La crisi della Grecia è diventata la crisi europea del debito sovrano. Il contagio è nel linguaggio di molti titoli e dei commenti della stampa internazionale. "L'eurodebito è un mostro che si rifiuta di morire", sferza il Wall Street Journal. "La crisi europea del debito butta giù i mercati", è il secco titolo di cronaca del Financial Times.

"Il salvataggio della Grecia è solo l'inizio", commenta sul Ft Martin Wolf, esprimendo forti dubbi sulla possibilità che il pacchetto a sostegno di Atene funzioni. "Difficile credere che la Grecia possa evitare la ristrutturazione del debito". Il programma evita uno shock immediato agli altri sistemi fragili dell'eurozona, ma non è chiaro se aiuterà i paesi ora nel mirino. La storia non finisce qui: "C'è ancora molto da fare nel rispondere alla crisi immediata e nel riformare l'eurozona stessa". L'eurozona ha bisogno di regole che non crollino sotto stress, la Bce deve cominciare a pensarci, esorta il Ft nel suo editoriale, intitolato "Decisione tripla A".

La decisione della Bce di sospendere i requisiti sul rating per il debito greco usato come collaterale nelle sue operazioni di liquidità è definito "umiliante per la banca centrale, ma un saggio voltafaccia". Riflettori puntati sulle debolezze del Belpaese in un'analisi dall'Italia di Guy Dinmore. "Gli analisti – si legge sul Ft - temono che il fato dell'euro possa essere messo alla prova in Italia la settima economia mondiale, oltre sei volte più grande della Grecia". L'Italia "offre motivi di preoccupazione" e Dinmore li passa in rassegna: bassa crescita, bassi investimenti, bassa occupazione. Quello che sale è il debito pubblico. E poi i problemi strutturali, dalle inefficienze del settore pubblico alla corruzione diffusa. Un box descrive la frustrazione della Fiat per la poca flessibilità del lavoro in Italia.

"Dopo la Grecia, la Spagna fa crollare i mercati", titola il francese Les Echos, che nell'editoriale sviscera "la questione che ossessiona i mercati": che fare quando uno Stato membro non è più in grado di far fronte ai suoi obblighi finanziari? La risposta greca "non è generalizzabile e non è ancora neppure convincente". Le proposte abbondano, "è ora di andare avanti".

Debito blu e debiti rossi
"Debito blu e debiti rossi per salvare l'euro" è la proposta illustrata sulle colonne di Les Echos da Jacques Delpla, membro del consiglio di analisi economica. Un meccanismo "rivoluzionario", proposto insieme all'economista tedesco Jakob von Weiz-säcke. Si tratta di dividere giuridicamente il debito pubblico di ogni paese in due parti: il debito blu e il debito rosso.
Un po' come si parla di colesterolo buono e di colesterolo cattivo, il debito blu sarebbe formato dal primo 60% del Pil di ogni paese (sarebbe la parte più sicura delle imposte), il resto sarebbe rosso e concentrerebbe il rischio di default di ogni paese. La proposta è di fondere i debiti pubblici blu nell'eurozona, mantenendo i debiti rossi a livello nazionale. Un Paese potrebbe cessare il rimborsare il debito rosso, pur continuando a rimborsare il debito blu. L'immenso debito blu rappresenterebbe nel 2012 un mercato di 6.000 miliardi di euro, equivalente in dimensione, qualità e liquidità al mercato del debito pubblico americano.

La crisi greca è "finalmente l'occasione per salvare l'eurozona!" sostiene un commento su Le Monde . E' l'occasione ideale per "dare omogeneità all'economia" dell'eurozona. Atene si è decisa a fare riforme radicali, e gli altri paesi dei Pigs (Portogallo, Italia e Spagna) "dovrebbero avviare una svolta decisiva, se hanno capito la lezione". La Spagna colpita dalla tormenta cerca di correre ai ripari: "Zapatero affronterà oggi la crisi con Rajoy ma eviterà di chiedere l'appoggio", titola El Pais, guardando ai risvolti della crisi per i rapporti tra governo e opposizione. Il quotidiano economico Expansion allerta: "Gli investitori fuggono da Spagna davanti ai dubbi sulla solvibilità", mentre Madrid afferma che la Spagna non è sull'orlo del baratro e Parigi la difende: "Sono attacchi speculativi".

"Le paure di contagio pesano sulle azioni europee" – si legge sul Wall Street Journal - mentre gli investitori si interrogano sulla validità del pacchetto di salvataggio della Grecia, tra i timori che la crisi del debito si diffonda ad altri paesi. C'è grande attenzione sul Wsj per lo sciopero generale che paralizza la Grecia, che "metterà alla prova la capacità del governo greco di attuare dure misure di austerità in cambio di un salvataggio multimiliardario".
Il Wall Street Journal, puntando il dito sull'eurodebito, un "mostro" che non vuole morire, critica il fatto che i governi nazionali abbiano ignorato spesso e volentieri il patto di stabilità. E' necessario che gli succeda un accordo stringente, "ma è dubbio che l'Europa sia pronta per tale perdita di sovranità fiscale".

Il quotidiano Usa continua a fare i conti del pacchetto a favore della Grecia: "Salvataggio Fmi: Chi paga?". Il Wsj ridimensiona i timori americani che gran parte della parcella sia a carico degli Usa, in quanto principale azionista del Fondo monetario. La Cnn si chiede: "Chi fa il rating sulle agenzie di rating? Sono degne di credito?" Le agenzie di rating sono sempre più criticate "su entrambe le sponde dell'Atlantico". Secondo le critiche, "la struttura delle tariffe delle agenzie, pagate da chi emette bond, crea un conflitto".