondono Morelli e l'altro direttore generale Gaetano Miccichè – restano ancora aperti alcuni interrogativi sulla governance di gruppo. E i dubbi riguardano ancora il ruolo che giocherà la Compagnia San Paolo e il modo in cui vorrà far pesare il suo status di primo azionista con il 9,88% del capitale di Intesa. Alla presidenza del consiglio di gestione resterà il "torinese" Enrico Salza? L'ex presidente del Sanpaolo, che a Torino conta ancora e non poco, non sarebbe il candidato di Angelo Benessia, presidente della Compagnia San Paolo. Che vedrebbe volentieri un cambiamento e punterebbe sul torinese Domenico Siniscalco, ex Ministro dell'Economia e attuale presidente di Morgan Stanley in Italia. Partita ancora aperta e tutta da giocare. Ma il confronto tra le varie anime torinesi, che attualmente faticano a trovare una sintesi, potrebbe favorire le aspirazioni della Fondazione Cassa Risparmio di Padova e Rovigo (4,92%) che punta alla presidenza del consiglio di gestione con un proprio rappresentante: Orazio Rossi o Giovanni Costa.
Un rebus che sarà sciolto in parallelo alla formazione delle liste per il consiglio di sorveglianza. Per il quale, ancora una volta soprattutto a Torino, si vagliano varie ipotesi. La Compagnia San Paolo, tenuto conto del voto proporzionale e di adesioni assembleari medie intorno al 40%, potrebbe ottenere 4 o 5 consiglieri. Di questi, uno sarà vicepresidente del consiglio di sorveglianza: ovvero il vice-Bazoli. Due le candidature ipotizzate per il momento: quella di Elsa Fornero (attuale vicepresidente della Compagnia) e quella di Alfonso Iozzo. Quest'ultimo è l'ex amministratore delegato del Sanpaolo, grande sponsor insieme a Salza della fusione con Intesa. Lasciò il gruppo per andare alla Cassa Depositi e Prestiti. Ma ha sempre mantenuto rapporti eccellenti con ambienti del Pd torinese, a partire dal sindaco Sergio Chiamparino. Non sono esclusi altri nomi a sorpresa. È su questa nomina, al pari di quella del presidente del consiglio di gestione, che si misureranno i rapporti di forza della componente torinese di Intesa. Guardando anche agli equilibri futuri.
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