Vibo Valentia - Due giorni di lavoro intenso e 77mila euro di spesa. Bastano due cifre per raccontare la storia di un successo: quello che ha permesso alla cooperativa Nautilus di Porto Salvo di Vibo Valentia di trovare e fotografare a largo di Cetraro (Cosenza) il relitto di quella che – con molte probabilità – è la Cunshy, nave dei veleni affondata dalla ‘ndrangheta.
Raffaele Greco, presidente e socio fondatore di una delle poche imprese sopravvissute al Sud grazie ai fondi della legge 44/86, racconta di avere avuto la commessa dall'Arpacal, l'Agenzia regionale per l'ambiente. "Le indicazioni che abbiamo ricevuto – afferma Raffaele Greco, fratello di Salvatore, assessore regionale all'Ambiente, entrambi stimatissimi biologi marini – erano abbastanza esatte. L'area di ricerca era stata ben indicata e dopo due giorni intensi di perlustrazioni e il ricorso al sonar, abbiamo avuto la certezza di aver individuato il relitto, che è stato anche fotografato".
Da notare che 77mila euro sono circa 140 milioni di lire: poco più della cifra che, secondo l'allora sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Francesco Neri, fu negata nel '95 dal ministero della Giustizia per effettuare ricerche con i satelliti della Nasa (si veda il Sole 24 Ore del 15 settembre).
Greco – la cui società, per conto di enti pubblici e privati, da 24 anni compie delicate operazioni di monitoraggio e pattugliamento marino – ricostruisce la catena di comando delle operazioni. "All'Arpacal – ricorda – l'input è pervenuto dalla Procura della Repubblica di Paola che, da mesi, ha avviato una collaborazione stretta e proficua con la Regione Calabria".
Per il momento – conclude Greco – non sono state ordinate nuove ispezioni ma, verosimilmente, la linea telefonica diretta con l'Arpacal tornerà presto a squillare alla luce di quanto sta emergendo dall'inchiesta e dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Fonti.
robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

 

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