Fa mea culpa davanti al Congresso Usa e si assume tutta la responsabilità della crisi di sicurezza che Toyota si trova ad affrontare. Akio Toyoda, presidente della casa automobilistica giapponese e nipote del fondatore della società, deposita alla commissione di supervisione e riforme del governo della Camera la propria testimonianza in vista dell'audizione di mercoledì.

«Sono profondamente dispiaciuto per gli incidenti sperimentati» dai clienti Toyota, afferma Toyota ammettendo che Toyota è forse cresciuta troppo rapidamente. Le audizioni per i maxi-richiami prendono il via mentre le autorità federali americane avviano un'inchiesta penale nei confronti di Toyota, mentre la Sec sta esaminando al comunicazione della casa automobilistica
giapponese agli investitori in merito ai problemi di sicurezza.

La casa nipponica in Congresso, attraverso il numero uno in Usa James Lentz, si difende dalle critiche della Camera e ribadisce che alla radice dei richiami non si sono problemi elettronici. Una spiegazione che non convince: il segretario ai Trasporti Ray LaHood ritiene infatti che tale possibilità non possa essere esclusa. «Continueremo a indagare tutte le possibili cause» spiega replicando alle critiche e alle osservazioni di Henry A. Waxman, presidente della commissione
per l'energia della Camera, secondo il quale il caso-Toyota mette in evidenza l'esigenza di regole. Aprendo l'audizione di Lentz il democratico Bart Stupak solleva invece dubbi sull'affidabilità del sistema elettronico dei veicoli Toyota, ma non risparmia neanche l'autorità americana per la sicurezza stradale, la Ntsha, constatando come l'agenzia si sarebbe mostrata «troppo accomodante con il settore» automobilistico.

 

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