Che cosa sta succedendo sui mercati?
Si è creata una crisi di fiducia sulle capacità di tenuta di alcuni paesi dell'area dell'euro. In particolare, sui conti di alcune nazioni il cui rapporto tra deficit e prodotto interno lordo (uno dei parametri fondamentali per partecipare all'Ue) era più sbilanciato del previsto.
I paesi in questione si comportano come una famiglia in cui le uscite superano le entrate. Purtroppo tra questi, insieme a Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda, c'è anche l'Italia.

Perché tutto sta accadendo proprio adesso?
Perché è adesso che alcuni nodi sono venuti al pettine. L'ingresso nell'area della moneta unica prevedeva il rispetto di alcuni parametri. Oggi si è scoperto che non erano stati rispettati sin dall'inizio. In particolare, nel caso della Grecia, il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo (che non è altro che l'insieme dei beni e dei servizi prodotti dal sistema paese), era ben al di sopra di quanto dichiarato. È come se in un condominio vi fosse un gruppo di proprietari che non ha mai pagato le spese e si avvale ugualmente dei servizi comuni.

La moneta unica è a rischio?
In economia non c'è nulla di certo e definitivo, ma l'eventualità che una costruzione complessa e importante come la moneta unica possa essere rimessa in discussione è estremamente remota. Danneggerebbe tutti i paesi membri.

Se ci fosse stata ancora la lira saremmo più al sicuro?
Niente affatto. Una situazione simile a quella che stiamo vivendo oggi si è già verificata. È accaduto nel settembre del 1992: quando un attacco speculativo mise sotto schiaffo la Gran Bretagna e l'Italia. Il 14 settembre di quell'anno, il ministro del Tesoro Piero Barucci e il presidente del Consiglio Giuliano Amato decisero di reagire nell'unico modo possibile: svalutando la lira e rastrellando liquidità nei conti correnti dei cittadini. In questa fase avere una valuta debole avrebbe creato guai peggiori.

Quando si parla di attacchi speculativi che cosa si intende esattamente?
Nel mondo della finanza globale c'è una sola regola. Guadagnare. Esistono investitori che dispongono di ingenti risorse e che scommettono su tutti i mercati: quelli azionari, quelli obbligazionari, ma anche sulle singole valute. Si può guadagnare scommettendo sul loro rialzo. Ma si può guadagnare anche scommettendo sul loro ribasso. Esattamente come nelle sale scommesse: si punta sulla vittoria o sulla sconfitta di una squadra. In questo caso gli investitori hanno individuato una o più squadre deboli e stanno scommettendo sulla loro sconfitta.

Chi sono gli speculatori di cui tanto si parla?
Nel 1992 il più importante era stato identificato con nome e cognome: George Soros, il finanziere americano di origine ungherese. Oggi nel mondo della finanza i nomi sono nascosti dietro numerose entità che si chiamano hedge fund: fondi che, originariamente, erano costruiti per difendere i portafogli in casi di crisi. E oggi utilizzano la propria libertà di manovra e la propria liquidità (anche) per scommettere al ribasso su squadre deboli o indebolite (e guadagnare).

In passato, in situazioni simili, quali sono i settori e i titoli che in Borsa hanno perso di meno?
I titoli farmaceutici e gli alimentari sono considerati dagli esperti i meno esposti alle tempeste, insieme ad alcune società attive della distribuzione di pubbliche utilità (gas e altro). Gli investitori più esperti tengono sotto controllo anche le borse estere. Considerando oltre all'andamento dei titoli anche quello delle valute in cui sono espressi.

Quali conseguenze ci possono essere sui miei risparmi?
In situazioni come queste a essere colpiti sono sia gli investimenti azionari sia quelli obbligazionari. Gli esperti suggeriscono di indirizzarsi verso paesi solidi e puntare su emissioni bond a medio periodo. I più pessimisti ricorrono a valute considerate sicure (come il franco svizzero) o gli investimenti in metalli preziosi o su Etf (exhange trade fund) ancorati all'oro. Alcuni sono anche quotati alla Borsa di Milano. Gli ottimisti, dal canto loro, pensano che il titolo più sicuro possa essere il bund tedesco a due anni.

Ho fatto un mutuo a tasso variabile. Che cosa può succedere alla mia rata?
In questi casi è dimostrato che le uniche variabili che non si muovono sono i tassi d'interesse. In genere, infatti, il costo del denaro viene aumentato per rallentare crescite dell'economia che possono generare l'aumento dell'inflazione. Oggi il problema è esattamente l'opposto.