LUGANO - Carsten Schloter, ceo di Swisscom, è uno dei protagonisti dello sbarco del gruppo elvetico delle tlc in Italia, che ha avuto come momento cruciale l'acquisto di Fastweb nel 2007. Schloter, tedesco, classe 1963, era già presidente ed è ora anche ceo di Fastweb, in seguito all'auto sospensione di Stefano Parisi, passo questo che ha evitato il commissariamento dopo le indagini sulla truffa-carosello che hanno toccato alcuni aspetti delle passate attività della stessa Fastweb e della Sparkle del gruppo Telecom. In questa intervista a Il Sole 24 Ore, Schloter fa il punto sulla situazione e sulle prospettive di Swisscom e Fastweb.

Lei ha detto che resterà pochi mesi ceo di Fastweb. Come giudica l'auto sospensione di Parisi e quale incarico lo stesso Parisi avrà nel gruppo?
L'aspetto più importante è che il rischio del commissariamento è stato eliminato. Sono grato a Stefano Parisi che ha proposto la soluzione al problema, offrendo la propria temporanea auto sospensione. Possiamo adesso concentrare tutte le nostre forze nella sfida del nostro principale concorrente, Telecom Italia. Se Telecom, del resto, pensava che noi saremmo usciti indeboliti da questa vicenda, si sbagliava.
Per quanto riguarda il ruolo di Stefano Parisi, nel frattempo continuerà a sostenere le ambizioni Swisscom in Italia. Guiderà Swisscom It services, per portare servizi Ict Swisscom alle grandi aziende italiane, e sarà responsabile per gli affari regolatori e alcuni sviluppi strategici a cui Swisscom sta pensando, in Italia.

Lei ha parlato di sei mesi per capire il futuro di Fastweb. Basteranno?
Il futuro di Fastweb è intatto. Con l'eliminazione della minaccia di commissariamento, siamo tornati a concentrarci al cento per cento sul business. In questi primi mesi dell'anno non abbiamo registrato alcun impatto sul nostro business e sui nostri numeri. Può esistere un rischio di reputazione, ma credo che la trasparenza che abbiamo mostrato, sia per le misure introdotte in accordo con le autorità, che nella costante comunicazione a mercato e clienti, abbia scongiurato tale rischio. Tuttavia, tra sei mesi sarà possibile fare una valutazione più globale e serena dell'impatto di tutta la vicenda.

Per la trasparenza, pensa che ci sia ancora qualcosa da cambiare?
La Procura stessa, che ha ritirato la richiesta di commissariamento a seguito delle proposte da noi formalizzate, ha giudicato sufficiente il grado di trasparenza offerto dalle nostre misure. Come Swisscom abbiamo fatto svolgere un'indagine indipendente da parte di un terzo che ci ha confermato che dal 2007, anno in cui Fastweb è stata acquisita da Swisscom, non sono state svolte attività come quelle indagate. E siamo certi che da quell'anno in poi null'altro di inaspettato possa emergere da Fastweb.

Ritiene opportuno cambiare qualcosa nel management e nell'organizzazione di Fastweb?
No, non è previsto. Stiamo lavorando intensamente per sostenere la reputazione di Fastweb ed essere presenti per i nostri clienti. Per esempio, nelle prossime settimane incontrerò diverse aziende per rafforzare la loro fiducia in Fastweb.

Come vede la posizione di mercato attuale di Fastweb, per quel che riguarda in particolare tecnologie e servizi offerti?
Fastweb è molto ben posizionata in un mercato che ha un grande potenziale di crescita, perché Telecom Italia ha una quota di mercato ancora molto alta. Se prendiamo per esempio il mercato delle aziende, il mio obiettivo al momento, vediamo che la quota di clienti che conquistiamo è notevolmente più alta della nostra fetta di mercato, che è quindi in costante crescita, anche grazie al fatto che Fastweb può contare sulla proprietà di una rete di nuova generazione estremamente affidabile e su una qualità di servizio che non ha uguali nel mercato. Ritengo l'Italia un paese interessante in cui investire: l'investimento pro capite in telecomunicazioni è molto basso e questo significa un grande potenziale per chi investe. È però fondamentale che aumenti la competizione attraverso un appropriato quadro regolatorio. Sarebbe un errore per le autorità aumentare il prezzo dell'unbundling senza un impegno concreto a investire da parte di Telecom Italia. Se ci sarà più competizione, siamo a pronti a investire in reti di nuova generazione.

In quali settori di attività stanno funzionando le sinergie tra Swisscom e Fastweb?
Anche se i mercati sono differenti tra loro, ci sono comunque una serie di sinergie cui entrambe aziende possono accedere. Swisscom, per esempio, approfitta della grande esperienza maturata da Fastweb nel settore della fibra ottica e della tv via internet e dove Fastweb assume un ruolo pionieristico a livello europeo. Per contro, Fastweb può avvalersi del know-how Swisscom nell'ambito della telefonia mobile.

Oltre che in Svizzera ed in Italia, Swisscom intende avere una presenza diretta importante su altri mercati?
No, ci concentriamo sul mercato italiano e svizzero.

In prospettiva, Lei vede la crescita del gruppo Swisscom come crescita organica, oppure sono possibili anche altre acquisizioni?
Naturalmente teniamo gli occhi aperti. Se dovesse presentarsi un'opportunità interessante, non escludiamo delle acquisizioni complementari. Tuttavia, attualmente, non c'è nulla di concreto in vista.

 

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