Meno 7,3 miliardi di euro. A tanto ammontano i risparmi che il ministero dell'Istruzione dovrà centrare per i prossimi 3 anni. Un miliardo e 600mila euro, nel 2010, 2,5 miliardi, nel 2011, e 3,2 miliardi nel 2012. Destino analogo per università ed enti pubblici di ricerca, a cui non solo è fatto espressamente divieto di aumentare il proprio indebitamento netto, già alle stelle, specie in alcune strutture del Centro-Sud, ma, anche, di tenere a freno le richieste finanziarie, che, per il 2010, non potranno superare i soldi ricevuti, a consuntivo, l'anno precedente, incrementati, a seconda dei casi, di un modestissimo 3 o 4 per cento. È appena sbarcata in Senato, il 7 ottobre scorso, la nuova manovra di bilancio per il 2010 (la cui approvazione definitiva dovrà avvenire entro dicembre) e già per l'Istruzione si profila l'ennesima "doccia fredda", con la conferma, anche per il prossimo triennio, della cura "da cavallo" introdotta con la manovra estiva 2008.

Dai risultati, tuttavia, niente affatto scontati. Già nel 2009, infatti, tutti i principali documenti di finanza pubblica redatti da Via XX Settembre hanno evidenziato, per il ministero dell'Istruzione, spese in aumento (soprattutto quelle per il personale), anziché in diminuzione. Una dinamica, a dire il vero, che rischia di ripetersi, anche, nel 2010, dove Viale Trastevere, sottolineano i tecnici di Palazzo Chigi, vedrà ricevere stanziamenti poco superiori ai 55,2 miliardi di euro, a fronte di impegni di spesa già previsti per 56,4 miliardi. Diventa, quindi, urgente invertire la rotta e tirare fuori, senza ulteriori "bluff" contabili, i primi risparmi. Specie in vista delle sempre minori risorse che arriveranno in dote all'Istruzione: e, cioè, nel 2011, 53,5 miliardi e, nel 2012, 53 miliardi netti.

Rispetto al bilancio assestato 2009, la Finanziaria 2010 riduce molti capitoli di spesa di Viale Trastevere. A perdere più di tutti, è la voce Istruzione secondaria di primo grado, con un gap negativo di ben 206 milioni (da 9,7 miliardi, previsti dall'assestamento 2009 a poco meno di 9,5, assegnati dalla manovra 2010). Lascia sul campo quasi 100 milioni (99,1) la programmazione scolastica e 7,5 milioni il diritto allo studio e gli interventi per migliorare la condizione studentesca. Cala, pure, di ben 120 milioni il fondo per gli interventi in materia di istruzione. Le variazioni positive più consistenti riguardano, invece, l'istruzione secondaria di secondo grado e la primaria, che portano a casa, rispettivamente, + 141 e + 112 milioni, rispetto al bilancio assestato 2009. Segno positivo, anche, per la voce istruzione pre-scolastica: nella manovra di assestamento riceveva 4,1 miliardi, che, ora, diventano quasi 4,3. Perdono poche migliaia di euro istruzione post-secondaria e degli adulti, mentre guadagna 4,2 milioni di euro lo stanziamento previsto le scuole non statali.

La voce Università vede ridursi di 652 milioni il proprio stanziamento iniziale, previsto dal bilancio assestato 2009, sceso da 8,5 miliardi di euro a 7,9. Ricerca e innovazione perdono quasi 159 milioni. A essere penalizzata, soprattutto, la ricerca scientifica e tecnologica applicata (-149 milioni, rispetto all'assestamento 2009). Guadagna, invece, soldi la missione Italia in Europa e nel mondo: + 14,9 milioni. Segno positivo a due cifre per la voce "onnicomprensiva" Fondi da ripartire: + 467 milioni. A beneficiarne, soprattutto, interventi perequativi e valorizzazione della carriera del personale scolastico.

 

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