La scelta di Standard & Poor's
L'agenzia di rating ha tagliato il merito di credito di Lisbona da «A+/A-1'» a «A-/A-2» con outlook negativo, aprendo quindi la strada alla possibilità di un altro abbassamento del suo voto. Poco dopo l'agenzia ha declassato anche la Grecia a livello 'junk', spazzatura. In meno di mezz'ora le Borse del vecchio continente hanno quasi raddoppiato la performance negativa. L' Europa si è votata al pessimismo: Parigi, Londra, e Francoforte hanno chiuso ben al di sotto della parità. Non è andata meglio a Piazza Affari, dove il Ftse all share ha ceduto il 2,4% e il Fste mib il 3,3 per cento. La Borsa di Atene, dal canto suo, è andata sotto di oltre il 6,5 per cento. In ribasso anche Wall Street . Le piazze a stelle e strisce, fino al declassamento del Portogallo, avevano traccheggiato. Poi, hanno virato fortemente verso il basso. Il Dow Jones ha chiuso in calo dell'1,9%, il Nasdaq del 2 % e l'S&P500 del'2,3 per cento. Negli Usa avevano considerato il problema del possibile contagio tra i "Piigs" un tema europeo. Ma la scure su Atene ha mutato gli animi. E si teme per il settore bancario: Charles Payne, analista indipendente a Wall Street, ha sottolineato che «è sempre più chiaro come la comunità internazionale avrà molte difficoltà ad agire unita per salvare la Grecia. Atene potrebbe essere la prima tessera del domino a cadere, seguita da Portogallo e Spagna; uno scenario in cui si teme per l'impatto sulle banche e sul settore finanziario in generale».
Non stupisce, così, che le news positive siano state dimenticate. In primis quella pubblicata da Ford che ha chiuso il primo trimestre di quest'anno con 2,1 miliardi di dollari di utile, e ha detto di attendersi un «solido» profitto anche nel 2010, con un anno di anticipo rispetto alle precedenti stime. E poi, quella sulla fiducia dei consumatori che é salita in aprile a 57,9 punti da 52,3 in marzo. Il dato reso noto dal Conference Board é migliore delle attese degli analisti che avevano previsto un rialzo contenuto a 54 punti.
Merkel "temporeggiatore"
La giornata non era comunque iniziata nel migliore dei modi. I mercati erano già innervositi dalla strategia della Germania e del cancelliere Angela Merkel, di fronte alla Grecia, che ricorda quella del "Temporeggiatore", il generale romano Quinto Fabio Massimo, noto per la sua tattica di logoramento nei confronti degli avversari, in particolare Annibale.
Attendere, temporeggiare per cogliere il massimo del risultato. Su questo punta Berlino che, populisticamente, dice: interverremo solo all'ultimo minuto, per evitare che la mano tesa troppo presto possa essere la scusa che Atene sfrutta per allentare la presa sui problemi di bilancio. Il messaggio è mandato agli elettori tedeschi che non vedono di buon occhio l'idea di tirar fuori soldi per salvare la grecia. Anche se, poi, ovviamente le cose non sono così semplici: le banche tedesche sono molto esposte sulla Grecia; e quegli stessi tax payer teutonici hanno già aiutato il sistema finanziario tedesco che, quando c'era da guadagnare, non ha disdegnato le sirene elleniche. Ma tant'è, le lezioni regionali sono il 9 maggio e, almeno fin lì, bisognerà aspettare il "Temporeggiatore" tedesco. Mentre il 19 maggio il governo del primo ministro George Papandreau dovrà tornare sul mercato per rifinanziarsi, vista la scadenza di circa 10 miliardi di bond.
Il grido d'allarme di Atene
Il tempo, insomma, stringe. E la stessa Atene ha lanciato l'allarme contro questa strategia. Il ministro delle Finanze greco, Giorges Papaconstantinou ha detto: abbiamo bisogno dei prestiti dell'Ue e dell'Fmi entro il 19 maggio perché «non siamo in grado» di finanziarci sui mercati. «La mancanza di chiarezza sulla posizione dell'Europa - ha aggiunto- non é di aiuto» al Paese. Anche perché, ha concluso, il rapporto deficit/Pil del 2009 potrebbe salire anche al 14 per cento.
I cds salgono i rendimenti greci anche
In questo quadretto idilliaco cosa è successo sul mercato del reddito fisso? I tanto decantati Cds sull'emissione greca a 5 anni (di cui, però, non smetteremo mai di sottolineare l'opacità), prima della decisione di S&P's erano rimasti sui livelli di ieri, attorno ai 700 basis points. Poi, sono schizzati verso l'alto fino a raggiungere quota 760. I rendimenti dei bond greci, dal canto loro, non si sono fatti pregare: sono anch'essi schizzati verso l'alto. La scadenza a tre anni è arrivata a rendere il 14%, quella a cinque il 12,9% e il decennale il 9,8 per cento. Segni inequivocabili di una vendita in massa dei titoli, sia in ottica speculativa sia in quella di fuga dal rischio. «Il mercato - spiega Marco Delzio, partner di Martingale Risk Italia -sconta una probabilità del 50% che la Grecia arrivi a ristrutturare il debito. Il calo delle quotazioni dei bond e il balzo dei rendimento ne sono il segnale più evidente».
A Piazza Affari crollano le banche
Sui titoli a Piazza Affari, in particolare, da segnalare il tonfo delle banche. Intesa Sanpaolo ha ceduto oltre il 5%, Pop Milano oltre 4,7%, Unicredit il 4,4%, Mps il 3,7%, Ubi Bancai il 3,7% e Mediobanca il 3,35 per cento.
Giù anche Enel che aveva resitito oltre la parità per metà seduta. In mattinata Morgan Stanley ha alzato il giudizio sul titolo da equalweight a overweight, con target price a 5 euro. I motivi? Principalmente tre. In primis «utili con buoni margini di ripresa e miglioramenti nel deconsolidamento del debito: il titolo é a sconto del 30% se si guarda il rapporto prezzo/utili del settore, sottolinea Morgan Stanley. Poi «utili più alti e sicuri per il futuro, grazie all'aumento del fatturato e al taglio dei costi». E infine «un potenziale di crescita di lungo periodo almeno in linea con il settore».
Sale l'oro cede l'euro.
In queste sedute concitate gli investitori cercano porti sicuri per i loro soldi. Con effetto pavloviano, dopo il taglio del rating di Atene è salito l'oro: le quotazioni del metallo giallo sono cresciute dell'1% a 1.164,57 dollari.
Invece è scivolato verso il basso l'euro: la divisa unica europea alle 18.00 scambiava 1,3225 contro il dollaro. In ribasso anche nei confrontti dello yen: 124,39 contro la moneta del paese del Sole Levante.
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