Il 2008 è stato l'anno record per le adozioni internazionali, con un incremento del 18% rispetto all'anno precedente. Con questi numeri l'Italia diventa il terzo paese adottante al mondo, dopo Stati Uniti e Spagna. Dal rapporto annuale della Commissione per le adozioni internazionali presentato oggi, a Palazzo Chigi, dai sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e Carlo Giovanardi, che è anche presidente della Commissioni adozioni internazionali, risulta che cresce il numero dei bambini stranieri adottati nel nostro paese. Nel 2008 sono stati 3.977 (2.303 maschi, 1.674 femmine) i bambini giunti in Italia dall'estero, pari al 16,3% in più rispetto all'anno precedente. L'incremento è più significativo se si considera il secondo trimestre del 2008 rispetto al 2007: +30 per cento. I piccoli adottati hanno per lo più un'età compresa fra i 5 e 9 anni (43,7%), mentre il 34,5% ha fra un anno e quattro anni; l'11,2% ha oltre dieci anni e il 10,6% meno di un anno.

I bambini arrivano da 70 Paesi del mondo. Il numero più alto di bambini stranieri, esattamente 640, arrivano dall'Ucraina. Seguono la Federazione russa (con 466 bimbi) e la Colombia (con 434). E il maggior numero di coppie che hanno adottato vivono in Lombardia (712). Seguono nella classifica Veneto (327) e Toscana (316).

Per Giovanardi, le adozioni «suscitano passione e attese» alle famiglie italiane, e «ci sono leggende metropolitane, che creano loro angoscia e confusione. Sulle adozioni non ci sono scorciatoie, né bacchette magiche. È un tema complesso, le adozioni dipendono in gran parte dai rapporti che si instaurano con i paesi di provenienza dei bambini». I paesi hanno regole e norme che vanno rispettate. Fra le novità annunciate da Giovanardi, in questi giorni arriveranno in Italia le prime 22 bambine in adozione dalla Cina, le prime adottate da coppie italiane. Nonostante, infatti, siano attivi i protocolli tra i due paesi rimangono alcuni ostacoli dettati dalla Cina. Per esempio, conta il reddito della famiglia adottante e la forma fisica. "Essere obesi - spiega il sottosegretario - é un elemento che non permette l'adozione", perché i cinesi "ritengono che chi è obeso ha un'alta propensione all'infarto". «Per noi l'adozione è un problema morale – spiega Giovanardi - Non andiamo in giro a cercare bambini per i quali sia il dubbio che abbiano una famiglia. I bambini che giungono da noi, anche nel rispetto della Convenzione dell'Aja, sono bambini abbandonati». Giovanardi ha annunciato che sono in corso contatti con alcuni paesi africani, fra i quali il Gambia e il Burkina Faso per possibili accordi sulle adozioni. Sono in corso contatti diplomatici con la Romania e la Bielorussia, da cui non giungono bimbi in adozione.

 

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