Il business angel interviene nelle primissime fasi dell'innovazione, quando l'idea cerca di tradursi in impresa. Scritto il progetto servono capitali e competenze. Nella filiera del capitale di rischio i business angel vengono prima dei venture capital istituzionali e dei fondi di private equity. Investono meno ma subito, sull'idea o sulla start up. Rischiano soldi propri entrando nel capitale dell'azienda. Poi, dopo una media di tre-quattro anni, vendono.

Secondo un'indagine di Iban, associazione nazionale per l'angel investing, in Italia nel 2009 gli interventi in giovanissime imprese innovative sono stati 179, mentre nel 2008 erano stati 120. Quanto al valore, la crescita è stata molto più modesta: 31.460.000 di euro contro i 31.100.000 del 2008 (+1,2%). L'investimento medio è dunque sceso da 213mila euro a 176mila euro. «In un 2009 abbastanza nero per il venture capital, il settore delle operazioni "early stage" non è arretrato, anche se ha rallentato la crescita rispetto agli ultimi 4 anni - commenta Tomaso Marzotto Caotorta, socio fondatore e segretario generale Iban - i business angel hanno preferito agire in cordata e per operazioni più piccole».

«Il business angel italiano ha in media 49-50 anni, è laureato e ha conseguito un master - continua Caotorta -. In genere è un manager, un imprenditore, un figlio di un imprenditore, un avvocato d'affari o un commercialista. Ha esperienza nella gestione di progetti di impresa e liquidità da investire in piccole imprese con elevato potenziale di sviluppo. Gli investimenti vanno dai 50mila ai 500mila euro per singola operazione». Statisticamente, un terzo degli interventi finisce in perdita, un terzo in pareggio e un terzo con forti guadagni, tra le 5 e le 10 volte il valore iniziale. Dopo una media di tre-quattro anni il businell angel vende a un investitore più grande, a un'altra azienda oppure, raggiunto un certo target, all'ideatore del progetto.

Nel 2009 i progetti esaminati sono stati 1394. Tra i settori vince l'Ict, seguito da biotech, tecnologie mediche e clean tech (energie pulite). Quest'ultimo «ha registrato il trend di crescita più forte negli ultimi tre anni e prevediamo continui così, in particolare nella gestione delle acque, la raccolta dei rifiuti e l'ottimizzazione degli impianti geotermici».

Esperienze di innovazione in Italia, fra territorio e libertà
Nova 24

 

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