Investite dall'accusa di aver contribuito alla crisi finanziaria globale, aiutando a creare prodotti strutturati cui hanno assegnato una generosa tripla A e che poi si sono trasformati in titoli tossici. Nell'occhio del ciclone della crisi europea del debito sovrano innescata dalla Grecia, per aver declassato, nel momento più caldo delle turbolenze, Portogallo e Spagna.

Le agenzie di rating (oggi quelle più importanti sono tre: Standard&Poor's, Moody's e Fitch) sono state per oltre un secolo un ingranaggio quasi invisibile dei mercati finanziari, una utility cui si chiedeva, in cambio di una patente di "organizzazioni riconosciute", di assegnare una valutazione alla capacità di un debitore, sia esso uno Stato o un ente pubblico, un'impresa o una banca, di rimborsare il proprio debito. Il loro semplice giudizio faceva fede, tanto che ad alcune categorie di investitori istituzionali è consentito di acquistare solo titoli che le agenzie considerano "degni di investimento" e tanto che le regole di Basilea2 sui requisiti patrimoniali delle banche poggiavano sui loro rating come uno dei suoi pilastri.

La doppia crisi degli ultimi tre anni ha cambiato tutto. Le agenzie sono nella bufera e non è un caso che, in uno dei weekend più difficili per la finanza mondiale, come quello in corso, tre eventi contemporaneamente si siano concentrati sulle agenzie di rating: l'intenzione dei leader dell'Unione europea di «rivedere il loro ruolo», come afferma il comunicato diffuso ieri a Bruxelles, la pubblicazione di un "cartellino giallo" dell'organo di controllo dei mercati Usa, la Sec, a Moody's per aver presentato informazioni ingannevoli al rinnovo della licenza nel 2007, la riunione del Financial Stability Board a New York, soto la presidenza del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, per coordinare le regole che stanno emergendo a livello internazionale.

Nel dopo-crisi, gli economisti hanno puntato l'indice contro i conflitti d'interesse e le caratteristiche di oligopolio del sistema delle agenzie. I regolatori si sono mossi su diversi fronti, partendo da un codice di condotta dell'Iosco, che riunisce gli organi di controllo dei mercati nei maggiori paesi. La Sec ha approvato nel settembre 2009 regole più stringenti e tre mesi dopo la Ue ha a sua volta introdotto nuove norme sui controlli e la supervisione. Il Comitato dei regolatori europei dei mercati (Cesr) ha in preparazione i criteri per la registrazione e la vigilanza. L'Fsb, come ha riferito nei giorni scorsi Draghi al G-20, sta lavorando per evitare che emergano regole diverse in diverse giurisdizioni e possa emergere uno "shopping" del rating.

Ma il dibattito sulle agenzie di rating si è ormai spostato nel campo della politica. L'iniziativa più clamorosa e più controversa, che sta dietro la frase generica del comunicato di ieri, è però quella per la creazione di un'agenzia europea, con o senza il coinvolgimento della Banca centrale europea, che peraltro appare riluttante. L'opinione della politica è che le agenzie abbiano oggi troppo potere e, soprattutto dopo gli annunci nel pieno della crisi su Spagna e Portogallo, e poi sulle prospettive delle banche, possano diventare elementi destabilizzanti. È oggetto di discussione anche se il mantenimento dei rating possa richiedere ai paesi misure che non tengono conto della sostenibilità sociale e politica del risanamento dei conti: un fattore che si potrebbe invece chiedere alla nuova agenzia europea. Dando alla luce insomma un'agenzia con caratteristiche ben diverse da quelle attuali. L'obiezione più forte alla sua creazione è il potenziale conflitto di interesse nel giudicare il debito degli stessi paesi che ne hanno promosso la nascita.

Qualcuno, come il direttore del Fondo monetario, Dominique Strauss-Kahn, ritiene peraltro che ai voti delle agenzie di rating sia stata data semplicemente troppa importanza.

CHI SONO
MOODY'S
Moody's è presente pressoché ovunque nel mondo. Impiega 3mila persone, di cui un migliaio sono analisti del credito. Impressionante il grado di copertura del colosso quotato a Wall Street. I suoi rating sono appuntati su ben cento Stati; 12mila emissioni di bond societari; 29 mila emissioni di obbligazioni pubbliche e addirittura 96mila prodotti di finanza strutturata. Nel 2009 la società ha generato ricavi per 1,79 miliardi di dollari con un profitto operativo per 687 milioni con un margine sui ricavi pari al 38 per cento.

STANDARD & POOR'S
Standard & Poor's è la costola d'intelligence finanziaria del gruppo editoriale McGraw Hill, società quotata a Wall Street. La società che ha 150 anni di storia è attiva in 23 paesi e, oltre a fornire rating a singole società, e a sistemi paese, offre servizi aggiuntivi in termini di risk management, valutazione dei rischi, ricerca e analisi finanziaria, e analisi indipendente. Ha dato il suo nome a uno dei tre più importanti indici di borsa americani, lo Standard & Poor's 500, un paniere che contiene 500 titoli azionari quotati.

FITCH
Fitch Group, che controlla le due società Fitch Rating e Fitch Algorithmics è la terza più grande società attiva nell'emissione dei rating che vengono assegnati a emissioni obbligazionarie, a cartolarizzazioni, a singole società e interi paesi. La società è relativamente più giovane delle due sorelle maggiori Moody's e Standard and Poor's ma è comunque presente in 150 paesi inclusa l'Italia. Fitch Group ha la sua sede principale a New York oltre che a Londra anche se il controllo del gruppo è detenuto dalla multinazionale francese Fimalac Sa che ha la sua sede a Parigi.