Una soluzione per dare ai musulmani di Milano una moschea e allo stesso tempo per mettere fine a situazioni come marciapiedi occupati dai fedeli nei venerdì e sale di preghiera più o meno di fortuna «può e dev'essere trovata»: dopo l'invito del prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, anche il governatore lombardo Roberto Formigoni fa sentire la propria voce su una questione che si ripropone con puntualità ormai ad ogni Ramadan del capoluogo lombardo.

«In una grande città come Milano - ha detto Formigoni in riferimento all'assenza di una moschea, problema risollevato anche negli ultimi giorni dalla comunità islamica - credo che la soluzione possa e debba essere trovata». Pochi giorni fa era stato il prefetto Lombardi che, parlando con l'ANSA, aveva sottolineato che i tempi per questa soluzione «sono ormai maturi» e che alla ripresa dopo le ferie «bisognerà risolvere» il problema.

Secondo Formigoni, Regione e Prefettura dovrebbero sedere insieme agli altri enti locali interessati intorno a un tavolo convocato dal ministero dell'Interno, per «dare una risposta a chi ci chiede di poter esercitare la propria libertà di culto e a quei cittadini che non possono più vedere le loro vie invase per la preghiera del venerdì» A porre la questione con più forza era stato nei giorni scorsi il presidente del centro islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari. «A Milano - aveva detto tra le altre cose - 80 mila persone hanno bisogno di un luogo di culto. I posti che ci sono ora non sono soluzioni dignitose per la seconda religione del mondo». La questione degli spazi carenti era stata sollevata anche dall'altro grande centro islamico del capoluogo, quello di via Padova.

Le dichiarazioni degli esponenti islamici avevano subito provocato una levata di scudi, soprattutto da parte della Lega, anche se dopo la presa di posizione odierna di Formigoni, il capodelegazione del Carroccio in Regione, Davide Boni, ha espresso un'opinione più sfumata rispetto ai giorni scorsi.

«Se il governatore ritiene ci sia bisogno di un tavolo istituzionale - ha detto oggi - ha fatto bene a ribadire l'impegno della Regione».

Tuttavia secondo Boni c'è uno scoglio da superare. «Bisogna innanzitutto partire dal presupposto che dall'altra parte si deve avere un referente unico - ha detto -. Non credo che un ministro come Maroni possa venire qui a parlare con Shaari, o con il primo di questi che si sveglia».

 

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