Aggiornamento ore 22.30


Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Nonostante la buona intonazione, però, nell'ultima ora di contrattazione gli indici hanno ridotto i guadagni e in particolare il DJIA, che nel corso della seduta si era di nuovo avvicinato alla soglia di resistenza degli 11mila punti, ha perso quota chiudendo a +0,28% (10.927,52 punti). Il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,23% a 2.436,81 punti, mentre per lo S&P 500 il progresso è stato dello 0,34% a 1.186,45 punti. L'euro è scambiato a 1,3349 dollari. Gli investitori sulle borse americane sembrano avere lasciato da parte la delusione per le notizie arrivate dal mercato del lavoro e i timori sulla Grecia, concentrandosi sul buon andamento dei bancari e dei titoli del comparto retail, che traggono vantaggio dai risultati migliori delle previsioni sulle vendite comparate di marzo. A fare da traino anche la solida domanda ottenuta dall'asta di titoli di stato trentennali, l'ultima vendita di bond prevista per questa settimana. Non è bastato però a rompere la 'resistenza' di quota 11mila.

Il caso Grecia pesa sui listini europei
Chiusura negativa per le Borse europee, che terminano la seduta in ribasso, quando lo scarto tra i titoli di stato greci e quelli tedeschi sono al massimo storico di 440 punti base. Il mercato risente del'aggravarsi della crisi greca, con la fuga di capitali dal paese e la borsa di Atene a picco. Il Dax di Francoforte ha perso lo 0,81%, il Cac40 di Parigi l'1,20%, mentre a Londra il Ftse 100 si ferma a -0,86 per cento. Anche a Milano indici negativi, il Ftse It All ha chiuso a -1,31%, il FTSE Mib a -1,43%.

Vendite sulle banche. In controtendenza Fondiaria
L'ennesimo scivolone delle banche greche sui timori di un default dei conti pubblici di Atene ha avuto riflessi sui titoli italiani: i più pesanti sono stati proprio Unicredit e Intesa Sanpaolo, in calo rispettivamente del 2,68% a 2,18 euro e del 2,26% a 2,70. Giù anche il Banco popolare (-2,23% a 5,04), in ribasso dell'1,80% a 7,90 euro e Mediobanca, seguita tra gli assicurativi da Generali, che ha ceduto l'1,55% a 17,74 euro, e che comunque non ha risentito particolarmente di un report negativo di Banca Akros. In netta crescita ha invece chiuso Fondiaria-Sai (+2,06% a 11,4 euro) con vendite scattate verso la chiusura.

Male Pirelli e Mediaset. In calo Fiat
Tra i titoli maggiori di Piazza Affari i più pesanti sono stati Pirelli & C, che ha ceduto il 3,43% a 0,43 euro anche su un rapporto negativo per il comparto dei fornitori del settore auto di Kepler, e Mediaset (-2,95% a 6,24 euro) dopo che è emerso ieri un arbitrato con Sky per i diritti televisivi del digitale terrestre per i mondiali di calcio. In netto calo anche i gruppi legati all'industria del petrolio: Tenaris a 16,47 euro e Saipem a quota 28,96 hanno ceduto entrambi il 2,20%, mentre Eni ha chiuso in perfetta parità rispetto alla vigilia a 17,35 euro. Vendite anche su Fiat (-0,92% a 9,66 euro) dopo un report di Macquarie group e su Exor (-0,76% a 13,12 euro).

Scende Telecom, frena Fastweb. Tengono i titoli del cemento
Nel giorno dell'assemblea di Telecom Italia Media (-0,13% a 0,07 euro), la controllante Telecom Italia ha ceduto l'1,58% a 1,06 euro in attesa che si sciolga il nodo dei possibili accontonamenti per la vicenda Sparkle. Nel frattempo ha frenato anche Fastweb (-0,92% a 15,08 euro) dopo i forti recuperi delle scorse sedute con l'evitato commissariamento. Tra i molti segni negativi, hanno invece tenuto i titoli maggiori del cemento: Italcementi ha chiuso con una limatura dello 0,11% a 8,85 euro, mentre Buzzi è cresciuto dello 0,61% a quota 9,9.

 

Shopping24