Accordo raggiunto a Bruxelles sui tassi di interesse da applicare ad Atene, se questa decidesse di chiedere aiuto ai partner europei e all'Fmi. Il sofferto e ancora segreto accordo, che dovrà essere firmato dai leader politici europei, è giunto dopo un vertice tra gli sherpa finanziari della zona euro sui termini di un eventuale sostegno finanziario da concedere alla Grecia. Subito dopo la notizia lo spread sui bund è sceso a 384 punti base con un rendimento sui decennali di Atene calato dal 7,50% al 7,10% mentre l'euro ha recuperato a 1,3471.
L'intesa, secondo indiscrezioni, permetterebbe alla Grecia di attingere ai fondi a un tasso «meno elevato del tasso attuale sul mercato greco» senza che si tratti «neppure di un regalo».
I dettagli sono importanti in questa vicenda: «Si tratterà di un piano pluriennale su un arco di due-tre anni» con tassi che oscilleranno attorno alla media del valore di mercato di obbligazioni a scadenza biennale: lo hanno riferito fonti al giornale tedesco Welt am Sonntag (Was) riferendosi ai termini del possibile prestito alla Grecia raggiunto a Bruxelles.
I tassi di queste obbligazioni di riferimento, ricorda l'edizione domenicale del quotidiano Die Welt, da gennaio sono saliti per la Grecia dal 3,3 al 7,5% ma in media sono sul 5%. Altre fonti parlano invece di interessi intorno al 6%, meno del 7% di mercato greco e molto di più dell'1,3% del benchmark tedesco. Il tasso sarebbe la somma di quello applicato dal Fondo monetario (che nel caso greco sarebbe intorno al 3%) più 350 punti base. Alcuni dettagli tecnici dell'operazione dovrebbero essere chiariti «al più tardi per la metà della prossima settimana», prevede la Was aggiungendo che si punta ad intervenire già «entro le 48 ore» successive ad una dichiarazione della Grecia di non essere più in grado di finanziarsi sul mercato.
Resta l'incognita di quale ruolo giocherà l'Fmi sia nella tempistica che nella quota degli aiuti. Il tasso dell'Fmi sarebbe nettamente inferiore a quello applicato dalla Ue.
Tanta rapidità è richiesta per arginare le conseguenze della corsa a ritirare i risparmi dalle banche (un «Bank-Run») che la dichiarazione innescherebbe.
Che si avvicini la possibile attivazione dei prestiti Ue-Fmi annunciati a fine marzo lo indica anche la conference call del 'board' della Bce, tenutasi ieri sera alle 19 per discutere gli sviluppi della crisi.
Quando potrebbe scattare dunque la richiesta ellenica? Secondo fonti greche la telefonata di George Papandreou potrebbe scattare solo quando la Germania dirà sì senza remore al pacchetto di aiuti e questo potrebbe accadere solo dopo le elezioni regionali tedesche previste il 9 maggio, ma se le pressioni dei mercati si facessero ancora più forti allora tutto subirebbe un'accelerazione. Il premier spagnolo José Luis Zapatero, presidente di turno della Ue, ieri ha detto che il messaggio sulla crisi greca «deve essere chiaro e senza elementi di incertezza», facendo ipotizzare un messaggio di chiarimento nel weekend.
La questione dei rendimenti richiesti ad Atene su eventuali aiuti Ue era considerato un nodo sul raggiungimento dell'accordo. La decisione è arrivata alla vigilia del ricorso al mercato della Grecia che martedì rinnoverà titoli a 26 e 52 settimane per 1,2 miliardi di euro negli Stati Uniti. Traders locali hanno preventivato tassi superiori al 7% per rifinanziari.
In questo quadro difficile l'agenzia Fitch ha tagliato il rating del debito sovrano della Grecia di due gradi a BBB- da BBB+ con outlook negativo. L'ennesimo colpo per Atene che deve ricorrere al mercato per 32 miliardi di euro complessivi di titoli in scadenza fino a fine anno.
La politica europea non è stata a guardare e anche il premier Silvio Berlusconi in occasione dell'incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy a Parigi è intervenuto sulla crisi greca. «Sull'aiuto alla Grecia ci siamo trovati assolutamente d'accordo che, essendo la Grecia un paese dell'euro, abbiamo il dovere e l'interesse di dare supporto, altrimenti avremmo conseguenze molto negative sulla nostra moneta ed economia», ha detto Berlusconi al termine del vertice bilaterale a Parigi.

 

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