Oohps! Anche Barbara Berlusconi inciampa nell'italico vizio della precisazione postuma. Parole vergate: «A proposito dell'intervista che ho rilasciato a Vanity Fair desidero che le mie risposte non vengano strumentalizzate ed estrapolate dal contesto in cui si trovano perché altrimenti rischierebbero di assumere un significato che invece non hanno e non devono avere. Il tono e il contesto dell'intervista erano infatti di affetto verso mio padre di cui ho grande stima sia come padre sia come politico».

È laconica Barbara Berlusconi nella sua precisazione "a margine" dell'intervista concessa al settimanale. Ma la sua è un'aggiunta che forse sarebbe stato meglio non fare, dal momento che non lascia spazio al dubbio sul fastidio con cui la sua uscita deve essere stata accolta a Palazzo Chigi, e non solo. E d'altronde gli estremi per il mancato gradimento a ben vedere ci sono tutti. A partire da quel «a oggi non c'é nessuna lotta» tra i figli per il patrimonio. Subito seguito da un'ipotetica coordinata «e se mio padre è un uomo giusto ed equo non ce ne saranno nemmeno in futuro» (!?). Con un se semanticamente pieno e denso. Ed un richiamo all'uomo giusto ed equo da far tremare i polsi a "re Salomone". Attenti tutti! La guerra per l'eredità è dietro l'angolo. Certamente non mancano le marcate note filiali, come è di tutta evidenza che sia: «Quello che non traspare all'esterno - parole sempre di Barbara - è che la loro sofferenza (dei coniugi Berlusconi, ndr) è profonda e tocca entrambi. Il dolore è grande, un valore e una realtà si stanno sgretolando».

Ma che dire di quell'evidente «mia madre ha avuto un solo grande interesse: tutelare la sua famiglia». Parole che saranno certo risuonate dolcissime alla signora Veronica. Financo troppo per gli altrui gusti. E ancora, l'analisi del testo non può prescindere dalla domanda sulla fine di un grande amore: «Sono sicura che lo sia stato per la mamma». Quanto al padre, evidentemente, la deduzione a contrario non farebbe pensare altrettanto. Venendo al passaggio più controverso «penso che una società esprima un senso della morale comune. I rappresentanti politici che sono chiamati a ben governare, a far prosperare la comunità, sono anche tenuti a salvaguardare i valori che essa esprime, possibilmente a elevarli. Non credo, quindi, che un uomo politico possa permettersi la distinzione tra vita pubblica e vita privata», è di tutta evidenza che il Barbara-pensiero, mai direttamente riferito al premier (mancava solo la dicitura "ogni riferimento a persone cose e fatti è puramente ... voluta") segni la distanza fra i due. Nulla di più lontano verrebbe da dire dall'autoassolutoria filosofia di vita del padre.

Venendo poi al caso Noemi-papi, Barbara sottolinea: «Mi ha stupito. È una dimensione che non ha mai fatto parte del mio quotidiano. La mia storia è quella di una ragazza che ha vissuto la sua giovinezza in modo sereno e normale. Non ho mai frequentato uomini anziani. Sono legami psicologici di cui non ho esperienza». A parte l'evidenza della distanza siderale fra lei e Noemi - e il sotteso di un vaso che traspare essersi fatto colmo - è quel riferimento agli uomini anziani a non lasciar dubbi. Evoca a tutta prima la prosa materna, che in principio disse: «Basta. Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni». «Ho cercato di aiutare mio marito come si farebbe come una persona che non sta bene». Ancor più assertiva appare la giovane "rampolla" nella definizione di "uomini anziani". Parola quest'ultima che nella logica berlusconiana mai si dovrebbe accostare ad un premier che sul mito della propria giovanile virilità ha investito da sempre, nonostante sia prossimo ai 73.

Da ultimo, ciliegina sulla torta, la mancata colpevolizzazione di Franceschini: «Non credo che Franceschini ce l'avesse con noi, figli di Berlusconi. Non è un episodio che ritengo grave o insultante». Gratuita o volutamente risoluta nel segnare la distanza dall'altra figlia Marina, che della difesa paterna ha fatto scudo e vessillo? Insomma, questa è un'intervista. Vera, chiara, affettuosa quanto si deve, diretta quanto si richiede, precisamente allusiva nel far intendere quanto è d'uopo. Barbara Berlusconi ha voluto così. Bel colpo per Vanity Fair, e pazienza per chi non gradisce. «Il tono e il contesto dell'intervista erano di affetto verso mio padre di cui ho grande stima sia come padre sia come politico». Sic! Un'ultima nota a pie' di pagina. A questo punto attendiamo risposta. Dopo la precisazione ex post di Barbara il direttore di «Chi» Signorini è pronto per il suo "scoop della casa"?

Stefano.Biolchini@ilsole24ore.com

 

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