La Casa Bianca promuove la Fiat e il lavoro di Sergio Marchionne, illustrato oggi agli analisti al Lingotto. Commentando in generale la situazione del mercato automobilistico americano, e in particolare i risultati annunciati da General Motors e Chrysler, uno dei principali consiglieri economici dell'amministrazione Obama, Lawrence H. Summers, ha pubblicato un intervento sul sito ufficiale della Casa Bianca («Che differenza rispetto a un anno fa») che fa il punto sui risultati della strategia del governo Usa per far fronte alla crisi dei colossi dell'auto di Detroit. Per quanto, come sottolineato dal portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, l'industria americana dell'auto «non possa ancora dirsi fuori dal guado», nello stesso tempo l'amministrazione sottolinea con evidenza i progressi fatti nel settore nel corso dell'ultimo anno. «Un anno fa l'industria americana dell'auto era sull'orlo del collasso - ha scritto Summers -. Oggi, General Motors ha annunciato che rimborserà completamente al governo americano i 6,7 miliardi di prestito, e Chrysler ha annunciato che, dopo i cambiamenti dello scorso anno per la sua ristrutturazione, nel primo trimestre del 2010 ha prodotto per la prima volta dall'inizio della crisi un utile operativo». Dati positivi che sono stati salutati con grande soddisfazione dalla Casa Bianca. Summers ha sottolineato che, quindi, sarà «più veloce di quanto previsto» il rientro dei prestiti concessi dal governo. «Questo -rivendica Summers - è avvenuto non per un accidente della storia, è il risultato di decisioni politiche difficili fatte dal presidente Obama per fornire a Gm e a Chrysler, e più in generale all'industria dell'auto, un'occasione di sopravvivenza, e vedere se loro fossero state in grado di dimostrare di saper ripartire per un progetto di lungo termine che non preveda assistenza governativa costante». Il governo Usa ha confermato tuttavia che con ogni probabilità non riuscirà a recuperare tutti i fondi utilizzati per il salvataggio del settore auto. La Casa Bianca detiene circa il 60% di Gm e quasi il 10% di Chrysler, di cui Fiat controlla al momento il 20 per cento.

 

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