«Confermo tutto»: lo ha detto Patrizia D'Addario intervenendo in diretta ad Annozero in collegamento da Bari. La domanda che le era stata rivolta dall'inviato del programma diretto da Michele Santoro era se confermava di essere stata due volte a Palazzo Grazioli, ospite del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di essersi fermata per tutta la notte in una occasione. Lei ha confermato di essere stata a Palazzo Grazioli per due volte, invitata da Giampaolo Tarantini. «Sì», ha risposto la signora barese e in quelle due serate nella residenza romana del premier Silvio Berlusconi «non ero l'unica escort». «Ero felice del fatto di essere rimasta lì col presidente e che lui si era interessato alla mia persona, ha detto che avrebbe mandato due persone a Bari sul mio cantiere. Era solo un aiuto che voleva darmi per rendere più veloce la pratica e mi rendeva felice». E ancora: «Il presidente era molto affettuoso e molto gentile, non voglio entrare in merito alle cose della notte, si è interessato alla mia persona e la mia felicità era legata al fatto che lui era molto attento al mio progetto. Il giorno dopo mi ha chiamato ed ero felice», ha aggiunto D'Addario vestita di nero su divani rossi nel collegamento da Bari con il programma di Michele Santoro.
«Perché ho registrato le conversazioni? Io non ho tradito nulla, nessuno è arrivato sul mio cantiere. Sono stata convocata dal giudice a dire tutta la verità. Io ho sempre registrato perché così mi sentivo più sicura, non perché volevo ricattare qualcuno, non ho mai pensato ad una cosa del genere», ha aggiunto.
«Io sono stata chiamata dalla magistratura dopo aver subito un furto che ha rovesciato tutto,
non so chi è stato» racconta poi. «Vuol dire che è stato Berlusconi», chiede Maurizio Belpietro. «Non so chi è stato lo scoprirà la magistratura», risponde D'Addario.
«Mi sembrava un harem. C'erano solo il presidente e Giampaolo Tarantini, eravamo più di venti
ragazze e c'erano solo loro. Si ballava, si cantava» e, continua la signora: «Non ero l'unica escort, anche nella prima serata».
«Certo, la D'Addario non ha fatto niente, lo ha solo sputtanato in mondo visione» commenta il il direttore di Libero Maurizio Belpietro. «E' andata dai magistrati e poi anche al Corriere della Sera: è evidente che dal premier c'era andata con un obiettivo ben preciso», ha aggiunto Belpietro.

E lei: ««Il premier lo sapeva che ero una escort. Lo ha detto anche alla Montereale che sapeva che ero una escort». «Se lo hanno detto anche le altre ragazze che sapevano che io dovevo rimanere li? Ho passato tutta la notte col presidente, lo sapevano tutti che ero una escort. Lo sapeva. Io mi sono presentata al presidente come Alessia». «Non mi vergogno di quello che ho fatto, di quello che ho detto. In Italia c'è la strumentalizzazione della donna. Ma a me importa solo del mio cantiere, liberate il mio cantiere».
E' un fiume in piena la D'Addario: «Tarantini è venuto a prendere il mio curriculum, ero candidata alle europee. Quando mi ha richiamato il suo segretario mi ha detto che Tarantini era andato con il Presidente a Milano, che era successo un gran casino con la moglie, per le veline, che non si potevano candidare, che dovevamo soprassedere. E poi è arrivata la candidatura per il comune di Bari con Tato Greco, che mi ha chiamato, dicendo che gli faceva piacere candidarmi. Non mi interessava più di tanto - prosegue la D'Addario -, hanno insistito e mi interessava per velocizzare il mio progetto. Adesso mi auguro una risposta una volta per tutte».


Santoro: perché vado in onda lo stesso

«Mi si può domandare: con tante cose che ci sono, proprio dovevi incaponirti a invitare Patrizia D'Addario?»: così Michele Santoro ha introdotto la seconda puntata di Annozero. «Certo, noi non siamo la Cnn, nemmeno la Bbc, nemmeno la televisione turca, che Patrizia D'Addario l'ha intervistata qualche mese fa. Ma se io Patrizia D'Addario non la invito - prosegue Santoro - mi si pone un altro problema: la settimana scorsa ero convinto di aver fatto una trasmissione di perfetto equilibrio eppure ho scatenato un can can... Se oggi non invito la D'Addario, che faccio con Sandro Ruotolo che sta preparando un'inchiesta sulla mafia per la settimana prossima? Vado in onda o no?». E ancora: «Quando parlo di crisi, se mostro le persone che protestano sulle gru - chiede Santoro - sono un inguaribile pessimista? E Travaglio lo scarico oppure a un certo punto devo insistere perché il suo contratto si faccia e gli consenta di lavorare come al solito? Quando si inizia a cambiare, non si sa dove si finisce..».

Il conduttore è quindi passato al tema proprio del servizio pubblico, e cioè «è proprio vero che il servizio pubblico non si può prendere beffa perfino del presidente del Consiglio?», ed ha quindi mandato in onda uno spezzone di un programma di satira della BBC in prima serata, 'Mock the Week', dove c'erano battute ironiche su Berlusconi e sul premier britannico Gordon Brown. E infine Santoro, nel sottolineare che se le tre reti Rai non possono parlare contro il governo, se non lo può fare La7 per ragioni legate alla telefonia e non lo possono fare le tre reti Mediaset, ha chiuso questo capitolo della trasmissione dicendo che a questo punto è lui a chiedere all'Agcom «chi è che deve garantire il contraddittorio in questo Paese?».


Le motivazioni dell'ufficio legale della Rai
Intanto si apprende che ci sarebbe il doppio ruolo di Patrizia D'Addario, testimone chiave in un procedimento penale e prima imputata in un altro procedimento, alla base della scelta degli
uffici legali di viale Mazzini di inviare una nota alla redazione di Annozero per «sconsigliare» la messa in onda della trasmissione. Un atto dovuto, spiegano fonti di viale Mazzini, che avviene ogni qualvolta siano previste interviste o partecipazioni nelle trasmissioni Rai di personaggi che, con azioni o parole, possano prestare il fianco a querele o denunce. Proprio il doppio ruolo della D'Addario, si legge nella note dell'ufficio legale, «comporta il rischio che la partecipazione influisca sullo svolgimento delle indagini in corso. Fattispecie che la vigente normativa in materia pone espressamente quali presupposti ostativi alla partecipazione». (S.Bio.)

 

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